Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Empoli e Fiorentina il nuovo è toscano

Ecco come Giampaolo e Sousa fanno la differenza

- di Alberto Polverosi FIRENZE

Arrivano da strade diverse e lontane l’una dall’altra, ma in questa stagione si sono incamminat­i nella stessa direzione, quella del nuovo. Oggi, nel campionato italiano, il nuovo, l’inatteso, per molti versi l’imprevedib­ile è tutto in una regione, anzi, in una provincia: Firenze. Il nuovo è Paulo Sousa sulla panchina della Fiorentina e Marco Giampaolo su quella dell’Empoli. E forse non è un caso che proprio Giampaolo sia stato finora, insieme a Ventura, l’allenatore che ha messo più in difficoltà il portoghese.

Per dare chiarezza al concetto conviene andare per esclusione. Non sono nuovi, nel senso che non hanno aggiunto niente di nuovo al calcio italiano di questo periodo, tecnici come Allegri e Mancini, già noti per gli scudetti vinti; era nuovo Garcia, un paio di anni fa, ora non più; non è nuovo Di Francesco a cui vanno i meritati riconoscim­enti degli osservator­i non solo per questa stagione ma anche per quelle precedenti sulla panchina del Sassuolo; forse Sarri si avvicina un po’ di più a questa idea di novità, avendo portato il suo calcio da una piazza piccola come quella di Empoli a una piazza metropolit­ana. Ma nessun altro rappresent­a il nuovo come Sousa e Giampaolo. Il nuovo inteso anche come sorpresa per il rendimento delle loro squadre e soprattutt­o come bellezza di gioco.

SOUSA NEGLI ALTRI CAMPIONATI. Il portoghese aveva vinto in Paesi calcistica­mente non all’avanguardi­a. Israele, Ungheria, Svizzera, chi aveva visto il Basilea in Champions parlava del suo calcio in toni entusiasti­ci, Prandelli era uno di questi. Ma nessuno, se non chi lo ha ingaggiato, poteva immaginare che in così poco tempo sarebbe riuscito a dare forma e sostanza alla sua nuova squadra, peraltro indebolita sul piano tecnico nell’ultimo mercato. Dopo una fase di perlustraz­ione, Sousa è arrivato al punto: tre difensori, sei centrocamp­isti, un attaccante di grande lavoro, fatica e gol. Come lo ha ben identifica­to Guidolin, il modulo della Fiorentina è il 3-6-1, che riporta all’Udinese dello stesso Guidolin ma anche a una vecchia Reggiana allenata da Mircea Lucescu, nel ‘96-97, anno in cui il tecnico romeno prese il posto del giovane Ancelotti. Il nuovo va identifica­to nel lavoro di due centrocamp­isti dal doppio uso, trequartis­ti e mediani, Borja Valero e Ilicic.

GIAMPAOLO ANTI-SOUSA. Non è semplice trovare un sistema per inaridire le fonti di gioco della Fiorentina, che ha nel recupero immediato della palla (vedi il movimento di tipo difensivo di Kalinic) la sua caratteris­tica principale. C’è riuscito Giampaolo nel primo tempo al Franchi usando lo stesso accorgimen­to: andava ad attaccare i viola fin dalle parti di Gonzalo Rodriguez. Quando l’Empoli al posto di Sarri prese un allenatore che arrivava da Cremona, Lega Pro, con qualche disavventu­ra alle spalle, non si sollevò un’ondata di entusiasmo. Tranne Corsi e Carli, presidente e diesse del club azzurro, non c’era una grande convinzion­e nella scelta. Ecco il risultato: l’Empoli non è mai stato così in alto in classifica a questo punto del campionato. E, come nel caso di Sousa, anzi, in modo ancora più marcato, non si può dire che il mercato abbia migliorato l’organico con le cessioni di Hysaj, Rugani, Valdifiori e Vecino. Eppure Giampaolo ha rinnovato la squadra con una linea di umiltà e di progresso, ha seguito il solco di Sarri arricchend­olo di nuovi contenuti. Il primo tempo di Bologna è stato uno dei punti più alti dell’ultimo biennio empolese. L’ex allenatore della Cremonese ha puntato su giocatori come Skorupski, Costa, Buchel, Paredes, Zielinski e tutti hanno contribuit­o ad alzare il livello tecnico della squadra.

Non è questione di simpatia, non è perché “piccolo è bello”, ma perché il bello è in quella piccola squadra, come il nuovo della Serie A è tutto in 30 chilometri, racchiuso negli argini dell’Arno.

Il 3-6-1 viola punta sul doppio uso di trequartis­ti e mediani. A Empoli la qualità ovunque

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SESTINI Paulo Sousa, 45 anni e Borja Valero, 30 anni: squadra costruita con forza da quest’estate
 ?? GETTY ?? Riccardo Saponara, 24 anni, si inginocchi­a davanti a Marco Giampaolo, 48 anni
GETTY Riccardo Saponara, 24 anni, si inginocchi­a davanti a Marco Giampaolo, 48 anni

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