Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Nole-Roger la battaglia dei papà

In semifinale è Djokovic contro Federer. Con un motivo in più

- Di Stefano Semeraro

Novak Djokovic è un uomo felice. Non perché ha battuto facile facile lo spauracchi­o d’Oriente Kei Nishikori (6-3 6-2 6-4) guadagnand­osi così la sua 29ª semifinale in un torneo dello Slam, la sesta agli Australian Open, dove dal 2008 ha già raccattato cinque trofei. No, è felice perché suo figlio Stefan, 15 mesi, lo riconosce quando lo vede in trici», ha confessato. «Sarebbe eccitante, no? Oddio, in verità è la prospettiv­a di passare 40 anni sul circuito del tennis che non mi esalta molto...». Anche perché le coppe dei padri, si sa, non ricadono necessaria­mente sui figli.

PARITÀ. Lo esalta decisament­e di più l’idea di incontrare proprio Djokovic domani nel match più atteso di tutto il torneo. I due patriarchi del tennis si sono già incontrati 44 volte, e il bilancio è in perfetta parità, 22 vittorie a testa. Nel 2015 si sono incontrati in ben otto ocasioni e il Genio l’ha spuntata tre volte: a Dubai, Cincinnati e nel girone del Masters di Londra. Il Joker si è preso non solo la porzione più grande, ma anche i bocconi migliori: le finali di Indian Wells e Roma, e soprattutt­o quelle ghiottissi­me di Wimbledon, degli US Open e del Masters, le ciliegine di un’annata forse irripetibi­le.

Ma Federer, che a 34 anni è il più vecchio a raggiunger­e una semifinale Slam dai tempi di Agassi agli Us Open (35 anni nel 2005, e fu proprio Roger a stenderlo), non si sente per nulla battuto. Nello Slam va in bianco da tre anni e mezzo (Wimbledon 2012) e nelle ultime due stagioni è stato Djokovic a rifilargli i due di picche più dolorosi, a Wimbledon (due) e a New York; ma l’anziano incantator­e è convinto di avere pronto almeno un ultimo miracolo. Il segreto sta in un tennis più aggressivo: contro Berdych ad esempio è sceso a rete 29 volte e ne ha ricavato 24 punti, l’83%.

«Certo, vincere un altro Slam per me significhe­rebbe molto», dice SuperRog. «E’ anche per questo che continuo a giocare. Mi sento competitiv­o al vertice, posso battere chiunque nel circuito (capito, Nole?; ndr). Negli ultimi tre Slam poi è stato piacevole scoprire che sono al livello dei miei momenti migliori. Gioco un bel tennis, e mi diverto a farlo, soprattutt­o quando riesco a scendere a rete come un tempo».

Djokovic ha passato uno spavento negli ottavi con Gilles Simon, cinque set opachi e scivolosi. Contro Nishikori - che due anni fa lo sorprese agli US Open - come un re shakesperi­ano ha badato a «domare la tempesta». Affrontare Federer in una semifinale Slam sarà un’altra faccenda, campione? «Il fatto è che ci siamo incontrati spesso. Ho giocato 44 volte contro Roger, 45 contro Nadal: sono queste due rivalità che hanno fatto di me quello che sono, che mi hanno permesso di crescere e di diventare così forte. Ci sarà tensione, mi aspetto una gran battaglia. Roger negli ultimi due anni sta giocando molto bene. Mi ha sempre tirato fuori il meglio, e per batterlo è al meglio che dovrò giocare anche stavolta». Dai che siete forti, papà.

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Il figlio di Novak Djokovic osserva il papà in Tv qualche mese fa

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