Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
I conti aperti del centravanti col mondo rossonero
I tifosi lo avevano associato alla crisi della squadra nella scorsa stagione. Eppure Inzaghi aveva puntato su di lui
Sinisa Mihajlovic mercoledì alla ripresa del campionato contro il Bologna dovrà fare i conti anche con Mattia Destro. Che non perde mai occasione per farsi rimpiangere dalle squadre che l’hanno ripudiato senza avergli concesso la fiducia che avrebbe meritato. È successo anche con la maglia del Milan. Solo 3 i gol al suo attivo (in 15 presenze di campionato) ma uno di questi è stato certificato ai danni della Roma, proprio a San Siro. Infatti Destro ha mandato...kappaò i giallorossi (9 maggio, 2-1) rischiando di far perdere a Garcia il secondo posto in classifica. In questo campionato ha già concesso, con il Bologna il «bis» ai giallorossi... Dalla Capitale si era congedato in gennaio, proprio allo scadere della sessione mercantile invernale, fra mille dubbi da parte del suo club di appartenenza.
DELUSIONE. Pippo Inzaghi l’aveva inseguito a lungo, fin dall’estate 2014, sicuro che insieme a Cerci, l’ex-baby interista potesse risolvergli i problemi dell’attacco dopo che a dicembre si era congedato senza eccessivi reciproci rimpianti Fernando Torres. Si diceva che l’anarchico Menez (16 gol per lui la scorsa stagione, 8 realizzati direttamente su calcio di rigore) si era specializzato nel narcotizzare tutti i centravanti di ruolo che giocavano al suo fianco. Non ultimi anche l’esperto Pazzini e lo sfortunato El Shaarawy. Destro, purtroppo per lui e per il Milan, non ha saputo sottrarsi allo stesso destino. Soprattutto a San Siro ha sofferto l’incredibile e spietata pressione dei tifosi rossoneri che intravedevano un’altra stagione fallimentare dopo quella precedente (targata Allegri-Seedorf ) culminata con l’ottavo posto in campionato. Mattia non si è mai identificato nel Milan, dando l’impressione, dopo poco tempo, di non trovarsi a suo agio in una squadra con un’identità poco precisa e decisa.
DECLINO. Fra l’altro il suo avvento in maglia rossonera è coinciso con l’inesorabile declino del Milan di Inzaghi che si era congedato dall’anno solare 2014 a ridosso della zona Champions League. Ma le prime partite del 2015 hanno costretto i rossoneri a un netto ridimensionamento, culminato anche con l’eliminazione (nei quarti di finale) dalla Coppa Italia. Mattia Destro, quindi, è rimasto vittima di un declino generale e non solo personale che l’ha allontanato ancora di più anche dalla maglia azzurra. Sulla sua permanenza al Milan nessuno ha mai avuto dubbi, nemmeno il diretto interessato. Con l’aggravante, rispetto a pochi mesi prima, che il suo valore di mercato è diminuito in maniera consistente. Casa Milan, infatti, in gennaio aveva opzionato il suo possibile riscatto estivo con un prestito oneroso di 500.000 euro. Ma i 16 milioni più «bonus» pattuiti al momento della firma
sono rimasti solo un’utopia.
Rimase travolto dall’assenza di identità di quel Milan. Ora in curva temono la vendetta
VENDETTA. C’è da credere che Destro non si farà sfuggire l’occasione per farsi ricordare a San Siro più da avversario che da...amico. Del resto la cura Donadoni sta facendo miracoli anche con lui. Eppure Inzaghi aveva rivisto in Destro le movenze, la tecnica e soprattutto la «fame» del bomber di razza che poteva somigliargli tanto in un campionato importante e decisivo per la sua carriera. Nulla da fare. Ben presto il feeling fra i due si è ossidato anche perchè lo stesso Destro forse aveva sottovalutato le difficoltà ambientali e, in particolar modo, non aveva identificato proprio in Menez il problema più serio e concreto. Neanche il più arcigno dei difensori avrebbe potuto ostacolarlo con così tanta efficacia...