Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Su strada tutto facile Sui sassi è disciplina­ta

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SU ASFALTO

La nuova Africa Twin è una moto facile, nata principalm­ente per l’utilizzo su asfalto: lo dimostrano 280 km di test tra curve, rettilinei e tornanti sudafrican­i. Nonostante i 230 kg di peso, è leggera da manovrare da fermo o alle basse velocità. Il motore è fluido sia agli alti che ai bassi e si fa bastare (e avanzare) i 95 cv di potenza. Il manubrio largo e alto lascia una sensazione di controllo assoluto anche grazie all’angolo di sterzo ampio, alle pedane che permettono alle ginocchia di incassarsi bene nelle pance del serbatoio e alla corretta altezza della sella. La protezione aerodinami­ca limita al minimo la spinta del vento anche per i piloti più alti. Vibrazioni praticamen­te assenti. Il set-up dell’anteriore è ottimale perché la forcella è stabile in qualsiasi situazione. Il motore è una grande sorpresa: funziona bene a qualsiasi regime, sui tornanti montani va su deciso e ti “spinge” fuori dalle curve anche se le affronti con marce alte. I rapidi cambi di direzione e gli angoli di piega, nonostante la ruota anteriore “off-road” da 21”, diventano quasi da naked sportiva. La frenata è efficace sia davanti che dietro e, nel momento in cui si rischia il bloccaggio, l’ABS interviene pronto ma senza disturbare.

IN FUORISTRAD­A

Sessanta km di terra, sassi, sabbia e dossi caratteriz­zano il “bush” sudafrican­o, teatro della sessione off-road. L’Africa Twin è agile, supera bene i tratti di pietrisco e i dossi naturali grazie ad un telaio rigido ma reattivo e a una forcella che assicura sempre un gran feeling. Quando capita di perdere aderenza sull’anteriore, basta tenere aperto il gas e la ruota torna in asse in una frazione di secondo. La distribuzi­one dei pesi è azzeccata: quando il corpo si sposta per evitare perdite di aderenza decise, la moto si rivela ben bilanciata.

Guidando in piedi si nota come le pedane e il manubrio si trovino alla giusta altezza: con la schiena dritta, le braccia larghe e “morbide” e le gambe ben piantate sulle pedane, la moto si muove sulle asperità ma poi torna magicament­e al suo posto. La frenata, progressiv­a, ci ha stupito, e dove il grip non è di casa ci sono l’ABS (disinserib­ile solo sul posteriore) e ben tre livelli di controllo di trazione.

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