Il Toro di Cerci Cagliari punito
Un bell’assist per El Kaddouri e un gol per l’azzurro. I sardi si svegliano troppo tardi, il gol di Nenè regala solo un’illusione
TORINO - E' rarissimo vedere due tecnici che nel dopo partita, nonostante le sorti opposte, si congratulino con l'avversario senza stucchevole piaggeria, ma con reale ammirazione. La spiegazione l'ha data il campo: il Toro è difficilissimo da incontrare per chiunque (lo hanno ribadito tutti) e Diego Lopez «è sulla buona strada per diventare un ottimo allenatore» , come dice Ventura. Che cosa fa l'uruguagio? Ti piazza due trequartisti (Ibraimi e Cabrera) a disturbare due centrali granata nell'impostazione del gioco. Il Cagliari alla fine perderà, non per motivi tattici, ma solo per demerito delle sue punte, perché Lopez aveva imbrigliato benissimo il Toro, costringendo Ventura a spostare Glik a sinistra (non sarà a suo agio, infatti concederà a Nenè la palla del gol isolano) per liberare Bovo, che ha i piedi più buoni. CERCI-VIVES SUPER - Privo di Immobile per squalifica, il Torino fatica non poco nel primo tempo perché gli spazi sono pressochè inesistenti e arriva al gol solo grazie a una prodezza di Cerci, che perde palla sul fondo, la riconquista e scodella un cross fantastico, che El Kaddouri sbatte dentro. Poi il Toro sarà bravo a iniziare un'altra partita, quella della pazienza, con il Cagliari che nella ripresa tenterà invano, prima con Ibarbo e poi con Cossu, di creare quei pericoli che Ibraimi e Cabrera non erano stati capaci di creare. L'occasione propizia, ai granata, capita nel finale, con Vives a fare il Pirlo e pescare millimetricamente Cerci. Sprint da centometrista e freddezza: il raddoppio è cosa fatta. Solo Nenè, sei minuti più tardi, rimette il risultato in discussione con una bella zuccata, ma il Toro nel frattempo avrebbe potuto triplicare se il mediocre Tommasi non avesse ignorato la regola del vantaggio con Meggiorini e Cerci lanciati a rete. CAGLIARI SPUNTATO - Al Cagliari va il merito di avere tolto all'avversario anche i centimetri, costringendolo a giocare cortissimo e spesso in modo precipitoso. Ma dovrà tornare Pinilla per sperare in qualcosa in più, perché delle punte viste in campo, quattro su cinque sono state inguardabili. Il Toro ha anche colto una traversa con Meggiorini (un secondo dopo l'arbitro fischierà fuorigioco) e ha saputo aspettare la giocata giusta, dimostrando una maturità superiore, con un possesso di palla veloce e ragionato. La squadra di Ventura è anche in una forma atletica splendida. I sardi ce l'avevano quasi fatta a chiudere in pari il primo tempo, ma avevano provato due grossi brividi: prima Cerci lanciato a rete e strattonato da Astori non viene nemmeno premiato dal fallo e poi Meggiorini, innescato da Vives, in girata sfiora il palo. Non avevano invece approfittato di una delle poche sbavature granata, con Pisano che sottrae palla a Glik e centra basso, ma Eriksson e Nenè non arrivano sulla palla a Padelli battuto. TORINO PAZIENTE - Nella ripresa, a maglie un po' più larghe, ancora brividi rossoblù con la traversa di Meggiorini, un tiro dello stesso con deviazione miracolo di Avramov e Vives che lancia Cerci, ma l’attaccante sbaglia il facile appoggio al compagno smarcato. Poi il raddoppio granata. Nel frattempo, chi si aspettava la reazione del Cagliari, ha dovuto rinviare le attese all'ultimo quarto d'ora, quando era troppo tardi. Cerci, Darmian, Vives sono in formato-Nazionale. Dall'altra parte Avramov, Pisano, Astori, Conti e Nenè sono stati i pochi a salvarsi. Il Cagliari formato trasferta, per ora, è solo un lontano ricordo.