Corriere dello Sport

Orsi: Tortellini, testa e cuore, vinco così

«Trovato l’equilibrio, adesso tocca a me»

- Di Paolo de Laurentiis

« Il 26 sono rientrato in acqua dopo cinque giorni, sembravo un bambino della scuola nuoto... mi servivano i braccioli». Marco Orsi da Budrio, provincia di Bologna, 24 anni, con un sorriso e una battuta archivia così il suo dicembre da favola. Vasca corta, vasca lunga, 50 e 100: un filotto da applausi.

«Il 26 sono rientrato in acqua dopo cinque giorni, sembravo un bambino della scuola nuoto... mi servivano i braccioli». Marco Orsi da Budrio, provincia di Bologna, 24 anni, con un sorriso e una battuta archivia così il suo dicembre da favola. Vasca corta, vasca lunga, 50 e 100: un filotto da applausi.

Riepiloghi­amo: 5 dicembre argento mondiale in vasca corta a Doha nei 50 stile libero (record italiano: 20”69). 19 dicembre, campionati italiani in vasca lunga: 48”16 nei 100, a un passo dal primato di Magnini. 20 dicembre, stessa sede: 21”64 nei 50, record italiano. 21 dicembre, campionato a squadre e un altro 100 sl ma in vasca corta: 46”12, record italiano.

«Poi quattro giorni di stop, i regali quasi più faticosi delle gare, i tortellini di mamma a Natale. Ma senza esagerare…». Prossima uscita: ospite d’onore a Cagliari, il 3 e il 4 gennaio, per il fast lane organizzat­o dalla (ex) collega Cristina Chiuso. L’occasione per incontrarl­o e vederlo nuotare. L’argento mondiale a sorpresa, le grandi prestazion­i quasi annunciate. E’ sembrato tutto facile. «Mi sentivo bene,. Non mi piace dire le cose prima, non solo per scaramanzi­a. Si rischiano delle grandi figuracce. E’ sempre meglio prima fare e poi parlare».

A volte è difficile resistere.

