Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

DYBALA Sarà un anno straordina­rio

Non si fermerà mai: Coppa America e poi Olimpiade, il ct Martino punta su di lui

- Di Adriano Ancona Ass

Il bello deve ancora venire: concetto forse inflaziona­to pensando a Paulo Dybala, ma in questo caso trasferibi­le sulla nazionale argentina. Il 2016 a tinte forti - Coppa America e Olimpiade in un'estate piena di pallone - lo chiama direttamen­te in causa, le scelte del ct Tata Martino sono improntate su di lui. Che ha chiuso l'anno solare con la doppia cifra, quanto a gol nella Juventus. Dybala è un plusvalore, e ora attende solo di poterlo dimostrare anche con l'Argentina che gli sta aprendo le porte di Rio dopo averlo fatto esordire pochi mesi fa. Niente Messi, a quanto pare, nei prossimi Giochi Olimpici. «Giocherei con gli Under 23 che stanno facendo molto bene», spiega Martino. «Come Dybala, Icardi, Vietto e Calleri».

TROPPO TIFOSO. Chi pensava a una Juve rapinata della fantasia ha dovuto fare i conti con questo Dybala che si è mostrato meritevole della quarantina di milioni investiti. Ora, appunto, c'è anche la nazionale alla quale dare peso specifico. E lasciare un'impronta vera, al di là della parentesi iniziale che lo ha visto in campo per tre spezzoni e un totale di 45 minuti. «Vestire la maglia della Seleccion è stato molto emozionant­e», dice il bomber in un'intervista a Espn. «All'inizio dovevo togliermi il chip del tifoso. Anche perché nell'Argentina gioca un certo Messi, per il quale ho un'ammirazion­e totale». Tra la Coppa America - dal 3 al 26 giugno, riproposta subito, nel 2016, per celebrarne il centenario con l'edizione statuniten­se - che chiama la nazionale di Martino alla rivincita dopo l'ultima finale persa ai rigori, e le Olimpiadi bisognerà cucire addosso a Dybala un ruolo essenziale come quello che ha nella Juventus. A conti fatti, l'argentino valorizzat­o dal Palermo per tre anni è destinato a perdersi la grossa fetta di preparazio­ne con mister Allegri. L'appuntamen­to olimpico è in scaletta per la parte centrale del prossimo agosto - dal 5 al 21 - ma Dybala potrà essere restituito carico qualora le cose dovessero finalmente andare bene. Già, la nazionale degli eterni secondi (tredici volte in Coppa America, senza tralasciar­e l'ultimo Mondiale e la sconfitta nella finalissim­a) vuole brillare come si deve. Magari per avvicinars­i a dei mostri sacri come Neymar o Suarez - che probabilme­nte avrà di fronte a giugno - senza però staccare i piedi da terra. Il doppio appuntamen­to estivo dirà.

EREDITA' PESANTE. Se la missione è far dimenticar­e Carlitos Tevez, parliamo di una strada percorribi­le anche con l'Argentina. Un esordio, quello di Dybala in nazionale, che in questo senso ha avuto anche l'effetto del passaggio di testimone: dentro lui e fuori Tevez, nella partita contro il Paraguay. I primi assaggi di Juve raccontano un percorso similare a quello dell'Apache, che non segnava in Champions salvo poi timbrare gol importanti­ssimi nella stagione successiva. «Sapevo che non era facile sostituire Tevez», osserva ancora. «Uno dei motivi per i quali nella Juve le aspettativ­e sono tante e c'è grande pressione». Il Dybala concentrat­o sul mondo bianconero ripercorre anche l'ultimo anno. Col salto di qualità che ha potuto compiere. «Arrivare qui dal Palermo è stato un migliorame­nto enorme, ma ho delle responsabi­lità perché ora sono in uno dei club più importanti al mondo. Tutti mi hanno aiutato molto, qui alla Juve: bisogna affrontare ogni partita per vincere, al Palermo non era così. Grazie al lavoro della squadra abbiamo riguadagna­to posizioni in campionato e ottenuto gli ottavi di Champions».

Paulo felice: «Vestire la maglia dell’Argentina è stato emozionant­e Col mio idolo Messi»

«Sapevo che non era facile sostituire Tevez alla Juve. C’è tanta pressione, mi hanno aiutato tutti»

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Roberto Boninsegna, 72 anni

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