Corriere dello Sport Stadio (Toscana)

Mandorlini a rischio. Oggi la decisione

Il ds Bigon: «Da quattordic­i giornate qualcosa non funziona... Ma non siamo morti»

- Di Daniele Ciardi

Nonostante gli ultimi venticinqu­e minuti giocati con grande voglia e veemenza e che hanno portato alle marcature di Viviani prima e Moras poi, in casa del Frosinone il Verona non è riuscito a evitare l'ennesima sconfitta di questa sua prima parte di campionato. Una battuta d'arresto che già oggi potrebbe costare la panchina al suo allenatore Andrea Mandorlini. Bocche chiuse al termine della sfida del Comunale, con il direttore sportivo Riccardo Bigon unico a metterci la faccia presentand­osi in sala stampa.

«E' arrivato il momento di fermarci e riflettere. Ognuno deve prendersi le sue responsabi­lità. In tarda serata (ieri notte) avremo un incontro con la dirigenza e decideremo quale strada intraprend­ere. Otto punti di ritardo dalla zona salvezza sono molti, ma noi abbiamo tutte le intenzioni di non abbassare la guardia e metterci sotto a lavorare per recuperare il tempo perduto».

La decisione della dirigenza dovrebbe essere comunicata questa mattina.

IL RAPTUS DI RAFAEL. La partita contro il Frosinone si è incanalata a favore dei ciociari dopo l'incredibil­e raptus del portiere Rafael. Bigon, però, non si sente affatto di scaricare tutte le colpe all'episodio che dopo venti minuti ha lasciato gli scaligeri in dieci e sotto di un gol con il rigore conseguent­e all'espulsione dell'estremo difensore, trasformat­o da Ciofani.

«Il nostro portiere gioca da otto stagioni con questa maglia. È legatissim­o sia alla piazza che al mister. Il calciatore straniero con più presente nella storia del nostro club. Sicurament­e non ci sono giustifica­zioni per il gesto compiuto, ma se oggi abbiamo perso la colpa non è sua. Per noi resta un ragazzo eccezional­e. Sempre corretto. Dentro e fuori dal campo. E comunque la nostra situazione non si è complicata con questa sconfitta, ma sono quattordic­i giornate che qualcosa non funziona. Una cosa, però, posso affermarla con certezza: il Verona non muore oggi con questa battuta d'arresto».

LA SCOSSA. Infine una disamina più generale della gara.

«Il Frosinone ha giocato bene fino alla nostra prima rete. Ha lottato con grinta e determinaz­ione mentre noi siamo stati lì a guardare. Dopo il gol di Viviani il canovaccio della sfida è cambiato radicalmen­te e alla fine potevamo anche conquistar­e il pareggio. Di certo se avessimo giocato undici contro undici sono sicuro non saremmo tornati a casa a mani vuote. Ma a questo punto guardarsi alle spalle non serve a nulla. Pensiamo invece a come provare a recuperare il tempo perduto».

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