Pazzo Wright: pancia, cresta e freccette
L’eccentrico (e tatuato) scozzese dà spettacolo al Mondiale Darts di Londra, sport nato 4 secoli fa
Le gare sono una via di mezzo tra il gioco di destrezza e un concorso di eccentricità. Musica ad alto volume, luci multicolore, lunghe tavolate dove siedono gli appassionati. Spettatori non casuali, perché chi va ad assistere ad una gara di darts, il nome inglese delle nostre freccette, è un certo tipo di spettatore. Probabilmente proveniente dalla working class, con uno stomaco dilatato dalla birra, l’immancabile tatuaggio sull’avambraccio e una gran voglia di gridare il suo divertimento.
Eppure i darts non sono un fenomeno nuovo Oltremanica, sarebbe stato giocato addirittura dai Padri Pellegrini, i Puritani, già nel 1620, a bordo della nave Mayflower per raggiungere gli Stati Uniti. Una storia lunga quasi quattro secoli con un audience televisiva in costante crescita. Perché più che un gioco i darts sono intrattenimento, uno spettacolo di
Peter Wright, 44 anni, tra i protagonisti del Mondiale abilità. Almeno è così che lo interpreta uno dei suoi protagonisti più conosciuti, lo scozzese Peter Wright. Non il più forte in assoluto, certamente il più pittoresco. Inconfondibile con le sue creste dai colori li- glese Andy Hamilton, testa di serie n.15, Wright - favorito n.5 - ha staccato il biglietto degli ottavi. Ormai da 20 anni nell’élite nazionale, solo lo scorso anno, perdendo la finale mondiale, Wright ha raggiunto la consacrazione, necessaria per sdoganarlo da personaggio istrionico ad avversario da battere. Senza che l’interessato rinunciasse ai suoi travestimenti eccentrici. Per dire: ieri si è presentato tutto vestito d’arancione, con l’immancabile cresta dello stesso colore. Due giorni prima, stessi abbinamenti, ma su tonalità blu.
Nato 45 anni fa a Livinstone, Wright è cresciuto a sud del Vallo (attualmente risiede a Mendham, nel Suffolk), senza però smarrire la sua identità scozzese. Timido e riservato lontano dal bersaglio, in gara si trasforma in showman. E’ la moglie Joanne, parrucchiera di professione, a realizzare le creste multicolore, con l’immancabile serpente pitturato su un lato del cranio (in onore del suo soprannome, Snakebite, che è anche la sua bibita preferita). Due ore per tradurre con le forbici i disegni che prepara la loro figliola. « Mi acconcio i capelli come i guerrieri prima di andare in battaglia», spiega Wright, inviso a molti suoi avversari (soprattutto al due volte campione del mondo Adrian Lewis) che lo accusano di irriverenza. « Ma io non voglio solo vincere, voglio anche intrattenere», si giustifica Wright, che si fa introdurre in gara da una canzone non casuale: “Don’t stop the Party” dei Pitbull. Non fermate la festa, appunto.
«Mi acconcio i capelli come un guerriero prima di andare in battaglia...»