« Ai Mondiali l’avevo detto, è vero… Se azzecco la virata faccio poco» Profetico. « Non sono passato per uno sbruffone, vero?» risponde preoccupat­o sul serio. Sbruffone no, solo molto convinto. «Una bella sensazione, è stata la gara perfetta» Contro rivali che sembravano imbattibil­i. Manaudou, Cielo, Morozov: si partiva dal quarto posto invece, a parte il francese, gli altri sono finiti dietro. «Avversari fortissimi. Ma una cosa, rispetto al passato, sono riuscito a cambiarla nella mia testa: gli altri si guardano dopo la gara e non prima, altrimenti non li batti mai. Poi magari vincono loro ma l’obiettivo è sfidarli a mente sgombra: se prima di una finale cominci a contare gli imbattibil­i, stai sicuro che ti battono… Non è stato un percorso facile, ora vedo i risultati». Se ne sono accorti anche loro. «Manaudou non lo conoscevo. E’ enorme, un animale (ride, ndr) gliel’ho anche detto… Cielo l’avevo già incontrato, dopo la finale dei 50 mi ha detto che non era soddisfatt­o, perché aveva fatto qualche errore in partenza e in virata. Gli ho risposto che mi dispiaceva ma non so se sono stato convincent­e…» E tanti saluti a Marco Orsi buono solo per le staffette? «C’è sempre anche quello, ho una spirito di squadra fortissimo, le staffette mi esaltano. Ma…» Ma se contava solo la squadra, Orsi poteva darsi al pallone o al basket. « Il nuoto è uno sport individual­e, siamo da soli. La squa- dra è importanti­ssima e dà altre motivazion­i ma la prima sfida è con noi stessi» Non sempre è facile vincerla. «In passato è stato anche frustrante avere la sensazione di poter fare grandi risultati ma riuscirci soltanto in una frazione interna della staffetta e raramente nelle gare individual­i. Dall’Olimpiade di Londra le cose sono cominciate a cambiare. Devo ringraziar­e tutte le persone che lavorano con me. Ho un allenatore bravissimo (Odaldi, ndr), l’appoggio dell’università di Bologna, compagni di squadra che mi stimolano, come Bocchia, che presto comincerà anche lui a raccoglier­e i frutti del nostro lavoro, e ho trovato l’equilibrio soprattutt­o grazie a Mirko Mazzoli, il mio mental coach. Un ragazzo di Faenza che conosco da tempo» Ce n’era davvero bisogno? « Nel mio caso sì, faccio una gara difficilis­sima in cui la testa conta quanto il fisico. In quei venti secondi deve girare tutto alla perfezione e non c’è prova d’appello: il mondiale o l’Olimpiade capitano una o due volte nella vita. Anche in questo caso, ho dovuto fare il mio percorso: Mirko è il quarto psicologo che mi segue ma non vuol dire che chi c’era prima non fosse bravo. Il problema ero io e non loro: avevo bisogno di trovare la sintonia e l’equilibrio perfetto. Credo di avercela fatta» Rimpianti? «A Doha non ho potuto fare i 100: non ero qualificat­o. Considerar­e gli Europei estivi in vasca lunga come selezione per il Mondiale a dicembre in vasca corta è stata una cosa un po’ curiosa. Ma la regola era quella. Non escludo, anzi, che un po’ di rabbia per quell’esclusione mi abbia portato a fare quello che ho fatto dopo. Da parte mia, ho cercato di arrivare ai Mondiali gareggiand­o molto, confrontan­domi con gli altri in tutte le condizioni» E ora? «La nuova sfida è rimanere a questi livelli. Non voglio che questi risultati siano un episodio» 50 o 100? «Lavoro per tutte e due le distanze. I 50 sono tanto belli quanto difficili. Nei 100 mi piacerebbe scendere sotto i 48”. Dopo Riccione mi hanno già fatto notare quei due o tre difetti da limare per togliere qualche decimo. C’è da lavorare ma ho entusiasmo e voglia. Cerco di tenere sotto controllo tutti gli aspetti, anche l’alimentazi­one. Non è proprio una dieta, la chiamerei un’alimentazi­one alla Orsi ma direi che funziona… In acqua non macino troppi chilometri, intorno ai cinque a seduta, ma lavoriamo moltissimo sulla qualità» Anche in palestra? «Non solo. Inutile fare sedute interminab­ili di pesi e poi mettersi a nuotare. Oggi ci si allena in modo diverso, cercando di potenziare i muscoli direttamen­te in acqua per non perdere appoggi e sensibilit­à, con carichi e esercizi mirati. Sono due ore, due ore e mezzo tutte al massimo e fisicament­e durissime. Ho la fortuna di avere un allenatore che si aggiorna, guardando anche cosa succede all’estero». Ma Bologna resta il centro del mondo. «Qui ho tutto, non ci penso proprio a spostarmi. Dopo Rio 2016 posso anche prendere in consideraz­ione l’ipotesi di fare qualche mese all’estero ma solo lontano dagli appuntamen­ti importanti, per una crescita culturale mia. Io nuoto a Bologna».

Mondiale «A Doha ho fatto la gara perfetta Il segreto? Non ho guardato prima gli avversari» Mostri «Manaudou non lo conoscevo, è enorme, un animale. Gliel’ho anche detto» Dieta «Ho inaugurato l’alimentazi­one alla Orsi, non è proprio una dieta ma funziona...» Bologna «Qui ho tutto, non penso a spostarmi Dopo i Giochi potrei fare giusto qualche mese all’estero»

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LAPRESSE 1/ Marco Orsi, 24 anni, tesserato per Fiamme oro e Uisp Bologna, specialist­a delle gare veloci, si lancia dal blocco di partenza 2/ Grande tifoso del Milan, eccolo con Stephan El Shaarawy, 22 anni 3/ L’altra passione di Orsi sono le supercar e in...
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