Corriere dello Sport Stadio (Toscana)

Modena, ora dentro o fuori Crespo lo sa

La crisi strisciant­e è diventata realtà. Il tecnico al bivio verità

- Di Stefano Ferrari

Il calcio è fatto di episodi, si dice. Sono i momenti che si alternano nel corso della partita che, nel bene e nel male, determinan­o il risultato. Prendete ad esempio Modena - Entella di sabato scorso: poco prima della rete, decisiva, di Caputo, era stato Riccardo Nardini a non trasformar­e in gol un'occasione d'oro. Sullo 0-0 un pallone che tagliando tutta l'area di rigore era arrivato sui suoi piedi e che, vuoi perché non se l'aspettava, vuoi per irruenza, anziché indirizzar­e in porta aveva toccato verso il centro, dove c'erano soltanto difensori liguri. Un caso, l'episodio, appunto.

ANALISI. Ma analizzand­o il primo terzo di stagione già messo in soffitta del Modena in questa serie B, non si possono spiegare le basse prestazion­i, le pessime medie realizzati­ve e le tante sconfitte soltanto dando la responsabi­lità ai diversi istanti della partita. C'è di più e c'è dell'altro. C'è che i gialloblu non hanno mai dato l'impression­e di disporre dell'avversario e nelle poche partite in cui sono riusciti a prevalere, è stato soltanto questo o quell'episodio, appunto, a regalare i tre punti al Modena. Dunque, sotto esame c'è l'intera struttura della squadra, come è stata pensata e costruita: chi doveva sbocciare per il momento non lo ha fatto (Doninelli) o l'ha fatto a metà (Giorico), chi doveva fare la differenza non l'ha fatta vuoi per infortuni a catena (Galloppa), vuoi per involuzion­e (Belingheri), vuoi perché magari i miracoli si stanno esaurendo, come è il caso di Granoche.

ASSETTI. Tre i temi tattici utilizzati da Crespo, forse troppi: difesa a tre, nel 3-5-2, schema attuale. Struttura classica del 4-3-3, oppure con un trequartis­ta alle spalle delle due punte, o della punta. Che hanno polveri bagnate, per diversi motivi, ma comunque sia, al momento non se ne esce. Poche certezze, dunque. Non ci sono in rosa, ali di ruolo, ma diversi attaccanti centrali (Granoche, Stanco e Sowe), gli esterni abbondano, si fa per dire, solo in difesa. Invece, a centrocamp­o c'è un'abbondanza di centrali enorme, ce ne sarebbe per due squadre di serie B, più una messe di giovani che per il momento non sono né carne né pesce e che probabilme­nte non hanno potuto essere inseriti con i giusti tempi a causa della necessità di fare risultato che attanaglia il Modena sin dalla prima giornata.

ALIBI. Non si può incolpare l'infermeria, almeno oggi: Osuji e Mazzarani a parte, giocatori indisponib­ili non ve ne sono, la rosa è di una trentina di elementi che, per il momento, non hanno meritato granché. Tempi: da qui alla fine del girone di andata e del contestual­e inizio del mercato di gennaio, mancano sei partite, troppe per pensare soltanto a riparare la macchina. Serve un cambio di rotta, magari basato sulle certezze che, finora, mister Crespo anch'egli alle prime armi in categoria non ha saputo dare. E' una questione di equilibri che un centrocamp­o di sola qualità e di pugnacia relativa non riesce a trovare: servirebbe forse un Modena più di lotta che di governo, ma il piatto piange e all'orizzonte almeno cinque delle prossime sei avversarie che chiudono il girone, stanno davanti in classifica. Quindi, non di soli episodi è fatta la crisi del Modena.

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LAPRESSE Il tecnico del Modena, Hernan Crespo, 40 anni, debuttante in B

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