Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Balo ci mette la firma il Milan vede la finale
In Coppa Italia con l’Alessandria i soliti problemi: decide un rigore
A disposizione: Nordi, Picone, Terigi, Sperotto, Cittadino, Vitofrancesco, Iocolano. A disposizione: Donnarumma, Abate, Simic, Calabria, De Jong, Nocerino, Bertolacci, Bacca, Livieri.
MARCATORE: 43’ pt Balotelli (rig.) ARBITRO: Irrati di Pistoia 5. Guardalinee: Di Fiore e Vuoto. Quarto uomo: Doveri AMMONITI: 42’ pt Morero (A), 5’ st Sabato (A), 41’ st Sosa (A) per gioco falloso NOTE: spettatori oltre 20.000. Angoli: 3-3. Recupero: pt0, st 4’. E’ una grandissima vittoria per il Milan e nessuno colga una vena ironica perché non c’è. Uno a zero su rigore in trasferta, all’andata della semifinale di Coppa Italia, contro l’Alessandria seconda in classifica nel girone A della Lega Pro: oggi il Milan non può fare di più. Come risultato ha raggiunto il massimo, come gioco il minimo. Se la preoccupazione a Milanello è di casa, ad Alessandria tornano da Torino ventimila tifosi giustamente orgogliosi della loro squadra. Come gioco e orgoglio, il Milan ha preso un’altra bella lezione.
GIOCO DISASTROSO. Chissà quali pensieri si agitavano anche ieri sera nella mente di Mihajlovic a vedere la sua squadra, a fine gennaio, incapace di mettere sotto sul piano del gioco anche un avversario di Lega Pro. Gli verranno per forza dei dubbi, dei grossi dubbi sulla capacità di apprendimento dei suoi giocatori e anche sul suo modo di farsi capire. Era il Milan di riserva, ma somigliava terribilmente al Milan
dei titolari visto sabato sera a Empoli. E se allora si potevano privilegiare più i meriti di Giampaolo che i demeriti di Sinisa, più la qualità dell’Empoli che le sofferenze del Milan, ieri la differenza tecnica, fisica e atletica doveva essere clamorosa viste le due categorie che separano i rossoneri dai grigi. In realtà, quando l’Alessandria aveva la palla sapeva sempre come muoversi, aprendo il gioco da una parte all’altra del campo, magari senza troppa precisione perché il livello non è eccelso, ma l’organizzazione teneva in piedi tutta la squadra. Per rendere chiara l’idea, il Milan non ha un giocatore come Loviso, una mente pensante, un equilibratore tattico. Mihajlovic aveva affidato il centrocampo a una coppia improvvisata, Mauri-Poli, che per forza ha giocato un calcio improvvisato.
IL RIGORE DI BALOTELLI. L’Alessandria giocava con personalità di fronte a un avversario che invogliava il calcio verticale della squadra di Gregucci. Il Milan, invece, si avvicinava lento (mai palla avanti, quasi sempre laterale) e confuso verso l’area dell’Alessandria, protetta bene dalla coppia centrale Morero-Sirri, Balotelli ha sbagliato due buone occasioni, Vannucchi ha respinto di piede un tiro in area di Poli e poi, in fondo al primo tempo, è arrivato il rigore. Netto l’intervento scorretto di Morero su Antonelli, ma l’azione era partita con un fallo di Poli su Marras. Quel rigore è servito a Balotelli per riprendere confidenza con la rete. In questa stagione ne aveva segnata solo una, a Udine, il 23 settembre scorso. Ha calciato alla sua maniera, forte e angolato, e il Milan ha risolto una partita mica facile, visto che poi, nel secondo tempo, i rossoneri hanno smesso anche di correre. Si è vista solo l’Alessandria. Ci sono stati dei momenti in cui la squadra di Gregucci ha spinto forte, mentre il Milan stava franando, non più preoccupato ma terrorizzato e quasi paralizzato di fronte alla corsa organizzata dei grigi che, in questi 45’, hanno pareggiato il possesso palla arrivando a concludere per 13 volte. Montolivo, entrato al posto di Mauri, non sapeva da che parte orientare l’azione, Honda era disperso, De Sciglio imbambolato. I rossoneri attaccavano solo in contropiede, così Niang ha centrato il palo. Il 2-0 avrebbe tranquillizzato il Milan, perché c’è sempre il ritorno a San Siro e se la squadra è questa...
ALESSANDRIA
MILAN