Corriere dello Sport Stadio (Toscana)
IL NAPOLI VINCE LA GRANDE SFIDA (2-1) E VOLA AL PRIMO POSTO MA L’INTER C’E’
Gran doppietta di Higuain i nerazzurri (in dieci) reagiscono: Ljajic accorcia poi due pali nel recupero!
Un quarto di secolo dopo il Napoli è tornato da solo in testa alla Serie A. L’Inter gli ha ceduto il primato nello scontro diretto del San Paolo e per un’ora è stato giusto così. Era poco il gioco di Mancini per reggere il confronto col Napoli. Higuain, il re di questo stadio, aveva incenerito la capolista con la sua doppietta e lo sciagurato Nagatomo l’aveva lasciata in 10 già nel primo tempo. Poi però il Napoli è scomparso. Paralizzato dalla paura del primo posto così tanto atteso, sul campo sembrava la squadra in inferiorità numerica, non quella con un uomo in più. E’ venuta fuori tutta la forza dell’Inter, il suo
carattere, la sua rabbia. Ljajic l’aveva portata sul 2-1 e solo i pali di Jovetic e di Miranda (con prodezza di Reina) hanno impedito ai nerazzurri di riprendere risultato e primo posto.
UN’ORA DI NAPOLI. La differenza era già nota dalle prime battute del campionato, ma il gol-lampo di Higuain l’ha resa ancora più evidente: il Napoli gioca, l’Inter aspetta, e quando, preso il gol, ha dovuto cambiare i suoi piani si è vista la sua difficoltà a costruire la manovra. Aveva in campo un solo giocatore di qualità, Ljajic, e infatti è stato l’unico interista a creare gioco anche quando gioco non c’era, facendosi dare palla in tutte le zone del campo. Dall’altra parte, la qualità è il marchio di casa e Hamsik, Jorginho, Allan e Insigne hanno portato continui pericoli nell’area interista. Semmai il Napoli ha sbagliato le scelte finali, l’ultimo passaggio, la rifinitura o la conclusione, ma la rete del Pipita aveva tolto all’Inter la possibilità di giocare come pensava Mancini, come aveva fatto contro la Roma, difesa e contropiede. Il Napoli ha trovato subito gli spazi di cui ha bisogno per giocare il suo calcio e per l’Inter è stato difficile per un’ora rimettere in piedi una partita completamente diversa da quella immaginata.
L’IRRESISTIBILE HIGUAIN. E’ stato lui, il sire del San Paolo, a frantumare la difesa nerazzurra pochi secondi dopo il primo minuto di gioco. Va detto che l’Inter si è fatta sorprendere proprio nella fase che aveva preparato meglio, quella difensiva. Quando è partita l’azione del Napoli, Guarin aveva già perso Hamsik poco oltre la linea di centrocampo, Insigne ha alzato la velocità contrastato male da D’Ambrosio, Miranda ha sbagliato l’intervento sulla palla, Callejon è stato lesto ad arpionarla e Higuain rabbioso a strapparla dai piedi del suo compagno e a sbatacchiarla in rete. Così segna un bomber cattivo, uno che vuole vincere.
L’IMPERDONABILE NAGATOMO. Nell’Inter c’era qualcosa che non quadrava nella distribuzione delle marcature. Una in particolare, quella di Icardi su Jorginho. Era inadatto al compito, lo controllava o quando non ce n’era bisogno o quando era troppo tardi. Seppure con fatica, risalendo dai turbamenti del suo gioco approssimativo, l’Inter ha comunque provato a impensierire il Napoli, la prima volta dopo mezz’ora con Guarin, la seconda con Perisic. Vedendo quanti errori stava commettendo il Napoli alla fine della sua azione e vedendo con quanta forza e tecnica Ljajic stesse riportando la sua squadra in attacco, c’era da pensare che la partita fosse ben lontana dalla sua fine. Non potevamo immaginare però che fosse in agguato la follia del piccolo Nagatomo, capace di prendere la prima ammonizione al 35' per un fallo su Callejon e la seconda, con conseguente rosso, 9' più tardi per un’entrata fuori tempo su Allan. Mancini ha provveduto al cambio nell’intervallo: fuori l’inutile Icardi, dentro Telles.
E ANCORA IL RE PIPITA. L’Inter è rientrata in partita prima con freddezza e poi con furore nonostante il secondo botto di Higuain che, spalancando gli sportelli, ha tenuto lontano Murillo dopo un rinvio di testa di Albiol e scaraventato in rete la palla del 2-0. Il Napoli si è accontentato e addolcito, commettendo così l’errore più grave della sua partita, e Ljajic ha segnato un gol che meritava. E’ stato l’inizio di un’altra partita. Il Napoli più brutto si è visto dal 2-0 in poi, troppo tenero, troppo preoccupato, sentiva come un macigno il primo posto, ha perso tutta la sua sicurezza, gli è venuta la tremarella. Doveva chiuderla e non lasciare all’Inter la possibilità dell’impresa che alla fine avrebbe meritato di realizzare: negli ultimi secondi, palo di Jovetic e palo di Miranda. Il primo posto se n’è andato così.