Corriere dello Sport Stadio (Toscana)
DESTRO Ecco il piano per San Siro
Si allena a parte: tutti i segreti per essere al top con il Milan
Spinge a tutta. Come un rullo compressore. Destro caterpillar. Non lo fa sul campo, lo fa dietro le quinte. Nelle palestre. Con le tabelle e i programmi scanditi. Il Mattia Destro segreto è un cyborg che suda e s'impegna. Vuole essere pronto per il campionato che ricomincia, per la seconda parte di stagione che può valere la salvezza. Più pronto che mai, Destro. Più di prima, non come prima. In questi giorni di ritiro il Bologna sta lavorando alla forma fisica. E anche Destro, al lavoro senza risparmiare le energie. Lo sta facendo insieme a Franco Chinnici, il suo preparatore, e a Giovanni Andreini, il guru della preparazione. Un lavoro personalizzato che Mattia sta cercando di portare avanti nel modo migliore.
PROGRAMMA. Gli hanno cucito un programma su misura. Test atletici per lavorare sulla forza e sulla resistenza. E poi c'è la questione della caviglia. Prima della sosta Mattia giocava con un (piccolo) problema alla caviglia. Ha sempre stretto i denti, cercando di non mollare mai. C'è sempre stato, vuole giocare. Ma è adesso che lo staff del Bologna sta lavorando per risolvere definitivamente questo problema che, alla lunga, potrebbe anche riacutizzarsi. Palestra, esercizi, corsa. Un programma personalizzato (come altri compagni) che Destro sta seguendo con grande volontà. A inizio stagione la condizione non era delle migliori. C'era da ritrovare la forma, l'intensità, novanta minuti perfetti. Con il passare delle partite è arrivata. Le vacanze hanno interrotto bruscamente il tutto. L'obiettivo dello staff, dunque, è dare all'attaccante la benzina giusta per arrivare fino alla fine della stagione.
INTENSITA'. E' un lavoro che lo staff del Bologna ha studiato su parametri specifici nei minimi dettagli. Valori fondamentali per comprendere la reale condizione del giocatore. Destro sta bene, ma ha bisogno di aumentare un po' alcuni indici. Carico esterno, volume e intensità. Si lavora su quelli. Ma anche le sollecitazioni per raggiungere il massimo. Molto sta facendo anche l'entusiasmo. Rispetto a qualche mese fa, Mattia è sereno. Si sente bene, utile alla squadra. Ma non basta, la stagione è lunga. Così è stata stilata una tabella con valori che servono a fargli raggiungere un punto specifico. Senza esagerare, perché l'obiettivo è dare al giocatore il giusto stato di forma. Rispettando i principi del carico, cioè regole che valgono per ogni allenamento. Durerà fino ai primi giorni di gennaio. Un percorso a ostacoli che darà a Mattia il fiato e la forza. Per arrivare alla salvezza. Il fiuto del gol, beh, quello ce l'ha dentro.
Gli eroi e i crociati e i prodi e gli audaci rossoblù che conquistarono San Siro. E cominciamo dal dopoguerra (prima si giocava all’Arena) quando il Bologna guidato dall’ex interista Aldo Campatelli (subentrato al dimissionario Gipo Viani) espugna San Siro liquidando con un perentorio tre a zero proprio l’Inter con gol di Cervellati, Randon e del diciannovenne Pascutti. Siamo nella primavera del cinquantasei e da quel giorno per il Bologna a Milano ci sono solo bastonate a raffica finché però nel marzo del sessantaquattro il gran Bologna di Bernardini si impone sul Milan con gol di Harald Nielsen e dell’immancabile e implacabile Pascutti. I rossoblù vincono e già prefigurano una chance di quel settimo sigillo che poi verrà. Un salto in avanti di qualche anno e nella prima giornata il Bologna di Cesarino Cervellati vince a Milano (Inter) e segna il gol vincente lo stravagante Gil De Ponti, un toscanaccio che già a Cesena gironzolava tenendo al guinzaglio una malcapitata oca e ancora più tardi il Bologna in Coppa Italia e in una serata di tregenda (nebbia e neve) fa fuori il gran Milan berlusconiano e l’eroe della serata è Stefanone Torrisi che con il rigore decisivo fa centro e ancor oggi dalla lontana Praga (Stefanone insieme alla moglie ceca ha un suo negozio di abbigliamento la rammenta l’impresa gonfiando i pettorali). E nel Bologna di Guidolin il sudamericano Cruz alla sua prima stagione batte la fiacca e allora Guidoln lo toglie e al suo posto fa entrare il bolognesssimo Giacomo Cipriani (che porta il Bologna alla vittoria con una imperiosa doppietta) e che poi dovrà concludere presto la carriera per via di una incredibile catena di infortuni. E negli anni Duemila arriva a Bologna Marco Di Vaio, quasi sbolognato dal Genoa che non crede più minimamente nel giocatore. Ma nel match di apertura a Milano-Milan Di Vaio gioca perché altri non stanno bene e fa gol e fa vincere il Bologna e da quel pomeriggio nasce e germoglia per Marco Di Vaio, la sua gran epopea rossoblu. Giacomo Bulgarelli raccontava sempre che a Milano mai gli avevano fischiato unrigore a favore, in vent’anni di carriera e in effetti rarissimamente il Bologna lassù e riuscito a salvare la pellaccia. Ma c’è una storia datata millenovecentosessantuno che voglio raccontare. Inter contro Bologna, per ben quattro volte il Bolgna va in vantaggio e particolarmente Pascutti e Luis Vincio imperversano. Ma quell’Inter del Mago Herrera puntualmente rimonta, il portiere del Bologna Santarelli non è impeccabile e insomma sei a quattro per l’Inter e ringraziare. Ma quel giorno chi era là (e anch’io fra i tanti) ebbe la sensazione che stesse per nascere un grande Bologna. L’anno dopo ecco il Bologna da Paradiso e, dopo due quarti posti consecutivi, quel memorabile scudettissimo sofferto e tanto più inebriante. E quel quattro a sei? Giacomo Bulgarelli aveva vent’anni, Romano Fogli ne aveva ventidue e il bomberissimo Pascutti con i suoi ventiquattro era nel fiore. E allora si, sei a quattro per loro, ma già si sentiva un gran profumo di cose bellissime.
Il centravanti dello scudetto a diciannove anni mise il sigillo su un gran 3-0 all’Inter
Torrisi su rigore piega il Milan più forte. Nell’era Guidolin la doppietta di Cipriani