Corriere dello Sport Stadio (Toscana)
Fill che beffa! Un centesimo dietro Svindal
Il tecnico Ghidoni: «Risultato che farà bene a lui e a tutta la squadra». Paris è settimo
L'Italsci ci ha preso gusto. La troppa voglia di dimenticare il disastro mondiale dello scorso febbraio in Colorado ha davvero avuto un effetto più che benefico in questo avvio di stagione sulla squadra azzurra della neve, già in piena fiducia al femminile in seguito al doppio podio di Federica Brignone tra le porte larghe. A Lake Louise, infatti, arriva la prima fiammata degli uomini grazie ad un sensazionale Peter Fill, secondo in discesa ad un respiro da quell'unica vittoria che aveva centrato sette anni fa proprio sulla pista canadese. Impresa soltanto sfiorata perché a strozzargli l'urlo in gola è stato il norvegese Aksel Lund Svindal, col minimo distacco immaginabile e nonostante qualche errore lungo il tracciato. UNA VERA BEFFA. Un centesimo che sa di beffa, ma al tempo stesso può far sorridere il responsabile degli uomini jet italiani Alberto Ghidoni, perché era difficile chiedere di più al rientrante trentatreenne di Castelrotto, che nove mesi fa aveva dovuto rinunciare alla rassegna iridata di Beaver Creek a causa di un infortunio alla spalla sinistra nella discesa di Wengen. «Sinceramente, Fill aveva mostrato buone cose già in prova e mi attendevo da lui una buona gara, ma non mi sarei mai aspettato che riuscisse a centrare questo un podio ad un centesimo da Svindal, con la voglia che il norvegese ha mostrato di voler cercare la vittoria - ha dichiarato il tecnico azzurro - Faccio i complimenti a Peter, che ho visto molto sciolto fisicamente e mentalmente, e sono convinto che questo risultato farà bene a lui e a tutta la nostra squadra».
Davvero in pochi si sarebbero attesi l'exploit del carabiniere altoatesino, al dodicesimo podio in Coppa del Mondo, e vederlo a lungo al comando della gara, scalzato soltanto dagli ultimi metri pennellati dal re delle Coppe del Mondo 2007 e 2009, vale come un successo. Già in luce nelle prove cronometrate, Svindal è tornato a guardare tutti dall'alto verso il basso a distanza di due anni, un'eternità per il fuoriclasse costretto ai box per gran parte della passata stagione a causa di un incredibile quanto doloroso inconveniente accadutogli durante un'innocente partita di calcetto, che gli aveva distrutto il tendine d'Achille.
TOCCA A PARIS. È stato lui a tenere alto l'onore norvegese, mentre il connazionale Jansrud, doveva accontentarsi della nona posizione: risultato che ha il sapore della sconfitta per il mattatore della velocita nell'inverno scorso. Due gradini più su si infilava Dominik Paris, che però pagava dazio nella parte finale della pista. Il podio veniva, invece, completato da Travis Ganong, statunitense cresciuto nel mito di Kit Carson.
La gara è stata poi a lungo sospesa dopo il terribile volo di Markus Duerager. Il venticinquenne austriaco è stato subito portato via con l'elicottero e per lui si prospetta un lungo stop. Ghidoni ci ha poi tenuto a rassicurare sul risultato del cavallo di razza Paris: «Dominik deve ancora rimettersi al meglio fisicamente, e sono fiducioso perché arrivi al massimo della forma per il weekend casalingo in Val Gardena». Al colosso della Val d'Ultimo, così come ad Innerhofer (dodicesimo), il tracciato che ospitò l'Olimpiade del 1988 presenta subito una seconda chance, con il superG odierno. E stavolta non potrà nascondersi nemmeno Fill, abituato a mettere in serie risultati quando è in fiducia.
Per l’Italsci è il terzo podio di fila dopo i due della Brignone in slalom gigante
Oggi per i velocisti seconda chance in superG, proprio la specialità preferita da Fill