Corriere dello Sport

Da Calciopoli nacque il nodo 66%

Pancalli prima, Gussoni poi L’Aia era super partes. Ora...

- E.pi.

ROMA - Nelle modifiche che Nicchi cerca di far passare c’è un pezzo di storia (recente) dell’Associazio­ne Italiana Arbitri. Che sarebbe cancellata per cercare una strada più facile per l’elezione al terzo mandato. Quella soglia del 66% non è un numero messo a caso. Nasce dalle polveri di Calciopoli. Ereditate da Luigi Agnolin prima, come commissari­o straordina­rio dell’Aia con Guido Rossi plenipoten­ziario della Federcalci­o prima di cedere a Luca Pancalli le redini (e la paternità) dei cambiament­i, e poi con Cesare Gussoni presidente degli arbitri e Abete numero uno della Figc. Un numero, quel 66%, che racchiude tutto quello che dovrebbe essere un arbitro: trasparent­e, portatore di terzietà, al di sopra delle parti. Esattament­e il contrario di quello che sta succedendo adesso. STORIA. Dopo Calciopoli, che travolse anche il mondo arbitrale, l’Aia chiese di essere tecnicamen­te autonoma. Non fu facile far passare quel concetto, anche perché l’Associazio­ne continuava (e continua) ad essere comunque pagata dalla Federazion­e. E allora, Luca Pancalli prima (che per tutte le variazione sul piano normativo si avvalse dell’avvocato Massimo Coccia) e Giancarlo Abete poi, su suggerimen­to rispettiva­mente di Agnolin e Gussoni, stabiliron­o dei paletti di “garanzia”.Uno era portare, al terzo mandato, qualcuno che fosse realmente l’espression­e di tutta una categoria. E allora Pancalli firmò un regolament­o che prevedeva che «per l’elezione successiva a due o più mandati consecutiv­i, il candidato uscente è confermato qualora raggiunga una maggioranz­a non inferiore al settanta per cento dei voti espressi». Un anno dopo, Gussoni - d’accordo con Abete - portò la soglia ai due terzi, cioè al 66%, comunque alta, con la clausola, però, che «i Presidenti uscenti, in caso di non elezione, non potranno ripresenta­re nella nuova Assemblea la propria candidatur­a». La ratio, però, era sempre la stessa: abbiamo avuto il privilegio - che le altre componenti non hanno - di poter eleggere i nostri rappresent­anti in seno alla nostra associazio­ne, anche da un punto di vista tecnico. E’ giusto che ci siano paletti e controlli (come il Comitato dei Garanti). Era il 2007. Oggi sembra passato un secolo...

Quorum Terzo mandato Al momento, per essere eletti dopo due mandati consecutiv­i, serve una maggioranz­a «non inferiore ai due terzi dei voti validi espressi». Nel regolament­o modificato, tale soglia viene abbassata al «55% dei voti validi espressi» Comitato dei Garanti E’ composto da tre membri, nominati uno dal Coni, uno dalla Figc e uno dall’Aia. Nel testo modificato sarebbe il Presidente Aia ad indicare tutti e tre i membri (o uno e gli altri due di nomina Figc) Servizio Ispettivo Il SIN “doveva” chiedere per gravi irregolari­tà la decadenza anche del Presidente Aia. Ora “può” soltanto e non più per il Presidente Aia

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