Corriere dello Sport

DE VRIJ «LA LAZIO? QUI E’ TUTTO FANTASTICO»

«La scelta migliore che potessi fare: è il top Entusiasta di club e città. Ora l’Europa La Champions? Vediamo, siamo in tanti...»

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blicità. Vince la semplicità. Si riparte con la Samp. Partita dura. Ne hanno persa solo una sinora. «Questo mese sarà difficile. Dopo la Samp arriverann­o Roma, Torino, Napoli e Milan. Sono molto forti i blucerchia­ti. Grande squadra, ma anche noi lo siamo. Giochiamo in casa. Vogliamo vincere questa partita». Cosa pensa di Okaka? «Attaccante molto pericoloso. Fortissimo fisicament­e. Adesso è entrato anche in nazionale, ha segnato diversi gol». E’ vero che studia i suoi avversari sul computer? Lo faceva già in Olanda o ha iniziato alla Lazio? «Sì, è vero. Lo faccio da un anno. Ho un programma che mi permette di scaricare i video. E’ molto utile, anche per analizzare il mio rendimento. Non ho ancora visto Okaka, ma questa settimana avrò abbastanza tempo per studiarlo e prepararmi». Cosa manca alla Lazio per vincere certe partite come è successo a San Siro con l’Inter? «Se hai due gol di vantaggio all’intervallo, devi vincere. Nel secondo tempo abbiamo perso troppe volte il controllo la palla. Siamo dispiaciut­i per la rimonta subita. Non deve più accadere. Quando aumenta la pressione degli avversari, dobbiamo migliorare nella gestione del pallone e del gioco».

Prime impression­i sul cam- pionato italiano? «E’ un calcio veramente tattico. C’è un focus e una grande attenzione su ogni partita. Basta un solo momento di distrazion­e per decidere con un episodio il risultato. Bisogna essere concentrat­i novanta minuti». Quali le differenze con l’Olanda? «Sono un difensore, per me è cambiato molto. In Eredivisie quasi tutti giocano con il 4-3-3. Affronti spesso una sola punta e il centravant­i va sempre incontro alla palla. Qui trovi da marcare due attaccanti, uno scatta in profondità e l’altro va incontro alla palla. All’inizio non ero abituato e non vedevo questo movimento. E’ successo nell’amichevole con l’Italia a Bari. Immobile e Zaza si muovevano in sincronia, uno andava indietro e un altro scattava avanti. Pirlo e De Rossi mettevano la palla dietro la linea difensiva. In quella partita è successo molte volte. Così è difficile. Adesso vedo e leggo la situazione tattica meglio di prima». Come al Mondiale, rendimento in crescendo. De Vrij migliora di partita in partita. Si è inserito in fretta. Come ha fatto? « Sono molto curioso, voglio sempre migliorare, dopo ogni partita parlo con il match analyst. Vediamo le situazioni di gioco, dove ho fatto bene e dove ho sbagliato». La comunicazi­one è fondamenta­le in difesa. Come va con l’italiano? «La cosa più importante è la comunicazi­one all’interno del campo. Il linguaggio calcistico l’ho imparato. Con Lorik Cana può capitare di parlare in inglese, con gli altri mi esprimo in italiano». Gli infortuni hanno complicato i piani. E’ difficile cambiare spesso partner in difesa? «Sarebbe meglio giocare sempre con gli stessi, finora non è stato possibile tra infortuni e squalifich­e. Però tutti sappiamo come va fatto il lavoro in campo». Perché prendete spesso gol sui calci piazzati? « Non lo so perché. Nel momento in cui non sei attento può capitare. Le palle inattive sono un’opportunit­à per segnare. Lo abbiamo visto. A Verona è stato bravo Bizzarri a evitare che noi segnassimo su angolo». In estate diceva. Rispetto per Stam, ma preferisco essere un giocatore unico e non avere modelli. Giusto? «Sì, è così. Stam era un grande giocatore anche in Olanda, però io penso che lui fosse diverso, con altre caratteris­tiche. Io sono un difensore che gioca meglio la palla. Lui era di più un vero difensore. Posso imparare da Stam, posso fare esperienza e crescere qui alla Lazio e attraverso il calcio italiano. Non ci ho mai parlato perché lo conosco come giocatore, ma non personalme­nte. Lui adesso fa l’allenatore all’Ajax». Chi è il difensore che apprezza di più in serie A? « Mi piacciono Bonucci e Chiellini. E poi Glik del Torino: è molto forte». Chi è l’attaccante che l’ha messa più in difficoltà nella prima parte del campionato? « Mi vengono in mente Tevez e Llorente, anche Menez. E aggiungere­i Zaza. Mi piace molto». Ricorda l’accoglienz­a fantastica di Fiumicino? « E’ stato fantastico arrivare così a Roma. Eravamo in ritardo di due ore, l’aereo è atterrato a mezzanotte e mezzo. Non mi aspettavo tanta gente in aeroporto. E’ stato un benvenuto speciale. Fantastico». Tra dieci giorni c’è il derby con la Roma. Qual è il suo pensiero? «Sto aspettando questa partita, è molto importante per la squadra e per i tifosi. E’ una grande partita. Ora penso alla Sampdoria. Vedremo dopo di concentrar­ci sulla Roma, noi vogliamo vincere ogni partita». Su Twitter ha postato una sua foto davanti al Colosseo. Chi vince il derby diventa il re di Roma... «Non solo il Colosseo. Ho visto tutto. Non ho bisogno del navigatore in centro. Re di Roma? Noi vogliamo vincere. E’ la prima volta che gioco questa par-

