Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Gonzalo: «Vincere? Sì, si può»

«Il sogno è concreto, ora abbiamo consapevol­ezza»

- di Francesca Bandinelli FIRENZE

Dice che per vincere «tutti gli anni sono buoni», ma precisa che «quest'anno siamo forti ed il sogno è concreto». Gonzalo Rodriguez, il capitano della Fiorentina, non si nasconde più. «E' ancora presto per fissare degli obiettivi, dobbiamo ragionare partita dopo partita. Pure in passato siamo andati vicini a conquistar­e qualcosa, ma lavorare e fare un passo alla volta è l'unica strada che possiamo percorrere». A poche ore dalla centocinqu­antesima presenza in maglia viola, quella che metterà insieme col Palermo alla ripresa del campionato e che gli permetterà di tagliare il traguardo delle 400 partecipaz­ioni in Europa (tra viola e Villarreal), il difensore argentino, dai microfoni di Premium Sport si prepara a vivere il 2016 col piede schiacciat­o sul gas. «Il miracolo Fiorentina? E'nato il primo giorno di ritiro. Ho visto subito la voglia di fare bene e di lottare per qualcosa di importante. La prima gara col Milan ci ha fatto prendere coscienza del fatto che eravamo forti e stiamo continuand­o a non accontenta­rci. Rispetto all'era Montella è rimasto lo stile di gioco. Sousa ha proseguito sulla stessa scia infondendo­ci più grinta, specialmen­te nel modo di difendere».

PORTENTO KALINIC. Plaude un suo connaziona­le, «Higuain è fortissimo», mentre Dybala, ribadisce, «può diventare un fuoriclass­e, ma non Messi». Di certo, non l'ha lasciato indifferen­te Nikola Kalinic, il cannoniere della Fiorentina 201516. «Mi è stupito forse più di ogni altro giocatore - ha continuato -. E' arrivato qui quasi come uno sconosciut­o, con grande umiltà. Lavora molto per la squadra ed è un goleador importante». Quanto a Rossi, spiega Gonzalo, «tornerà quello di prima: sta ritrovando continuità dopo gli infortuni e a volte in queste situazioni è più difficile a livello mentale che fisico. Il lavoro rema dalla sua parte». Difende pure Tatarusanu: «Gli scettici non possono dire più niente perché ha salvato tante partite: il calcio italiano è molto tattico, a differenza della Spagna per esempio. Per un difensore è probabilme­nte più facile inserirsi, al contrario di un attaccante: gli spazi qui sono pochi e si difende meglio». E Bernardesc­hi sempre più oggetto del desiderio delle big d'Europa? «Ha talento ed è un ragazzo tranquillo, sa che deve lavorare per migliorare».

Il difensore contro il Palermo toccherà le 150 presenze in viola: «In ritiro è nato il miracolo»

ORGOGLIO E RESPONSABI­LITA'. Il difensore, sotto contratto con la società dei fratelli Della Valle fino al 2017, punta a vincere qui: «Ho vissuto la decisione della società di trattenerm­i ancora a lungo come un premio. La fascia di capitano? E' motivo di orgoglio, ma anche una responsabi­lità. Personalme­nte, però, è un dettaglio: conta solo aiutare la squadra a trovare la continuità di risultati necessaria. In Fiorentina ci sono 4-5 giocatori che, pur non avendo la fascia al braccio, sono leader fondamenta­li per lo spogliatoi­o. Sono legatissim­o a questa squadra e alla città, anche se nel calcio non si può mai escludere niente. La gente, anche i tifosi viola, sanno benissimo quanto sia tifoso del San Lorenzo e che un giorno mi piacerebbe tornare». Gonzalo ci crede: «Siamo forti ed il sogno di vincere è concreto». Con un trofeo in tasca, potrebbe poi anche tornare nella sua Buenos Aires, magari proprio per giocare nel nuovo stadio, quello che sarà intitolato a Papa Bergoglio.

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