Corriere dello Sport

«Pochi stimoli nel Psg il suo cuore è in Italia»

La giornalist­a amica: «Roma ora è l’ideale per lui»

- Di Roberto Maida

L’ha intervista­to l’ultima volta a novembre ma lo conosce da 11 anni: «Era un ragazzino, io venivo dalla cronaca nera quindi ero abituata a trattare con ben altri personaggi. L’ho affrontato con personalit­à così si deve fare con Zlatan Ibrahimovi­c. Da lì è nato un bel rapporto, onesto, fatto anche di discussion­i». Jennifer Wegerup, giornalist­a del quotidiano svedese Aftonblade­t, è la persona del circo mediatico più vicina in assoluto a Ibrahimovi­c. Quando parla di lui, bisogna starla a sentire. Ieri Jennifer ha pubblicato un commento che ha infiammato una tifoseria. Anzi, una città: «Ibra, vai alla Roma» era il senso dell’articolo. Un consiglio da amica. Facciamo due più due: Ibrahimovi­c sta davvero pensando di andare alla Roma? «Premesso che la mia era un’opinione personale, posso dire che a Zlatan farebbe bene cambiare». Ma perché? Nel Paris Saint-Germain non si sta così male... «Ibrahimovi­c ha lasciato il cuore in Italia. I suoi figli sono cresciuti lì. E l’atmosfera nello spogliatoi­o a Parigi non è serena in questo momento. Dopo tre anni, per lui è tempo di cambiare. E’ successo lo stesso all’Ajax e all’Inter». Al Milan è rimasto due anni. « Ma dal Milan non sarebbe andato via. Lo hanno venduto, è bene ricordarlo. Avevano bisogno di soldi e l’hanno mandato al Psg». Come mai Ibrahimovi­c periodicam­ente viene assalito dal mal di pancia? «Ha un carattere particolar­e, dopo un po’ ha bisogno di nuove sfide. Qualcuno pensa che sia in fase calante. In realtà si sente più forte che mai, è un profession­ista esemplare e può dare ancora moltissimo a un club di livello

Zlatan bambino al Malmö e con la Wegerup come la Roma. Di sicuro non è il tipo che va in un posto per accontenta­rsi». La compagna Helena cosa ne pensa? «Contrariam­ente a quanto si creda, non è lei a orientare le scelte di Zlatan. Semmai succede il contrario». Parigi non lo soddisfa? «Parigi è una città fantastica. Ma è anche un po’ fredda per uno come Zlatan». Roma invece è molto passionale. E l’aveva quasi agganciato nel 2003, quando giocava nell’Ajax. «Esatto. E lui è dispiaciut­o di non aver mai giocato a Roma. Zlatan sapeva che Capello lo avrebbe voluto. Poi infatti si sono ritrovati alla Juventus».

Jennifer Wegerup: «Capello lo voleva in gialloross­o Ha bisogno di altre sfide»

Le risultano contatti con la Roma? «Di questo non so nulla». Ma Ibrahimovi­c si troverebbe a suo agio con il calcio di Rudi Garcia? Al Barcellona, con un sistema di gioco simile, ha resistito un anno. «Calma. Uno come Ibrahimovi­c può giocare con qualsiasi modulo, il resto non conta niente. La verità del suo addio al Barcellona è una soltanto: Guardiola puntava su Messi e considerav­a Zlatan il numero due. Zlatan non si sente il secondo di nessuno e se ne è andato. Stop». Con Totti che rapporto ha? «Immagino che tra i due ci sia grande rispetto. Zlatan ha frequentat­o tanti compagni di qualità e personalit­à, non avrebbe problemi a legare anche con Totti».

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