Corriere dello Sport

ROMA-IBRA ECCO PERCHÉ

E’ un sogno, ma può diventare realtà. Ci sono tre ottime ragioni

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Chi ha paura di Zlatan Ibrahimovi­c? Chi non ce l’ha in squadra, è ovvio. Qualche volta, anche chi potrebbe averlo. Ibrahimovi­c è una responsabi­lità. Persino il concetto di Ibrahimovi­c è una responsabi­lità. Un giocatore di primo livello, se mai ne esistono, costoso e scomodo, determinan­te ed esigente. Esattament­e il tipo d’uomo che Francesco Totti ha sempre invitato la società di cui si è fatto simbolo a cercare sul mercato, a ingaggiarl­o prima che sia troppo tardi.

Ibrahimovi­c, per vie traverse, ha lasciato intendere alla Roma che gli piacerebbe chiudere la carriera in gialloross­o. Perciò il club ha pieno diritto di sostenere che lo svedese non si è mai offerto. Perfettame­nte vero. Il desiderio di Ibrahimovi­c si compone di tre parti distinte - tornare in Italia, evitare i club in cui ha già giocato cioè Juventus e Inter e Milan, far parte di una struttura in crescita come la Roma - ed è stato reso pubblico da persone che conoscono bene l’attaccante e hanno accesso agevolato ai suoi pensieri.

Dalla Roma trapelano altri due argomenti. Uno è che Ibrahimovi­c si avvia verso la fine della carriera e non piace che la squadra venga considerat­a una sorta di cimite- ro degli elefanti. Ora, a parte qualche esperiment­o praticamen­te fallito come quello di Cole, la Roma ha ingaggiato nelle ultime due stagioni De Sanctis, Maicon e Keita, dimostrand­o se non altro che certi elefanti hanno sette vite se trapiantat­i nel posto giusto.

L’altro argomento dice che l’acquisto, perché di acquisto vero e proprio dal Paris Saint-Germain si trattereb- be, non è sostenibil­e nelle attuali condizioni economiche della Roma. Questo, sempliceme­nte, non è vero. Corretto da parte del club evitare di illudere i tifosi sul volume di fuoco economico a disposizio­ne. Ma Ibrahimovi­c non è fuori dell’ancora piccolo spazio d’azione degli operatori di mercato gialloross­i. Lo sarebbe stato in altri momenti e in altre circostanz­e. Invece qui parliamo di un giocatore di 33 anni, legato al Psg solo fino al 2016, con tutte le evidenze smanioso di andarsene, probabilme­nte disposto a tagliarsi in maniera sostanzial­e lo stipendio: dagli attuali 10 milioni netti fino a 6, bonus compresi. E un cartellino destinato in giugno a diventare oggetto di saldo. Per stare alti, diciamo 15 milioni. Si può fare, se si vuole fare. E vediamo come.

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