Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
La Ferrari e Vettel troppi errori in qualifica
Vettel e il team fanno autogol Dove Alonso buttò il titolo 2010
E’ perfetto il GP di Abu Dhabi per chiudere il Mondiale, con questo enorme sole che cala sulla corsa e sulla stagione. Purtroppo per la Ferrari, spesso anche sulle speranze. Ieri quando Sebastian Vettel è riuscito a non superare il taglio della Q1 così dovendo partire in terz’ultima fila - impresa non da poco - per un po’ i cronisti si sono chiesti per quale impescrutabile ragione avesse alzato il piede dal gas, rinunciando al giro buono.
C’è chi subito si è fatto in quattro per giustificare la Ferrari (Fisichella in Tv: «Probabilmente Sebastian ha fatto un errore»), mentre una sana schiettezza bresciana ha consentito a Maurizio Arrivabene - il capo, il numero uno, il portatore di colpe - di esprimersi così: «Un errore madornale da parte nostra è costato a Seb l’esclusione dalla qualifica». Vivaddio. Per poi concludere: «Domani (oggi, ndr) dobbiamo solo pensare a fare del nostro meglio per finire la stagione dignitosamente».
TROPPO RISPARMIO. Si è trattato di un abbaglio clamoroso del muretto, che ha invitato Vettel a fermarsi per risparmiare un treno di gomme supersoft. Fin troppe ne ha risparmiate considerato che la sua giornata è finita in quel momento, essendo inedeguato il tempo firmato con Pirelli soft. Capita, ma ecco ancora una volta la maledizione di Abu Dhabi, che dalla prima edizione del gran premio (2009) non ha mai visto una Rossa partire in prima fila né vincere. Neanche oggi sarà prima fila per non parlare del successo, comunque contemplato dalle leggi della statistica.
Lo svarione strategico fa il paio con quello di fine 2010 quando il tattico Chris Dyer - successivamente appeso al pennone più alto della fabbrica - spinse Alonso a marcare Webber e non Vettel, che in quel modo vinse il suo primo titolo mondiale. Chiaro dunque che l’anatema non toccava Alonso allora e non tocca Vettel oggi ma riguarda in esclusiva la Ferrari, chiamata a giocare in casa visto che scelse Abu Dhabi e non altri angoli del mondo per costruire il suo
primo e finora unico parco tematico.
UOMO-SQUADRA. Vettel, da uomo-squadra qual è, ha fatto quadrato con un plurale fumogeno: «Pensavamo fosse sufficiente il giro precedente ma non ha funzionato... Abbiamo sbagliato a giudicare i tempi... No non c’è stato alcun problema tecnico, è stato un errore nostro...». Punto e a capo, chiedendoci cosa riuscirà a fare partendo sedicesimo e, soprattutto, se Kimi Raikkonen in seconda fila (terzo tempo davanti a Perez, questo un exploit su cui andrà fatta luce) darà un senso forte alla sua conferma per il 2016: è lui a dover avanzare, lui il trequartista a dover occupare lo spazio lasciato scoperto dalla punta.
Sul fronte Mercedes, Rosberg ha centrato la sesta pole di fila spingendo Hamilton ad ammettere: «Da Singapore in poi non mi sento più a mio agio su questa macchina». Lewis si riferisce soprattutto al giro secco della qualificazione, anche se la sconfitta di Interlagos non gli torna. A dirla tutta il cannibale Hamilton è stato invulnerabile finché gli è servito, poi è sembrato accusare un calo di tensione. Oggi correrà per il gusto di dare alla stagione di Rosberg una chiusura amara.
Errore clamoroso risparmiare un set di gomme: parte 16º Raikkonen è terzo In pole c’è Rosberg