Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Ferrari: «Il veto è un nostro diritto» Todt (Fia): «Provo disappunto»
Il diritto di veto della Ferrari è al centro della discussione dopo essere stato opposto da Maranello all’abbattimento dei costi di fornitura dei motori da 20 a 12 milioni, per aiutare i team più deboli. E potrebbe essere nuovamente sfruttato nel caso la Fia cerchi di varare la motorizzazione alternativa (2.2 litri biturbo senza Ers) alle power unit.
Ha detto Maurizio Arrivabene: «Le regole sono scritte dalla Fia e noi abbiamo solo sfruttato un nostro diritto. Siamo dell’idea che un tetto di costo per le power unit danneggerebbe i costruttori che ogni anno spendono milioni per sviluppare i propri prodotti. Ferrari è aperta a qualsiasi tipo di dialogo per risolvere il problema dei costi ma, secondo noi, questa non è la strada da seguire. L’ultimo veto da parte della Ferrari era stato applicato durante l’era Todt e quindi capite bene che non è qualcosa che si verifichi di frequente».
A proposito di Todt, proprio il presidente federale - autore di questa proposta - ha voluto replicare: «Provo disappunto di fronte al veto sulla limitazione dei costi per i team clienti. Stiamo cercando di capire cosa si potrebbe fare. In questo caso vedo solo la possibilità di introdurre un motore che abbia prezzi più accessibili per consentire ad alcuni team di essere più competitivi».
Toto Wolff (Mercedes) prima di questa uscita aveva sostenuto la posizione della Ferrari, mentre una seria accusa era giunta da Claire Williams: «Fa parte delle regole il diritto di veto della Ferrari. Non credo che l’abbiano esercitato su una base regolare ma ovviamente l’hanno esercitato quando hanno sentito la necessità di opporsi a qualcosa che per loro era importante».