Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Il suo Pisa

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«La ragione principale dei nostri 30 punti e del 3° posto è il gruppo. Questi ragazzi mi seguono e per un allenatore è una grande soddisfazi­one. Siamo partiti col 4-3-3, poi siamo passati al 4-4-2 e da un po’ di tempo ci siamo messi a tre in difesa. Siamo una squadra che prova a giocare, a costruire, pochissime palle lunghe, anche se con un attaccante come Cani potremmo anche fare dei lanci lunghi, ma a noi piace costruire da dietro. Non molliamo mai, tant’è vero che abbiamo segnato parecchi gol negli ultimi minuti, corriamo tanto e non ci stiamo a perdere. Abbiamo tantissimi giovani che giocano con continuità. Certo, pecchiamo di superficia­lità ed inesperien­za, ma è normale. A metà agosto avevamo 9 giocatori nuovi e con questi 30 punti abbiamo fatto qualcosa di importante».

«Giochiamo bene e non molliamo mai Adesso ci crediamo Ricci e Varela possono arrivare»

Qual è l’obiettivo? «Ora che siamo terzi, ci vogliamo provare. Nel prossimo mercato cercheremo di migliorare questa squadra anche se non è facile perché non c’è un grande budget e perché non vogliamo rovinare l’ambiente all’interno dello spogliatoi­o».

C’è un giocatore della sua squadra che può arrivare in Serie A? «Uno è Matteo Ricci, per l’età (classe ‘94, ndr) e per la qualità del suo gioco. Deve crescere ancora tanto, ma può fare la Serie A, ha visione di gioco, tocca tanti palloni, se migliora sul piano caratteria­le, se matura ancora può fare bene davvero. L’altro è Varela».

Si può dire che questa, a Pisa, è la sua vera partenza? «Non rinnego quello che ho fatto prima, anzi. Ho cominciato presto con una grande come il Palermo, dove penso di non aver fatto male, perché dopo 7 partite, con una squadra retrocessa dalla A alla B, essere staccati di solo 3 punti dalla prima non era una tragedia. I rischi li conoscevo bene, solo che nella mia vita non ho mai fatto calcoli, sono uno sanguigno, è andata così punto e basta. A Sion, invece, non ero ancora un allenatore, non mi ero spogliato, facevo il manager e il giocatore. Creta è stata una tappa importanti­ssima. Sei mesi in quelle condizioni, fare 18 punti con tutti quei problemi, far allenare

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