Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Un paisà spinge Los Angeles
- «Los Angeles? Sì vinciamo noi. Ma anche Roma merita l’Olimpiade. Perché non facciamo una volta ciascuno?».
Eric Garcetti è il giovane sindaco rampante della città californiana che nella due giorni dell’Assemblea Anoc si è fatto notare per il suo attivismo senza confini. Ha fatto le ore piccole al bar conversando con il vice presidente Cio John Coates a il membro israeliano Gilady. Bisnonno originario di Napoli, democratico e gran supporter di Ilary Clinton nella corsa alla Casa Bianca, a 44 anni già sogna di arrivare un giorno alla poltrona di Capitol Hill. Intanto è convinto di riportare i Giochi a Los Angeles per la terza volta dopo l’edizioni del 1932 e 1984.
Poliglotta, oltre all’inglese ovviamente, è fluente in spagnolo e anche italiano, «me la cavo anche col francese, cinese e giapponese». Ha vissuto in quattro continenti e studiato niente meno che alla Oxford University. Ha carisma e fiuto politico. Soprattutto ha alle sue spalle un consenso dei cittadini di Los Angeles che sfiora l’80%. Potrebbe essere lui l’avversario da battere per Roma. Ancor più della grandeur parigina, i cui leader del bid francese qui non hanno certo brillato per simpatia.
«Dico sul serio, amo tantissimo Roma: facciamo una edizione ciascuno», ci dice senza però specificare chi debba prima organizzare i Giochi del 2024. «Mio bisnonno era di Napoli prima di emigrare in Usa, dopo il nonno sposò una messicana». Secondo una recente statistica è il sindaco più amato in Usa. Dopo aver ufficializzato la candidatura in una settimana ha raccolto dai privati ben 31 milioni di dollari per promuovere la corsa olimpica di Los Angeles.
«Carismatico, ma un po’ naif», il giudizio che dà Mario Pescante. «Credeva che a votare per designare la sede fossero i 206 presidenti dei comitati olimpici nazionali e quando gli hanno spiegato che invece saranno solo i circa 100 membri Cio a scegliere la città, ha fatto fatica a crederci».
Un bisnonno napoletano per il sindaco Garcetti «Amo Roma, ma vinceremo noi»