Zigoni si smarca: «Di papà ho preso solo i gol»
Gianmarco è timido, Gianfranco l’opposto: «Non sarò stato il numero uno, ma non ero secondo a nessuno»
AVELLINO - Nel nome del padre. Soltanto nel nome, perché di papà Gianfranco, il 21enne Gianmarco Zigoni, attaccante dell’avellino (di proprietà del Milan) ha preso il giusto. « Facile che fosse così, io ero matto, lui è un bravo ragazzo, alto, forte, ambidestro e combattente. A me, invece, se non era giornata me ne stavo al mio posto a fare il compitino ». Se invece strofinava la lampada, quel talento di Gianfranco Zigoni, oggi 66 anni, quattro figli avuti con due mogli, non c’era verso di fermarlo. « Non sarò stato il numero uno, ma non ero secondo a nessuno ». Genio e sregolatezza, dribbling secchi ad avversari e regole, colpi di testa, più fuori che dentro al campo, dove se gli toccava partire dalla panchina e faceva freddo, si accomodava in pelliccia e cappello da cow boy. L’ex Genoa, Juven- tus e Roma oggi allena i bambini, segue il calcio ma non è di quei papà che pretendono di vedersi a ogni costo nei figli. « Ero speciale, mi distinguevo. Nel nome siamo simili, con Gian davanti: Marco era troppo corto ». Il gioco delle differenze e delle somiglianze può finire qui. FIGLIO D’ARTE - Gianmarco è l’altra faccia della medaglia Zigoni: viso da adolescente, modi pacati. Doti tecniche rilevanti in campo, disponibilità, modestia e piedi a terra fuori dalla contesa. Un ragazzo perbene che saltella sul trampolino in attesa del definitivo balzo, della consacrazione nel grande calcio. Partito dalle giovanili del Treviso - dove ha segnato gol a valanga - è presto approdato alla prima squadra veneta, in serie B, nel 2009. A seguire il passaggio al Milan, la vittoria della Coppa Italia Primavera, l’esordio in A contro la Lazio; successivamente la parentesi al Genoa che lo cede al Frosinone prima del riscatto totale da parte del Milan che nell’estate del 2011 lo gira in prestito all’avellino. « E’ stata una trattativa complessa, che si è sbloccata all’ultimo momento - spiega Zigoni jr - con il forte interessamento dell’avellino, in particolare della famiglia Iacovacci (Alberto è ad del club) legata ai vertici del Milan da un rapporto di amicizia. L’avellino è un club importante e ho la possibilità di giocarmi le carte per mettermi in evidenza ». DEL PIERO - Sette reti finora, senza particolari ispirazioni o dediche. « Il mio idolo è Del Piero ma papà non se l’è mai presa. La passione per questo sport, ovvio, me l’ha trasmessa lui: da bambino, anche dentro casa, era il mio primo compagno di calci. Non è un padre onnipresente, assillante. Piuttosto ci sentiamo nel dopo partita e lo aggiorno su come è andata, quando può mi segue. I consigli? Non mancano mai ». Ha il volto da ragazzino, ma se arriva un cross in area, diventa dura contrastarlo. Sbaglia un gol facile? Eccolo che ne segna due bellissimi di testa, in torsione aerea. Questo è il culmine della sua sregolatezza, una maturità che fa da contraltare alla sfacciataggine del papà. « Avrò preso dal nonno, anche lui era calciatore ». PROZIO - In Campania, a distanza di due generazioni: la mamma di Gianmarco è nipote di Pier Luigi Ronzon, libero degli anni ‘50-’60 con Atalanta, Sampdoria, Milan, Napoli. Con i partenopei realizzò il gol che consentì agli azzurri di vincere la prima coppa Italia. Di gol importanti, come quelli realizzati dal papà e dal prozìo, Gianmarco ne prenota tanti. trofei già alzati da Gianmarco Zigoni. Una Coppa Italia Primavera col Milan nel 2010 e una Supercoppa, lo stesso anno, ma col Genoa, dove era passato in comproprietà: nella finale, l'attaccante siglò una doppietta proprio ai rossoneri
ILe reti messe a segno quest’anno con la maglia dell’avellino, alla sua prima esperienza in Lega Pro. E’ vice cannoniere degli irpini. Quattro volte ha realizzato di testa (3 al Viareggio e uno al Pisa), due di destro e un’altra di sinistro