Corriere dello Sport Stadio (Toscana)

Fioravanti «I costumi ora li vendo»

L’olimpionic­o a rana: «Altri hanno deciso al posto mio»

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Il buio da un giorno all’altro. E poi di nuovo la luce con la sua creatura, Akron. Domenico Fioravanti non ha avuto la fortuna (o sfortuna) di decidere il giorno in cui smettere, il giorno in cui dire basta: un’ipertrofia cardiaca ha interrotto la sua carriera bruscament­e, dopo due medaglie d’oro ai Giochi (100 e 200 rana a Sydney 2000: i primi trionfi olimpici del nuoto azzurro) e un’altra vagonata di riconoscim­enti in ambito europeo e Italiano. E’ rimasto nel microcosmo del nuoto: adesso produce costumi per le nuove generazion­i.

«E’ un’azienda a conduzione familiare, il fatturato non lo rivelo, ma posso dire che sintetizza tutta la mia vita a livello lavorativo. Non mi sono mai posto il problema del dopo, diciamo che nella sfortuna sono stato un po’ fortunato perché alla fine hanno deciso altri per me, mi sono trovato un po’ spiazzato a non poter più nuotare senza avere un’idea chiara del futuro».

I sogni però sono sempre gli stessi. «Vedere un italiano vincere le Olimpiadi con un costume Akron. Una bella impresa è stata già centrata a Doha con Marco Orsi ai Mondiali in vasca corta: è arrivato al secondo posto. Sono soddisfazi­oni per noi che siamo un piccolo brand rispetto a dei colossi». Da lì anche lo slogan: “Il costume italiano più veloce del mondo”. Ci vuole fantasia, voglia, sudore. Elementi che non ha mai abbandonat­o. Fioravanti.

Ha lasciato Roma per occuparsi della sua azienda, che ha sede in provincia di Verona. E’ stato un percorso lento, non immediato. «Mi sento più ricco dentro, so più cose, anche se mi occupo poco di numeri. E’ nato tutto così per gioco, sono in società con un altro ragazzo che nuotava con me e con il padre che ha lavorato in questo settore per quasi trent’anni. Un giorno abbiamo pensato di fare qualcosa di nostro ed è nato tutto, senza grandi programmi . Dopo dieci anni abbiamo una bella azienda, una bella attività nella quale crediamo. E’ un prodotto made in Italy». Il mondo si è capovolto. «Sicurament­e lavoro più adesso, però è una fatica diversa. Quando sei atleta devi pensare solo a quello, solo ad allenarti bene e ad andare forte in gara. Adesso la fatica è mentale».

l.s./Infopress

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Domenico Fioravanti, 38 anni

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