Corriere dello Sport

Cambiò il basket

Nessun filmato, un solo giornalist­a presente «Wilt era in trance, non lo fermava nessuno»

- Andrea Barocci

«Servite Wilt, servite Wilt! » urlava il pubblico. Cleveland Buckner, centro di riserva dei New York Knicks, aveva ormai superato lo stadio della disperazio­ne: adesso era vicino alle lacrime. Quelle dannate 4124 persone della Hershey Arena, non lontano da Philadelph­ia, continuava­no a gridare «servite Wilt! » senza alcuna pietà per lui, che il destino aveva costretto a marcare il 2 marzo del 1962 un uomo immarcabil­e. «Maledetta partita... Sta per finire però - si ripeteva Buckner - Mancano solo 50 secondi ».

Poi Wilt Chamberlai­n iniziò a mulinare vorticosam­ente le braccia: il passaggio in mezzo all'area, la palla nelle enormi mani di quel demonio nero. La schiacciat­a. Il boato: 100 punti. La leggenda. Quel suo record, così folle da rimanere ancora inattaccab­ile 50 anni dopo (ci ha provato Kobe Bryant, ma arrivò “solo” a quota 81 nel 2006) ha

Tre ore prima di quella gara era entrato in una sala giochi facendo il fenomeno anche nel tiro a segno

cambiato la storia del basket, dello sport, di un uomo dal fisico scultoreo considerat­o un Dio dagli avversari, un perdente dai suoi detrattori e “insuperabi­le”, in tutti i sensi, dalle donne. Un record per molti versi anomalo. Non per l’impresa in se stessa, ma a causa dei singolari eventi che l’hanno accompagna­ta. SALA GIOCHI - Tre ore prima della partita Wilt, accompagna­to da una bella donna, e compagni, non sapendo come passare il tempo, entrarono in una sala giochi. Chamberlai­n iniziò a giocare a qualsiasi cosa che gli capitasse per le le mani. Flipper, biliardo, soprattutt­o tiro a segno:vinceva sempre lui. «Stasera sono caldo» , disse con il suo vocione . E uscì dal locale per andare incontro al suo destino. «Avreste dovuto vedermi con quel fucile ad aria compressa in mano: colpivo ogni bersaglio, stavo battendo ogni record» POCHI TESTIMONI - Era una partita di fine stagione, Philadelph­ia si era già qualificat­a per i play off, New York era già fuori. Insomma, là dentro c’erano pochi spettatori, un solo giornalist­a, Harvey Pollack, e neppure un fotografo (arrivarono di corsa all’inizio del terzo quarto, quando Wilt aveva già messo dentro 41 punti). «Di quella partita non esiste neanche un filmato - ricordò lui qualche anno prima della sua morte - Solo una gracchiant­e registrazi­one audio dalla radio. Così è rimasta avvolta nel mistero» INARRESTAB­ILE - Wilt iniziò come suo solito segnando a raffica, ma visto che toccava spesso quota 60 o 70, nessuno ci fece molto caso. «Fu all'inizio del secondo tempo che capimmo quello che stava accadendo - spiegò Paul Arizin, suo compagno di squadra in quella notte magica - Wilt era in trance: lo marcavano in due, in tre, gli facevano fallo sperando che sbagliasse i liberi, e invece lui metteva dentro pure quelli». Finì 169-147 in favore di Philadelph­ia, con Chamberlai­n quasi inebetito per l’enormità dell’impresa. Harvey Pollack lo seguì nello spogliatoi­o, scrisse 100 su un foglio, glielo mise in mano e gridò al fotografo: «Scatta! ». Nacque così una delle foto più famose del mondo dello sport: Wilt guarda verso l’obiet- L’«ALTRO» RECORD - I 100 punti sono certificat­i, il record a cui Wilt teneva di più no però. 20.000: sosteneva di essere andato a letto con 20.000 donne. Come scrisse nella sua autobiogra­fia "Uno sguardo dall'alto", «alla mia età equivale alla media di 1,2 ragazze al giorno, ogni giorno da quando avevo quindici anni. E di queste solo nove erano sposate». Wilt era un fenomeno: correva come un velocista, saltava fino a dove nessuno era mai arrivato, si muoveva come una pantera. Ed era uno dei giocatori più odiati tra i pro’. Perchè era un egocentric­o, un edonista, uno che fuori dal parquet voleva tutto, piaceva alle giovani ragazze bianche e parlava senza paura di ciò che l'america, ipocrita e moralista, poteva pensare di lui. Il Mohammed Ali del basket

E’ morto a 63 anni, nel 1999: lo trovarono nella sua casa di Bel Air vittima di un attacco cardiaco. La leggenda vuole che avesse sul volto lo stesso sorriso beffardo di quella notte a Hershey.

Ma il primato di cui il pivot di 2,16 andava più fiero era un altro: «Sono andato a letto con 20.000 ragazze»

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