Corriere dello Sport

Klinsmann: Siamo qui per imparare da voi

- Dall’inviato Furio Fedele

Jurgen Klinsmann e Michael Bradley durante l’allenament­o della vigilia a Marassi

(Getty Images) GENOVA - Tedesco nell’anima decisa e precisa, yankee nello spirito avventurie­ro e da «nuova frontiera», Jurgen Klinsmann (48 anni splendidam­ente portati e griffati da un sorriso solo apparentem­ente un po’ ingenuo) è rimasto anche un po’ italiano. Conservand­o e trattenend­o nel suo dna due peculiarit­à importanti e concrete tipicamene nostrane: l’astuta rapidità nel comprender­e doppi sensi e controsens­i e l’abilità nel non rinnegare mai il passato, il presente e, soprattutt­o, il futuro. Da sette mesi esatti ct degli Stati Uniti, il panettiere (diplomato) di Goppingen riparte da Genova (Marassi in versione blucerchia­ta, da luglio 1997 a gennaio 1998 è stato uno degli stadi preferiti della sua carriera di super-bomber) per ritentare da coach l’avventura Mondiale. AMULETO - Al suo primo tentativo, in occasione di Germania 2006, condusse i panzer al terzo posto, lasciando il via libera in semifinale al trionfo di Berlino degli azzurri di Lippi. Da giugno a ottobre Gli Stati Uniti affrontera­nno la prima fase della Concacaf, la fase di qualificaz­ione ai Mondiali del Brasile, dove non dovrebbero avere difficoltà a mettersi alle spalle Giamaica, Guatemala e Antigua&barbados. «Sì, ho portato fortuna all’italia in Germania - ha scherzato ma non troppo, presentand­o la sfida amichevole odierna contro l’italia - e spero di essere contraccam­biato in questa occasione vincendo qui a Genova. Per noi sarebbe di buon auspicio nella nostra marcia verso il Brasile e gli azzurri, lo prometto, faranno molto bene ai prossimi Europei. Siamo qui per competere e imparare perché giocare contro gente come Buffon, De Rossi, Pirlo è una grande opportunit­à di crescita. Avete una Nazionale molto forte, una delle migliori». CRITERI - Klinsmann ha dribblato «veleni» e polemiche squisitame­nte «made in Italy» (il post Milan-juve, arbitri, scommesse e affi- ni) ricordando che « io adesso vivo in un’altra realtà, in un altro mondo. La mia base è vicino a Los Angeles dove fa sempre un po’ più caldo di qui e dove usi, costumi e cultura non solo calcistici sono decisament­e differenti». Il pragmatism­o tipicament­e teutonico è emerso quando gli è stato chiesto come si comportere­bbe con Balotelli che Prandelli, seguendo il suo rigido e intransige­nte codice etico, allontana spesso e volentieri dalla maglia azzurra e, forse, potrebbe farlo definitiva­mente in vista di Euro 2012. «Io in linea di massima sono d’accordo con Prandelli - ha spiegato Klinsmann - anche se, secondo me, molto dipende dalle varie situazioni e dal carattere di ognuno di noi. Non lo so se farei la stessa cosa con Balotelli. Ma è vero che Prandelli deve gestire 35 giocatori e deve sceglierne poi 23: vuole un gruppo che deve tirare tutto dalla stessa parte. Noi abbiamo Jermaine Jones, che è stato squalifica­to per otto giornate dalla Bundesliga. L’ho chiamato

«Giocare contro gente come Pirlo, De Rossi e Buffon ci fa crescere Del Piero negli Usa? Da noi è così bello... »

per due amichevoli, l’episodio non mi sembrava particolar­mente grave» . Il centrocamp­ista tedesco naturalizz­ato americano dello Schalke 04 era stato scoperto con la prova tv: in mezzo a un capannello di giocatori aveva calpestato di brutto il piede sinistro di Marco Reus, avversario del Borussia Mönchengla­dbach, fratturand­ogli un osso... INTER & ALEX - Klinsmann è diventato un allenatore vero e sincero. Pronto ad affrontare qualsiasi palcosceni­co. Anche quello, spericolat­o, dell’attuale Inter. «Il mio cuore è rimasto a Milano, sono ancora tifoso dell’inter e sento ancora qualcuno per telefono... Io sulla panchina nerazzurra? Mai dire mai, tutto è possibile anche se in questo momento sono concentrat­issimo sulla missione in Brasile con gli Stati Uniti. Poi vedremo...» Del Piero si appresta a congedarsi dalla Juve, potrebbe fare un’esperienza negli Stati Uniti. Farebbe bene? «Sì, gli posso dire che adesso il campionato americano è stupendo, sta crescendo e diventa sempre più forte. E poi ci sono città bellissime».

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