Bufera in Lega, sfiorata la rissa tra Lotito e Zamparini
MILANO - Zamparini e Cellino contro Lotito. E’ stata un’altra giornata di bufera in Lega calcio, culminata proprio con l’abbandono dell’assemblea da parte dei presidenti di Palermo e Cagliari. Era solo il primo pomeriggio quando i due sono scesi in tandem dal quarto piano e hanno lanciato le loro accuse, con il numero uno rosanero a fare la voce grossa. «Ritengo che in questa Lega non ci siano né legalità né democrazia» , ha ringhiato, per poi aggiungere in serata: «In Lega c'è una situazione di cui bisogna vergognarsi. Se le cose stanno così, non ci torno più. Con un commissario (voce che inizia a farsi insistente, ndr), le cose magari comincerebbero a funzionare» .
A provocare gli strali, comunque, era stato l’atteggiamento di Lotito, accusato di voler intervenire su ogni argomento o questione, arrivando perfino a zittire Beretta e a rispondere al suo posto. Zamparini si è infuriato nel momento in cui, ribaltando l’ordine del giorno, aveva proposto una votazione sulla governance della Lega: voleva che si votasse sull’opportunità di proseguire con un presidente dimissionario o se individuarne uno nuovo (Cardinaletti l’alternativa). Lotito ha immediatamente contestato il suo intervento e tra i due sono volate parole grosse. Si è sfiorato anche il contatto fisico, con il clima che si è talmente surriscaldato da spingere i massimi dirigenti di Palermo e Cagliari a un polemico abbandono dei lavori.
Il rosanero e Cellino se ne sono poi andati «Situazione vergognosa» Preziosi bocciato come vicepresidente
PREZIOSI BOCCIATO - Lotito, peraltro, ha avuto da ridire pure con Paolillo. Ed è stato su sua insistenza che si è andati comunque a votare per Preziosi come vicepresidente. Del resto, era stato il numero della Lazio a promuoverne il nome. Dietro quella candidatura, però, c’era e c’è innanzitutto l’intento di andare al muro contro muro con Federazione e Coni, secondo cui il massimo dirigente rossoblù è ineleggibile per la carica in quanto precedentemente condannato. «Abbiamo consultato i nostri legali e, secondo loro, l’ineleggibilità riguarda unicamente le cariche federali» , ha voluto precisare Beretta. Sta di fatto però che le votazioni sono state addirittura 3 e le preferenze per Preziosi sono state prima 10 e poi per 2 volte 11. Il quorum da raggiungere era 14, ma era già impossibile alla luce delle assenze iniziali di Fiorentina e Roma (Fenucci è rimasto nella Capitale perché influenzato), a cui si sono aggiunte quelle di Zamparini e Cellino. Inoltre, Inter (non contro Preziosi, ma sempre a favore della federazione), Napoli e Siena avevano già annunciato il loro voto contrario. A questo punto, è tutto da verificare se il nome di Preziosi sia da considerarsi bruciato. Il diretto interessato, prima dell’assemblea, aveva detto: «Io non ho chiesto niente. Ringrazio chi ha fatto il mio nome (Lotito, ndr), ma non sono un problema. Non è che la notte non dormo per una carica» . A elezione saltata, invece, ha commentato con ironia: «Adesso il calcio è salvo» .