Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

GATTUSO «IL MIO MILAN IMITI LA JUVE»

«Dall’organizzaz­ione del club allo stadio: il club bianconero è l’esempio da seguire Senza cambiare le idee ogni 6 mesi...»

- Di Alberto Polverosi

ragazzi che non prendevano lo stipendio, non sapevo come schierare una difesa a tre, ho studiato e cambiato, è stata l’esperienza più importante della mia carriera».

Possiamo definirla allora una “ripartenza”? un centimetro, è una squadra rognosa».

Quanto manca Totti alla Roma? «Non so se oggi vive lo spogliatoi­o, la sua figura regna da vent’anni, quando parla lui sia in campo che negli spogliatoi gli altri stanno zitti e si allenano. Ma è importante anche per le qualità, a volte basta una punizione o un corner battuti bene per vincere».

Secondo lei Pirlo tornerà in Italia per chiudere la carriera? «Penso di no. Ha fatto una scelta l’anno scorso, non ha nessun senso che torni in Italia».

Il suo ex allenatore, nonché amico, nonché collega Ancelotti va al Bayern Monaco per diventare l’unico tecnico al mondo a vincere nei primi 5 campionati d’Europa. Può dirci una cosa che ha imparato da lui? «Sono tante, ma una è davvero particolar­e: ho lavorato con Carlo per 7anni e mezzo e non ho mai sentito un giocatore rimasto fuori che abbia parlato male di lui. E’ merito della sua umanità. Senza dimenticar­e che calcistica­mente è un maestro, mi colpisce ancora oggi il modo con cui tratta i giocatori, come ci parla. Ce ne sono tanti che quando non giocano mettono il muso, parlano male, l’ho fatto anch’io, ma con lui non succede mai».

La “sua” squadra

Per lei però era più facile: quando chiedevano ad Ancelotti, che in squadra aveva una mezza dozzina di Palloni d’oro, chi fosse il primo giocatore della sua formazione faceva sempre il nome di Gattuso. «Ho corso tanto per lui... Con Ancelotti ho vissuto la vera crescita della mia carriera, stavo benissimo fisicament­e, gli coprivo il campo. Oh, per tanti anni ho fatto il terzino destro: Cafu faceva l’ala e io stavo là dietro».

Si aspettava che un altro suo ex allenatore, Allegri, riuscisse a portare la Juve alla finale di Champions League? «Max ha una grande dote, non si piange mai addosso, anche nei momenti di difficoltà non lo vedi mai stanco, gli invidio molto questa dote. Quando la Juve era a metà classifica diceva che prima di Natale avrebbe recuperato, se uno non lo conosce, pensa che sia un pazzo. Invece sa farsi scivolare tutto addosso e merita tutto quello che sta facendo. Non era facile accettare una piazza come la Juve da ex milanista così come non era stato facile al Milan vincere al primo colpo».

Qual è la squadra che le piace di più come gioco? «Come organizzaz­ione, il Napoli di Sarri. Gli attaccanti lavorano

 ?? CREDITO ?? Gennaro Gattuso, 37 anni, è sulla panchina del Pisa dalla scorsa estate: occupa il terzo posto nel girone B di Lega Pro
CREDITO Gennaro Gattuso, 37 anni, è sulla panchina del Pisa dalla scorsa estate: occupa il terzo posto nel girone B di Lega Pro

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