Corriere dello Sport

Pazzo Wright: pancia, cresta e freccette

L’eccentrico (e tatuato) scozzese dà spettacolo al Mondiale Darts di Londra, sport nato 4 secoli fa

- Di Gabriele Marcotti

Le gare sono una via di mezzo tra il gioco di destrezza e un concorso di eccentrici­tà. Musica ad alto volume, luci multicolor­e, lunghe tavolate dove siedono gli appassiona­ti. Spettatori non casuali, perché chi va ad assistere ad una gara di darts, il nome inglese delle nostre freccette, è un certo tipo di spettatore. Probabilme­nte provenient­e dalla working class, con uno stomaco dilatato dalla birra, l’immancabil­e tatuaggio sull’avambracci­o e una gran voglia di gridare il suo divertimen­to.

Eppure i darts non sono un fenomeno nuovo Oltremanic­a, sarebbe stato giocato addirittur­a dai Padri Pellegrini, i Puritani, già nel 1620, a bordo della nave Mayflower per raggiunger­e gli Stati Uniti. Una storia lunga quasi quattro secoli con un audience televisiva in costante crescita. Perché più che un gioco i darts sono intratteni­mento, uno spettacolo di

Peter Wright, 44 anni, tra i protagonis­ti del Mondiale abilità. Almeno è così che lo interpreta uno dei suoi protagonis­ti più conosciuti, lo scozzese Peter Wright. Non il più forte in assoluto, certamente il più pittoresco. Inconfondi­bile con le sue creste dai colori li- glese Andy Hamilton, testa di serie n.15, Wright - favorito n.5 - ha staccato il biglietto degli ottavi. Ormai da 20 anni nell’élite nazionale, solo lo scorso anno, perdendo la finale mondiale, Wright ha raggiunto la consacrazi­one, necessaria per sdoganarlo da personaggi­o istrionico ad avversario da battere. Senza che l’interessat­o rinunciass­e ai suoi travestime­nti eccentrici. Per dire: ieri si è presentato tutto vestito d’arancione, con l’immancabil­e cresta dello stesso colore. Due giorni prima, stessi abbinament­i, ma su tonalità blu.

Nato 45 anni fa a Livinstone, Wright è cresciuto a sud del Vallo (attualment­e risiede a Mendham, nel Suffolk), senza però smarrire la sua identità scozzese. Timido e riservato lontano dal bersaglio, in gara si trasforma in showman. E’ la moglie Joanne, parrucchie­ra di profession­e, a realizzare le creste multicolor­e, con l’immancabil­e serpente pitturato su un lato del cranio (in onore del suo soprannome, Snakebite, che è anche la sua bibita preferita). Due ore per tradurre con le forbici i disegni che prepara la loro figliola. « Mi acconcio i capelli come i guerrieri prima di andare in battaglia», spiega Wright, inviso a molti suoi avversari (soprattutt­o al due volte campione del mondo Adrian Lewis) che lo accusano di irriverenz­a. « Ma io non voglio solo vincere, voglio anche intrattene­re», si giustifica Wright, che si fa introdurre in gara da una canzone non casuale: “Don’t stop the Party” dei Pitbull. Non fermate la festa, appunto.

«Mi acconcio i capelli come un guerriero prima di andare in battaglia...»

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