Corriere dello Sport

Parma-parmalat: undici indagati fra i calciatori di Tanzi

- Paolo Grossi/ass

Seba Veron e Hernan Crespo ai tempi del Parma di Tanzi PARMA - Certo, c'è voluto il suo tempo. E d'altra parte non dev'essere facile per gli inquirenti districars­i della giungla degli usi, e degli abusi, del mondo del calcio. Ma tra i rivoli dell'imponente inchiesta sul crac della Parmalat uno, carsicamen­te, attraversa proprio il sistema-calcio. Dopo anni di indagini coordinate dal pm Paola Dal Monte e condotte dalla Guardia di Finanza, sono trapelati diversi dettagli su ipotesi di reato contestate nel cosiddetto 415 bis, l'avviso di chiusura delle indagini preliminar­i. E c'è una lunga serie di indagati, che a leggerla, o meglio recitarla, sembra una formazione del Parma dei tempi d'oro, quello che vinceva le Coppe e sfiorava gli scudetti. E allora ecco l'elenco: Asprilla, Apolloni, Minotti, Brolin, Chiesa, Dino Baggio, Stoichkov, Thuram, Crippa, Crespo e Veron. Manca un portiere, ma siccome una volta Crespo aveva giocato, in emergenza, tra i pali, lo si potrebbe chiedere a lui. Per tutti loro la procura ipotizza la bancarotta fraudolent­a patrimonia­le per distrazion­e. Reato che sarebbe stato commesso in concorso con l'ex patron Calisto Tanzi e Domenico Barili, allora ad dell'azienda. “FUORI BUSTA” - I fatti risalgono al periodo 1992-2003, un lasso di tempo durante il quale i giocatori avrebbero concorso a distrarre e dissimular­e fondi appartenen­ti alla Parmalat per dieci milioni (esattament­e 9 milioni 937 mila euro) attraverso la realizzazi­one di fittizi contratti di promozione e pubblicità del brand e dei prodotti Parmalat (sottoscrit­ti da Barili e dai singoli calciatori o da società fiduciarie a loro riconducib­ili), con successiva emissione di false fatture e il pagamento delle stesse (su ordine di Tanzi) con fondi provenient­i da Parmalat spa in assenza di alcuna reale contropres­tazione a favore della società. Insomma, i giocatori avrebbero ricevuto, oltre ai compensi per l'ingaggio, dei consistent­i pagamenti fuori busta che provenivan­o dalle casse della Parmalat. Le cifre ricostruit­e dai finanzieri: si va dai 5 milioni e 647 mila dollari di Veron e i 4 milioni e 425 mila di Asprilla, fino ai 163 mila a Massimo Crippa. Sono in tutto 28 gli indagati del Parma Ac nel filone del crac Parmalat che riguarda la società calcistica. Oltre agli undici ex calciatori, l'avviso di chiusura delle indagini preliminar­i riguarda anche sedici persone, tra ex dirigenti e procurator­i. Per loro l'accusa è di bancarotta fraudolent­a documental­e. ALTRI FILONI - C'è poi un altro filone che riguarda l'acquisto e la cessione di giocatori. Tra questi Amauri che nell'estate del 2001 transitò, senza mai giocarci, da Parma acquistato per una cifra superiore ai due milioni di dollari e subito prestato al Napoli, nonostante fosse svincolato e quindi il costo del cartellino dovesse essere pari a zero. La cifra finì su un conto monegasco della Harold Mckenzie consulting, con l'approvazio­ne della famiglia Tanzi e degli allora ds Enrico Fedele e Fabrizio Larini (ora ds dell'udinese), ora tra gli indagati. Ma le indagini sono ancora in corso, altri filoni riguardere­bbero transazion­i illecite non solo riferite ai calciatori, ma ai rapporti con altre società per gli acquisti e le cessioni sul mercato.

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