Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

«Lavoro tutta la settimana in officina con mio padre e ho una sola passione: i rally»

- P.d.s.

«Sicurament­e mi sono ispirato a Didier Auriol: mi ha sempre impression­ato la sua storia, la capacità di dare lezioni ai finlandesi sui loro percorsi ghiacciati. Però è indubbio che in Italia il migliore sia stato Miki Biasion».

«Non è un alibi: sono arrivato fino a qui si può fare. Dipende da me convincere gli sponsor»

Qual è per lei il miglior risultato che ha ottenuto in questi anni? «Da una parte il primo posto di categoria al Rally di San Ma- rino 2014, ma mi ha dato più soddisfazi­one il secondo posto in Catalogna».

Secondo Damiano, dove può arrivare De Tommaso? « E’ difficile da dire: io punto a crescere sempre, a migliorare gara dopo gara, cercando di dare e fare il massimo, Nel 2016 ad esempio punto a fare un altro passo avanti, ad accumulare esperienza».

Ma quanto si sente limitato nelle sue potenziali­tà dal fatto di potersi allenare poco o niente? «Non la vivo così, non deve essere un alibi. A detta di tutti e a giudicare dai risultati le po- tenzialità ci sono. Devo solo continuare a lavorare, a sacrificar­mi come ha fatto e fa mio padre per mettermi nelle condizioni di lottare per questo sogno. Se sono arrivato qui con queste difficoltà significa che il margine c’è: ora dipende solo da me convincere sponsor ad investire sul mio stesso progetto».

Com’è il rapporto con gli altri ragazzi dell’ACI Team Italia? «Ottimo, viviamo le stesse esperienze, abbiamo gli stessi progetti, sono tutti bravissimi. La rivalità alla fine non è con loro ma con me stesso».

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