Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
ALLEGRI «NON MI SENTO INDISCUSSIONE»
«La Juve ha le qualità per tirarsi fuori. Buffon ed Evra hanno analizzato la situazione in maniera costruttiva ma in questa squadra non c’è niente da ricompattare»
Le critiche sono «giuste», le parole di Buffon ed Evra sono «pensieri costruttivi», la squadra «ha le qualità per tirarsi fuori». Massimiliano Allegri non si arrende, va avanti e attende la reazione della Juve oggi nel derby. Il momento è delicato come mai negli ultimi cinque anni, la piazza ha alzato il livello di attenzione e si attende un cambio di marcia immediato, come del resto la società. Non resta che tornare in campo e affrontare il Torino vestendo nuovamente i panni della Juve che è stata fino a pochi mesi fa, vincere e scacciare fantasmi e streghe che si moltiplicherebbero nella notte di Halloween.
Dolcetto o scherzetto? L'allenatore bianconero è sotto la lente e naturalmente si augura il dolce dei tre punti. Ma non si nasconde e ammette: «Le critiche sono giuste perché abbiamo 12 punti in classifica, vanno assorbite. Nel calcio vige una regola: alla fine chi vince è un bravo ragazzo, chi perde...». La rima non viene completata ma il finale si intuisce. Max prova a sdrammatizzare il momento, sa che le prossime partite potrebbero diventare decisive per il suo futuro. Torino, Mönchengladbach ed Empoli potrebbero diventare uno spartiacque anche se, al momento, la fiducia della società è intatta. Lui, però, non pensa che la propria panchina scricchioli. «Non mi è mai balenato questo pensiero - racconta Quando mancano i risultati, l'allenatore è il primo ad essere
LE CRITICHE.
chiamato in causa. Ma la squadra ha le qualità per tirarsi fuori, l'ha dimostrato a corrente alternata. Bisogna soltanto trovare continuità: ora che ho tutti a disposizione, avrò più scelte a disposizione, ci sarà più concorrenza. Quanto successo fino a ieri non si può cambiare; possiamo soltanto migliorare la prestazione e la continuità dei risultati. Guardando sempre in avanti, non all'indietro».
Lo sguardo è sempre verso il futuro. Quello immediato risponde al nome del Torino, che per la prima
IL MESSAGGIO.
volta dal 1993 arriva alla stracittadina con un vantaggio in classifica sulla Juve. «Per una volta è molto più importante per noi che per loro - sottolinea Allegri - ma in un derby non ci sono favoriti. Mi aspetto il solito Toro, le squadre di Ventura abbassano il ritmo, sono sempre difficili da affrontare, giocano sempre allo stesso modo. E non vuol dire niente il fatto che nelle ultime due gare hanno subito sei gol: le loro caratteristiche non cambiano». L'imperativo per i bianconeri è ripartire: ma come, dopo il rovescio con il Sassuolo? «Si riparte dalle certezze delle partite precedenti, quella con il Sassuolo è stata una sconfitta inaspettata da parte di tutti. Avere paura non serve a niente, come andare a dare delle spiegazioni. In questo momento c'è soltanto da fare bene quello che stiamo facendo: abbiamo dentro tante energie e dobbiamo buttarle in campo, ma con ordine. La squadra non deve essere nervosa, il nervosismo è inspiegabile e non porta da nessuna parte. In campo bisogna far le cose giuste per vincere una partita o creare i presupposti per farlo».
Certo è che il quarto ko stagionale in campionato ha aperto un dibattito forte in casa Juve e a farsi sentire sono stati due esponenti di punta dello spogliatoio che hanno richiamato il gruppo alle proprie responsabilità. «Quelli di Buffon ed Evra sono stati pensieri costruttivi in un momento difficile e delicato - sostiene il tecnico - ma all'interno della squadra non c'è niente da ricompattare. C'è soltanto da fare buone partite, perché noi facciamo due-tre partite bene e poi ricadiamo nell'errore. Da adesso in avanti la squadra troverà sue certezze, come in tutti i gruppi ci sono titolari e riserve pronte ad entrare. Non si lavora per inserire giovani, ma per fare risultati. Detto questo, può capitare di avere quattro giocatori di 20-22 anni in campo, avendo dieci ragazzi in rosa è inevitabile, ma non è una giustificazione per avere 12 punti in classifica». E alla domanda su che cosa bisogna fare per salvare la stagione risponde: «Salire in classifica ma non dobbiamo dire dove arriveremo. Bisogna pensare partita dopo partita. E poi dobbiamo passare il turno di Champions League, il primo obiettivo».
LA SCOSSA.
«In campo bisogna ragionare, basta con il nervosismo. Non ci sono scuse per i 12 punti in 10 gare»