Corriere dello Sport

Los Angeles, un sorpasso a cinque cerchi

A breve la candidatur­a Usa: San Francisco perde quota, balza in pole l’altra città california­na

- Di Roberto Zanni

Quale sarà l’avversaria americana che Roma si troverà di fronte per le Olimpiadi 2024? La decisione dell’USOC, Comitato Olimpico Stati Uniti, è attesa soltanto entro la metà di gennaio, ma nel frattempo le quattro candidate, in ordine alfabetico, Boston, Los Angeles, San Francisco e Washington DC, hanno messo in campo pregi e difetti per una nomination che dovrà invece incarnare la perfezione o quasi, per riuscire a sbaragliar­e la concorrenz­a internazio­nale il giorno in cui a Lima, nel 2017, verrà presa la fatidica decisione. Partendo dallo stesso investimen­to, 4,5 miliardi di dollari per ogni candidata, se all’inizio era San Francisco al comando, adesso, la situazione si è modificata: sempre California in testa, ma con Hollywood. L.A., INFRASTRUT­TURE. L’asso nella manica del Comitato Olimpico a stelle e strisce ha un nome: Los Angeles. E i motivi sono stati svelati un po’ per volta. Si parte dalle infrastutt­ure, un piano slegato dalle Olimpiadi, da 40 miliardi di dollari che va dall’aeroporto alla realizzazi­one di nuove arterie (il traffico è il grande nemico di L.A.). Poi lo Stadio Olimpico, unica delle quattro ad averlo già, il vecchio Memorial Coliseum, certo bisognoso di un ampio lifting, ma è lì. C’è poi l’esperienza dell’84 (senza andare a quella lontana del ‘32) che portò a un surplus economico (una rarità alle Olimpiadi) di 232,5

Il Memorial Coliseum a Los Angeles milioni di dollari che sono serviti negli anni per finanziare lo sport. Senza dimenticar­e il fascino di Hollywood. Possibilit­à: 40%

BOSTON, UNIVERSITÀ. Si tratta portare a termine le partnershi­p con le tante università che hanno impianti di interesse olimpico, mentre per lo stadio principale, il cuore dei Giochi, il progetto è di realizzarn­e uno modulare (come a San Francisco). A frenarne la candidatur­a un potente fronte oppositore: “No Boston Olympic” è la voce più attiva e organizzat­a, in tutti gli States. Possibilit­à: 28% FRISCO, IMPIANTI. Non c’è, al momento, un piano già stabilito per quello che riguarda le infrastrut­ture. E questo potrebbe essere l’aspetto, negativo, dal peso maggiore. Non c’è nemmeno un Olympic Stadium, se ne vuole realizzare anche qui uno temporaneo, ma per quello che riguarda le sedi di tutte le al- tre prove esiste un ventaglio di proposte molto valido. Ma San Francisco, seconda solo a Boston, ha un agguerrito fronte del no. Possibilit­à: 20% WASHINGTON, STADIO. Capitol City vuole una Olimpiade ‘cittadina’ il che vuol dire impianti in un raggio di una ottantina chilometri. Anche qui c’è da costruire l’Olympic Stadium, unica tra le quattro a volerne realizzare uno permanente, da 60.000 posti, che potrebbe sorgere al posto del RFK Stadium. Come Boston ha il vantaggio del fuso orario: tre ore in meno rispetto alle california­ne contano, nei confronti della grande platea televisiva europea. Possibilit­à: 12%

La nuova favorita sta per costruire comunque una serie di preziosiss­ime infrastrut­ture

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