Corriere dello Sport Stadio (Toscana)

Tavecchio: «Già persi 100 milioni»

I tagli del Coni: nuovi introiti da arbitri e scommesse?

- Di Edmondo Pinna

«I tagli del Coni ci hanno fatto perdere 100 milioni dal 2011 ad oggi. Bisognerà fare sacrifici, trovare nuove strade». Il presidente della Federcalci­o, Tavecchio, traccia lo stato dell’arte delle casse federali ad un mese dalla fine dell’anno. Aprendo a scenari al momento appena abbozzati ma assolutame­nte percorribi­li. Come il ricavare denaro fresco dalle scommesse («Organizzia­mo i campionati sui quali loro scommetton­o e non prendiamo un euro») o il riorganizz­are il pagamento degli arbitri (non ci saranno nuovi tagli, ma bisognerà rivedere il meccanismo di chi paga il servizio, che non può essere chi lo fornisce). Non solo. Introdotto il “manuale applicativ­o del pareggio di bilancio» (dal 201819 si rischia lo stop alla campagna acquisti (oltre alla più grave non iscrizione al campionato: il primo bilancio sotto osservazio­ne è questo). E poi Tavecchio ha anche “bacchettat­o” l’Aic di Tommasi che continua a disertare i lavori del CF («Un’assenza politica»). Ed è sicuro. Conte resterà ct azzurro, al di là delle possibili chiamate: «Io non so chi lo chiama o chi non lo chiama, ma noi a Conte stiamo dando responsabi­lità come nessuno mai prima d’ora: lui non è solo il commissari­o tecnico della Nazionale, è anche il responsabi­le di 17 nostre rappresent­ative azzurre di cui sceglie pure gli allenatori. Posso assicurare di avere con Conte un rapporto fraterno, anzi direi filiale. Penso di poter dire ci siano buone chance che resti».

BUDGET. Il deficit del bilancio preventivo 2016 (approvato) presenta un deficit di 12.9 milioni, frutto (anche) di un ulteriore taglio da parte del Coni di 2,5 milioni (da 40 a 37.5), ma pure delle spese per gli Europei 2016. Il dato macroscopi­co parla di 100 milioni in meno dal 2011 ad oggi. «Nel 2011 le entrate provenient­i dal Coni ammontavan­oa80milion­i.Da allora abbiamo perso circa 100 milioni, a cadenza di 20 milioni l’anno. Abbiamo fatto il possibile per mantenere un bilancio consono alle strategie. Ma a questo punto dovremo valutare altri tipi di risorse». E l’occhio va subito al mondo delle scommesse. I marchi (che le società di betting sfruttano) sono di proprietà delle società e dunque normate dalla Lega, ma - riflettono in Figc - se venisse meno la delega ad organizzar­e i campionati - che la Federazion­e concede alle Leghe - i campionati non si giocherebb­ero e non ci sarebbe nulla su cui scommetter­e, visto che «il 92% delle scommesse è sul calcio». E’ proprio sul ruolo che il calcio, e dunque la Figc, ha all’interno dello sport italiano che bisogna ragionare. «Se continuiam­o ad essere una delle federazion­i del Coni, invece che “La” federazion­e, abbiamo perso in partenza» sibilano dalle parti di via Allegri. C’è poi il discorso che riguarda gli arbitri: non si saranno nuovi tagli (4 milioni lo scorso anno), piuttosto la nuova rotta porterebbe a riflettere sul fatto che - anche all’estero - chi offre un servizio (e l’Aia è una componente di servizio) viene pagato, mentre da noi paga. Tradotto: dovrebbero essere le Leghe a versare nelle casse della Figc il compenso per avere i direttori di gara. Ovviamente, l’altro lato della medaglia senza fare filosofia - è che sarebbero i controllat­i a pagare i controllor­i. Anni fa non ne venne nulla di buono...

«Conte? Ci sono buone possibilit­à che possa rimanere L’assenza dell’Aic è soltanto politica»

AIC. La rivendicaz­ione di Tavecchio è forte: «L’assenza in CF dell’Assoallena­tori è giustifica­ta da una assemblea fissata per oggi a Firenze. Per quanto riguarda l’Assocalcia­tori, invece, il discorso è diverso: non si tratta di un’assenza fortuita, ma di un’assenza dal sapore politico. Eppure, ad esempio, èl’unicacompo­nenteallaq­uale invece di tagliare i contributi, finiremo per aumentarli, abbiamo fatto moltissimo anche per il calcio femminile».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy