Corriere dello Sport Stadio (Toscana)

MANDZUKIC Quando serve segna sempre lui

E’ il croato l’uomo che ha cambiato il destino della Juve

- Di Furio Zara

L’utilizzato­re finale che in un mese ha cambiato l’orizzonte della Juventus ha un pregio raro: segna (quasi sempre) gol pesanti che marchiano a ferro e fuoco le partite, sono reti che valgono come francoboll­i sulle vecchie buste. L’indirizzo è la vittoria, l’uomo che spedisce le buste è Mario Mandzukic. Sei volte quest’anno il croato è entrato nel tabellino dei marcatori, sei volte la Juventus ha vinto. E’ da questi particolar­i che si giudica un giocatore. Peso specifico altissimo, incidenza massima sul risultato. Bomber come quelli di una volta, portatori sani di fisicità e praticità, sudditi felici di una sola dittatura, quella del gol, alla faccia della chiacchier­a da pianerotto­lo sul «falso nueve» che ha riempito questi anni.

IL MESTIERE DEL GOL. Il dettaglio di questa stagione conferma l’importanza di Mandzukic sulle sorti bianconere: gol che sblocca il risultato in Supercoppa contro la Lazio (poi raddoppier­à Dybala),gol del pari a Manchester (poi Morata firmerà la vittoria), gol dell’1-0 finale al ritorno col City, 2-0 contro l’Atalanta, momentaneo 1-1 che da il là alla rimonta a Empoli (finirà 3-1) e gol vittoria (10) a Palermo domenica sera.

Gli snob che arricciava­no il naso per via di una tecnica non esattament­e raffinata si dovranno ricredere. L’utilità di Mandzukic non si discute. Il suo mestiere è fare gol. Sono 175 in carriera, il più prestigios­o resta quello che nel 2013 ha aperto la notte di Champions, nella finale tutta tedesca tra Bayern e Borussia Dortmund. Per dire: nelle ultime tre stagioni tra Bayern e Atletico Madrid è andato a segno 68 volte. Li segna tutti dentro l’area (siamo attorno al 99%), la gabbia in cui si muove, come una belva prima di azzannare la preda. Il 50% di testa, il resto sono zampate, morsi, unghiate. Nei grovigli umani che si formano in area, i difensori si agrappano all’aria, mentre SuperMario la butta dentro, per informazio­ni chiedere a Struna, difensore del Palermo travolto l’altra sera dal vortice croato. La Champions è il suo giardinett­o. Due gol in tre presenze quest’anno con la maglia della Juve, sono 13 nelle ultime 33 partite del torneo. PUO’SOLOMIGLIO­RARE.Cisono infine due consideraz­ioni che fanno felice Allegri. La prima: SuperMario è anche un assist-man tostissimo. Spizzate, movimenti, sponde: il repertorio è completo. Cinque assist l’anno scorso con l’Atletico, erano stati 21 nei quattro anni in Bundesliga: media di cinque a stagione. E’ ancora fermo a zero quest’anno, ma la storia non mente. La seconda consideraz­ione riguarda il carattere e i nervi tesi in campo. Si diceva: ha un carattere ruvido, spigoloso, rissoso. Vero, è storia. Qualcosa però è cambiato. La vera nota positiva è che quest’anno non ha beccato un solo giallo. In carriera sono 70, uno ogni cinque partite. L’anno scorso con l’Atletico Madrid era stato ammonito 14 volte, 10 i campionato e 4 in coppa. Troppe? Sì, troppe. Forse la preghiera in croato dell’Angelo Custode che si è tatuato sulla pelle sta cominciand­o a dare qualche risultato.

Grinta e potenza, incide come pochi La Champions è il suo teatro: 13 gol nelle ultime 33 gare

Può ancora migliorare come uomo-assist e in campo è diventato persino più buono...

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