Corriere dello Sport Stadio (Toscana)
L’URGENZA A gennaio il Bologna andrà a caccia di gol
Non ci sono alternative a Destro. E il gioco ne risente
La sconfita di Torino, la prima con Donadoni in panchina, ha accelerato i tempi, perché quella che era un’esigenza e già s sapeva che sarebbe diventata una necessità, in questo week end si è tramutata in un’urgenza. E’ suonata la sirena del mercato. E suona forte, l’allarme. Servono uno-due attaccanti, oltre a Destro. La prima partita dell’anno chiusa senza nemmeno un tiro in porta (recod storico) ha fotografato il più evidente dei problemi del Bologna. La mancanza di soluzioni alternative in un attacco costretto come a Torino sabato sera - a giocare senza Destro. E’ un problema di gol, ma non solo. Gennaio è vicino, urgono soluzioni. L’intenzione del club è quella di garantire a Donadoni un reparto più ricco di qualità e sostanza. Si sapeva, però. Il problema è vecchio, risale all’estate. All’epoca il club ritenne che il solo Destro bastasse a garantire i gol utili per la salvezza. E non si sentì il bisogno di trovare invece un paio di attaccanti per dare sostanza al reparto offensivo. Lo stesso Borriello, tenuto a lungo a bagnomaria, venne alla fine lasciato andare perché non si ritenne opportuno metterlo in concorrenza con Destro. Per dire: ieri Borriello, con il suo ingresso in campo, ha rivoltato Genoa-Carpi, incidendo pesantemente sulla gara e regalando tre punti pesantissimi alla squadra di Castori. Un giocatore così, oggi, il Bologna non ce l’ha. Non c’è nell’organico rossoblù un solo giocatore portatore sano di un briciolo di follia calcistica, ovvero non esiste nessuno che - pur pagando dazio alla continuità - abbia il colpo in canna per cambiare l’inerzia di una partita con il suo ingresso in campo.
REPARTO CON LIMITI EVIDENTI. Fidarsi di un reparto così composto come quello attuale è stato un errore di valutazione che sta costando caro. C’era Destro da ricostruire (ora ci siamo, ma ci sono voluti paio di mesi), c’era Mancosu che arrivava in A a 31 anni e c’era Acquafresca che - ahilui - continuava ad essere un equivoco. Stop. Poco. Troppo poco. Lo si è visto a Torino: Mancosu e Acquafresca, con tutta la buona volontà, non sono - per motivi diversi soluzioni all’altezza della situazione. L’importanza di Destro, ora che da un mese a questa parte ha trovato la condizione che gli mancava ad inizio stagione, non è solo nei gol realizzati (due in tre partite della gestione Donadoni) ma nei movimenti d’attacco, e quindi nella capacità di far girare la squadra e dare un senso al gioco rossoblù. Con Destro in campo il Bologna ha segnato sette reti, portando nel tabellino - oltre allo stesso centravanti - altri quattro giocatori. Era sembrato a tutti l’inizio di una piccola svolta, ma la rivoluzione si è inceppata al primo problema (Destro squalificato). Il Bologna con il suo centravanti titolare aveva un gioco brioso, non esente da difetti; ma comunque fluido e concreto. L’assenza di Destro ha scoperchiato i limiti che stavano a filo d’acqua. Contro il Torino Mancosu è rimasto in campo 63 minuti ed ha toccato il pallone 14 volte. Risultato: Mancosu ha toccato il pallone ogni quattro minuti abbondanti. Acquafresca non ha fatto meglio, anzi si è adagiato alla mediocrità; con l’unico alibi che il calo fisico e mentale della squadra è coinciso - ahilui - con il suo ingresso in campo. Nè Mancosu e neppure Acquafresca hanno mai tirato in porta. Nessuno dei due, soprattutto, si è offerto come punto di riferimento per le azioni d’attacco. Il club correrà ai ripari, questo è certo.
Che tipo di attaccante serve al Bologna? Dal punto di vista numerico ne servono almeno due. Uno che possa sostituire Destro e un altro con caratteristiche diverse che possa giocargli a fianco, o comunque offra a Donadoni soluzioni di gioco diverse e magari vada nella direzione del 3-5-2, modulo da sempre caro al tecnico.
Acquafresca e Mancosu sabato a Torino hanno evidenziato tutti i loro limiti
A Donadoni serve una punta che faccia il vice-Destro e un’altra più fisica adatta al 3-5-2