Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Il modello perfetto

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«Dopo 4-5 stagioni senza successi la Juve ha puntato sui dirigenti giusti al posto giusto»

«Nel calcio c’è sempre qualcosa che non va. Una volta ti dicono che non hai esperienza, un’altra ti chiedono invece che c’è andato a fare Gattuso in Lega Pro. Qui c’è tanto da impararare, trovo allenatori preparatis­simi che leggono bene ogni partita. E a me non pesa nulla, voglio solo lavorare sul campo, voglio imparare: questo è un mestiere nuovo e aver vinto tanto da giocatore non conta niente, per me il Pisa è come se fosse la Nazionale».

Cosa sta succedendo al Milan? «Innanzitut­to bisogna ringraziar­e la famiglia Berlusconi e Adriano Galliani per quello che hanno fatto: per 22-23 anni è stata una delle squadre più importanti al mondo, per quello che esprimeva sul campo e per l’organizzaz­ione del club. Negli ultimi anni non è più il Milan. Ci sono meno soldi, ma sono soprattutt­o le scelte che lasciano a desiderare: si parla di giovani e poi dopo 6 mesi vengono ceduti in prestito, poi si punta su un allenatore giovane e si cambia subito idea. Una volta tutto questo non succedeva».

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I suoi ex compagni Maldini e Albertini sostengono che sia finita un’epoca e che il Milan non si sia attrezzato. «La dimostrazi­one è la Juve, la prima squadra italiana che, cambiando, ha preso uno stile inglese o tedesco. La Juve ha uno stadio di proprietà e soprattutt­o ha messo gli uomini giusti al posto giusto. C’è stata una rivoluzion­e nel club, per 4-5 anni non riuscivano a centrare gli obiettivi ed è stata creata una società nuova. L’esempio per il Milan oggi deve essere la Juve».

Ma ora avrebbe senso sostituire l’allenatore? «In questi anni aver cambiato spesso l’allenatore non ha portato a niente, quando si cambia bisogna cominciare tutto daccapo. C’è bisogno di programmaz­ione e si deve avere massima fiducia nel tecnico».

L’Inter, per come sta giocando, può vincere lo scudetto? «Nell’Inter di Mancini rivedo la Juve di Capello, è forte fisicament­e, non gioca un calcio bellissimo, ha giocatori antipatici, duri, che si fanno odiare in campo, e quando hai gente di questo tipo è difficile perdere».

Si riferisce a Felipe Melo? «Anche a Medel e alla linea difensiva che è sempre cazzuta, sempre sul pezzo, non mollano

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