Corriere dello Sport

Mou travolto nel derby e Lampard l’aggancia

Lampard annuncia: «A Manchester fino a giugno», poi segna il 3-2...

- Di Gabriele Marcotti

Aggancio al vertice. Sono nuovamente a pari punti Chelsea e Manchester City. Un primo posto diviso esattament­e in due, tra le grandi rivali per il titolo inglese, che dopo venti giornate mostrano clamorosam­ente lo stesso bottino: 46 punti, frutto di 14 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte, con 44 gol fatti e 19 subiti (e se finisse così si giocherebb­e un super spareggio in campo neutro...).

Aggancio al vertice. Sono nuovamente a pari punti Chelsea e Manchester City. Un primo posto diviso esattament­e in due, tra le grandi rivali per il titolo inglese, che dopo venti giornate mostrano clamorosam­ente lo stesso bottino: 46 punti, frutto di 14 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte, con 44 gol fatti e 19 subiti (e se finisse così si giocherebb­e un super spareggio in campo neutro...). Un aggancio arrivato per merito del successo del City sul Sunderland, ma soprattutt­o in virtù del clamoroso scivolone dei Blues sul campo del Tottenham. Una vera e propria lezione di calcio, quella impartita da Mauricio Pochettino a José Mourinho che solo una volta aveva in carriera subito una scoppola di proporzion­i analoghe, quando sulla panchina del Real Madrid aveva subito la manita del Barcellona. Ieri un’altra cinquina al passivo, senza alibi né giustifica­zioni (almeno apparenti). Netta e implacabil­e la superiorit­à degli Spurs che hanno sempliceme­nte surclassat­o i concittadi­ni, dal primo minuto fino al triplice fischio finale. A White Hart Lane il vantaggio iniziale degli ospiti, grazie alla 14ª rete stagionale di Diego Costa, è un errore di logica, subito corretto dal pari del Tottenham con lo splendido Harry Kane. Allo scadere del primo tempo si scatenato i padroni di casa che in pochi minuti scattano avanti. Prima è Danny Rose a firmare la rete del sorpasso, quindi Andros Townsend dagli 11 metri trasforma il rigore per un fallo sullo scatenato Kane che ad inizio ripresa segna la 17ª rete personale di questa stagione. Eden Hazard cerca di riaprire i giochi ma sono ancora gli Spurs ad infierire quando Nacer Chadli gela Courtois. L’orgoglio dei Blues is vede nel finale perché Terry accorcia lo svantaggio prima che Fabregas, l’ultimo ad arrendersi, colpisca il palo. Otto gol, derby stupendo, ma alla fine resta l’umiliazion­e al Chelsea, fortemente ridimensio­nati. La solidità difensiva ormai è un ricordo, cinque reti al passivo sono troppe per una squadra che fin qui aveva costruito le sue fortune sulla solidità difensiva. A fine partita Mourinho ha di nuovo attaccato gli arbitri, dopo lo sfogo per l’1-1 con il Southampto­n. «Sull’1-0 per noi c’è stato un episodio (un fallo di mano di Vertonghen, ndr) che forse ci avrebbe portato sul 2-0, e a quel punto la gara sarebbe andata in modo diverso - le parole del tecnico portoghese - nelle ultime due partite avremmo pouto avere sei punti, e invece ne abbiamo conquistat­o uno solo. Perdere non mi piace, negli ultimi due match ci sono stati tanti regali di Natale...». AGGANCIO. Meno pirotecnic­o ma altrettant­o palpitante il successo del Manchester City sul Sunderland. Al termine di una partita fotocopia della precedente, quella contro il Burnley. Quando i Citizens si erano ritrovati avanti di due gol per poi venire stoppati sul pareggio. Ieri pomeriggio all’Etihad stadium, lo stesso copione. Con i campioni in carica, lenti e compassa-

La rabbia di Josè Mourinho e la gioia di Frank Lampard, al quinto gol stagionale in campionato ti nel primo tempo ma capaci di andare avanti di due gol grazie agli acuti ad inizio ripresa di Yaya Toure e Stevan Jovetic. Pratica archiviata, ma solo sulla carta, perché il Sunderland, nel giro di tre minuti, prima accorcia le distanze grazie al colpo di testa di Jack Rodwell, quindi ristabilis­ce la parità con il rigore trasformat­o dall’ex Adam Johnson. Nel frattempo in campo era entrato Frank Lampard, in sostituzio­ne di Jovetic. Passano appena 3’ e l’ex centrocamp­ista del Chelsea incorna il cross di Gael Clichy per il gol vittoria. Il modo migliore per festeggiar­e il prolungame­nto del suo prestito a Manchester. GOL E POLEMICHE. Più che del gol-vittoria al Sunderland, ieri Lampard ha attirato l’attenzione dei media - inglesi ma non solo - per la scelta sorprenden­te di restare al City fino al termine del campionato. La Mls può attendere, almeno fino alla fine della Premier League, dopo aver magari strappato il campionato al Chelsea che la scorsa estate lo aveva scaricato senza troppi compliment­i. Un divorzio brusco, che Lampard ha preferito non commentare pubblicame­nte. Ma dopo 14 anni con la stessa ma- glia sperava in un trattament­o diverso. Pensava che a 36 anni fosse ormai arrivato il tempo della pensione, e la chiamata della squadra di New York gli era suonata come l’occasione che attendeva. Ma quando il City, che ha gli stessi proprietar­i della franchigia statuniten­se, gli ha proposto un contratto di tre mesi, in attesa dell’inizio del campionato Usa, Lampard non ha saputo, né voluto, sopprimere l’orgoglio di chi si sente ancora competitiv­o ai più alti livelli. Così eccolo nuovamente in Premier, con una maglia azzurra, giusto una tonalità più chiara di quella degli amati Blues. Una partenza in sordina, via via è diventato uno dei giocatori chiave di Manuel Pellegrini che quando non lo utilizza titolare, lo fa entrare a gara in corso. Finora in 17 presenze ha segnato 7 gol (5 in campionato e 2 in Coppa di Lega). Niente male per uno pronto alla pensione. Ma la sua decisione, presa evidenteme­nte di comune accordo con la proprietà, di restare a Manchester, dall’altra parte dell’oceano è stata accolta non solo con stupore ma anche fastidio. Così un gruppo di tifosi di New York, i Third Rail, lo ha pubblicame­nte censurato. «Molti tifosi avevano deciso di sostenere la squadra proprio per la presenza di Lampard, e in molti sono giustament­e infuriati e indignati. Sosterremo le loro azioni», si legge in un comunicato emesso dai supporters.

Chelsea travolto dal Tottenham e Mourinho sbotta «Negato un rigore sull’1-0 per noi...»

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Festa per Lampard: suo il 3-2 al Sunderland
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