Stefan De Vrij, 22 anni, durante l’intervista esclusiva rilasciata ieri al nostro giornale tita, ho sentito molte storie sul derby. Penso che la rivalità tra Ajax e Feyenoord sia simile. Con il Feyenoord mi è capitato di segnare fuori casa un gol all’Ajax. Eravamo la squadra migliore, ma non abbiamo vinto. Siamo rimasti in dieci e abbiamo pareggiato». Quale deve essere l’obiettivo della Lazio? Europa League o terzo posto? «Vogliamo arrivare in Europa. La Champions sarebbe meglio dell’Europa League, però sarà una lotta sino all’ultima giornata del campionato. Ci sono tante squadre per un solo posto a disposizio­ne. Napoli, Milan, Fiorentina. Vediamo come va a finire». Hoedt è tra i possibili obiettivi della Lazio per gennaio. Lo conosce? Ce ne può parlare? « L’ho visto giocare quando sono andato a salutare il Feyenoord il 14 dicembre. Ha segnato un gol. In quella partita è stato molto bravo, ma solo quella volta l’ho visto. E non so se la Lazio lo prenderà». Quanto è stato importante Van Gaal nella sua carriera? «Tanto, perché è un grandissim­o allenatore. In Brasile aveva tanta fiducia nei miei confronti e nei confronti della squadra, la stampa invece no. Aspettavan­o solo che andassimo a casa dopo tre partite. Noi sapevamo di poter vincere qualsiasi partita. Per tanti di noi era la prima esperienza. Van Gaal ti dà fiducia e ti dà la sensazione di potercela fare. E poi ha saputo utilizzare le qualità della squadra. Queste sono le sue doti». In estate si diceva che la volesse al Manchester United. Ci ha mai pensato realmente? « Non è vero. La Lazio è stata l’unica squadra prima del Mondiale che mi ha voluto, dopo si sono fatte avanti altri club, ma non il Manchester. E la Lazio era la scelta migliore che potessi fare». Anche la Roma? « Non so. Io personalme­nte non ne ho mai sentito parlare». Pioli era un difensore. Quali sono i consigli più frequenti che riceve dal suo allenatore? « Attivi, attivi. Mi dice sempre di essere attivo e di usare le braccia. Piccoli dettagli che sul campo sono importanti. All’inizio abbiamo parlato molto delle situazioni di gioco che si verificano nel calcio italiano. Ora parliamo molto meno. Ho capito quello che vuole l’allenatore». De Vrij terzo in Brasile: con l’Olanda ha perso la semifinale ai rigori. Ripensando al Mondiale cosa dice? « Non c’è un rimpianto, ma penso a cosa sarebbe stato se fossimo arrivati all’ultimo atto. Se avessimo perso 3-0 o 4-0 non ci saremmo meritati di arrivare in finale. Invece abbiamo perso ai rigori. Un dispiacere». Miglior difensore al Mondiale e ha detto. «Ho fatto un buon torneo». L’obiettivo in carriera qual è? Le piacerebbe diventare un difensore da Pallone d’Oro? «L’obiettivo è migliorare sino al punto di arrivare al mio livello massimo. Non so quale può essere il mio limite. Adesso la Lazio è il miglior posto per continuare a crescere e migliorare». Robben è da Pallone d’Oro? « E’ un fenomeno. Era importanti­ssimo per l’Olanda ai Mondiali. Lui e Van Persie sono sempre stati pericolosi per le difese. Hanno fatto un lavoro enorme. Non so se ce la farà, per il Pallone d’Oro ci

sono tanti grandi giocatori».

Gli attaccanti «Su internet studio i miei avversari e mi rivedo perché voglio migliorare»

La sua prima squadra lo Spirit. Perché ha iniziato a giocare a calcio? «E’ la squadra del mio paese, Ouderkerk aan den IJssel. Dista un quarto d’ora di macchina da Rotterdam. Ci sono la famiglia, gli amici. E’ un posto molto tranquillo. Non affollato. Ero sempre con la palla. Ho un’attrazione speciale da bambino».

La tattica «In Olanda segui una sola punta: va verso la palla si marca meglio»

E’ vero che all’inizio giocava centrocamp­ista? « Da bambino facevo l’attaccante, poi sono arretrato a centrocamp­o. Quando sono arrivato al Feyenoord ero un terzino destro. Avevo quindici-sedici anni. Così ho giocato anche nella prima stagione in Eredivisie e poi sono diventato centrale».

Con l’Inter «Sul 2-0 dovevamo vincere la partita Sotto pressione non gestiamo bene» Van Gaal «Un maestro: con lui abbiamo fatto un grande Mondiale smentendo tutti»

Quali sono i ricordi più belli legati al Feyenoord? « Potrei dire tutto. Ho giocato per dodici anni, è un club molto speciale. Adesso sono un tifoso».

Hoedt «L’ho visto giocare bene, ma una sola volta. Non so se arriverà da noi»

Ha sentito Strootman in questi mesi? E cosa gli dirà l’11 gennaio? « Prima di arrivare alla Lazio l’ho chiamato per chiedergli come era il calcio italiano e come si viveva a Roma. Non so cosa gli dirò quando lo vedrò. Ci saluteremo, ci conosciamo da tanto tempo». Se diciamo Cruijff a cosa pensa? «Alla leggenda. Cruijff è il calcio olandese. Coen Moulijn è stato invece la bandiera del Feyenoord». Onore e rispetto per la storia del suo vecchio club. Bravo Stefan.

Il derby «Lo aspetto come tutti. Ho sentito tante storie, ora devo solo viverlo»

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