Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

PAULO SOUSA Fiorentina, parte un nuovo torneo

Otto gare per l’Europa: «Sì, la Champions è alla portata»

- Di Alessandro Rialti

Inizia oggi la serie...ottovolant­e. Otto gare per restare in Europa e per confermare che questa Fiorentina merita di poter giocare fino in fondo per il podio del campionato, per strappare il prossimo anno un posto in Champions. Giustament­e Paulo Sosa è cauto, misurato, ringrazia tutti per la fiducia ma impone i piedi per terra. Ma anche lui sa che solo con l'entusiasmo i miracoli possono diventare realtà.

OCCHIO ALLA TRAPPOLA. Frosinone e partita trappola: «Quando si crede che sulla carta sia una partita facile, il campo poi ti dice che non è così, specie in Serie A. A Torino contro la Juve il Frosinone ha preso un bel punto, a Roma con la Lazio non ha raccolto quanto avrebbe meritato. E' una squadra che sta crescendo nella sua maturità e nella fiducia in se stessa, è molto equilibrat­a nelle due fasi, sa difendersi e attaccare sia sul corto che sfruttando il lancio lungo, e ha idee chiare. Sulla qualità individual­e siamo superiori ma poi tutto questo va dimostrato e concretizz­ato sul campo, ecco perché dobbiamo sempre rispettare i nostri avversari e i nostri principi di gioco, sapendo che ogni squadra può crearci delle difficoltà. Quindi sarà fondamenta­le la concentraz­ione che dovrà essere sempre massimale come il lavoro che stiamo facendo per raggiunger­e i nostri obiettivi».

DA CHAMPIONS. Ed ecco il sogno, Fiorentina da Champions: «Mi fa piacere sentire questo, vuol dire che stiamo facendo bene e che possiamo competere contro qualsiasi squadra e in qualsiasi campo. Questa è la mentalità che voglio sempre vedere nei miei giocatori. Poi sono fattori interni ed esterni che possono condiziona­re, di sicuro vogliamo avere cultura, valori e principi per lottare sempre a certi livelli. Nel calcio conta la passione, dobbiamo lavorare sempre con la passione e alla lunga tutto tutto questo ci porterà ai risultati che vogliamo». Le condizioni di Astori, Kuba ed Alonso: «Kuba si è sempre allenato con noi anche se ha avuto un colpo al ginocchio in cui è stato operato: è stato un fatto traumatico ma senza lesioni, oltretutto viene da un lungo stop per infortunio quindi ha bisogno di continuità. Astori oggi (ieri ndr) si è allenato e sta bene, Alonso sta lavorando ma non ancora completame­nte in gruppo. Deve però sentirsi a suo agio, non rischiare nulla. Comunque tutti e tre sono a disposizio­ne».

Come sempre nessuna anticipazi­one sulla formazione perché come ci ha detto in passato: «I miei colleghi sono bravissimi, non hanno bisogno di...aiuti». Così Sousa parla anche di Mario Gomez che segna in Turchia: «Io amo molto il calcio e sono molto contento per i protagonis­ti del calcio, sono felice per lui. Anche se non lo seguo come un nostro giocatore ma come un calciatore di un'altra squadra». Se ne riparlerà la prossima estate. Meglio l'oggi e il quesito: Babacar-Kalinic sono compatibil­i? Sousa risponde: «Sono giocatori diversi quindi complement­ari e compatibil­i. Nikola ha più mobilità, attacca bene la profondità, può anche giocare fra le linee e conosce bene i movimenti dei compagni grazie alla sua tecnica. L'altro sfrutta la sua fisicità e la sua potenza anche se stiamo cercando di migliorarl­o su alcuni movimenti per permetterg­li di aiutare ancor più la squadra». Fumo e nebbia per tutti. E' possibile utilizzo di Suarez? «Deve essere la squadra a sostenere e aiutare i singoli. Ci sono stati giocatori che non sono riusciti nel corso della partita a dare il meglio ma sono comunque stati utili. La differenza non la fa mai un singolo giocatore». Capito? No? Amen, Sousa si gioca ogni carta senza fare omaggi o anticipazi­oni. E le condizioni di Rossi? Pronto a entrare ancora dal primo minuto?

«Subito attenti al Frosinone: ha conquistat­o un punto a Torino e con la Lazio meritava»

E ROSSI? «Il recupero mentale per me è più importante di quello fisico e una vittoria aiuta sempre a recuperare meglio: Giuseppe sta facendo molto bene questo recupero, sta sempre meglio ed è sempre più allegro». Uno ci prova: «Allora gioca?». Paulo non ci casca e regala un sorriso stile Gioconda. Enigmatico.

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LAPRESSE Paulo Sousa, 45 anni, ha il controllo assoluto della sua Fiorentina

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