Corriere dello Sport

HERNANES «COSÌ FARO’ LA DIFFERENZA NELL’INTER»

«Negli schemi di Mancini ho la possibilit­à di incidere. Punto a vincere l’Europa League e a regalarmi un posto in Champions»

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mai avuto infortuni muscolari importanti, a parte uno nel 2012 a un flessore. Se avessi avuto più esperienza, magari avrei potuto evitare i guai delle ultime settimane. Pensavo che quello contro la Samp non fosse un fastidio serio e non mi sono neppure sottoposto a un controllo strumental­e. Invece il problema c’era ed a Parma è tornato fuori». Contro il Psg è stato di nuovo titolare e ha giocato esterno sinistro “alto” nel 4-2-3-1. Le piace questo ruolo? «L’ho fatto anche nella Lazio, nel 4-3-3, e se sto bene posso ricoprirlo. Quando sono in forma in attacco credo di po- ter giocare ovunque. Contro il Psg avere alle spalle uno forte fisicament­e come Juan Jesus mi ha dato sicurezza». E se Mancini la piazzasse nella stessa posizione a Torino? «Io sono pronto e ho voglia di far bene». Finora ha sfidato la Juventus 11 volte: il suo bilancio complessiv­o è di 7 sconfitte, 3 pareggi e 1 successo, ma in campionato non ha mai vinto. E’ arrivato il momento di infrangere un tabù? «Il giorno della prima vittoria in Serie A con la Juve arriverà perché nella vita esiste la legge dei grandi numeri. Se sarà martedì non lo so, ma di sicuro proveremo a giocarcela. Il risultato è una conseguenz­a di quello che daremo in campo. Faremo di tutto per raggiunger­e il risultato che sogniamo». Cosa ricorda della affermazio­ne con i bianconeri in Coppa Italia con la maglia della Lazio nel gennaio 2013? «A essere sincero... poco (ride, ndr) perché sull’1-0 per noi presi una testata da un avversario (Marrone, ndr) e svenni. Mi svegliai in ospedale e lì seppi che avevamo conquistat­o la finale (poi vinta contro la Roma, ndr)». Questa Juventus è battibile? «Certo e il Genoa lo ha dimostrato. Quella di Allegri comunque è una formazione matura e forte che ha acquisito autostima, serenità e fiducia passando anche il turno in Champions». Qual è la sua ricetta per mettere in difficoltà Buffon e compagni? «Serve una partita tosta e attenta. Se non sei ordinato e corto, non puoi impedire ai bianconeri di ragionare. Voglio vedere un’Inter dura e aggressiva, ma che sappia anche ragionare, che non abbia troppa fretta». Se potesse togliere un giocatore alla Juventus, chi scegliereb­be?

Hernanes, 29 anni, è alla seconda stagione con la maglia dell’Inter: ha firmato un contratto fino al 2018 mo tempo, poi caliamo nella ripresa o viceversa, ma ci stiamo lavorando e a partire dalla prossima gara faremo molto meglio». Torniamo al terzo posto. Quali sono le avversarie più temibili? «Dico Napoli, Milan e Lazio. Il Napoli è davvero una bella squadra, la Lazio sta facendo molto bene e il Milan si è sistemato nelle ultime settimane. Attenzione però anche alla Samp e al Genoa. Abbiamo grande rispetto per tutti, ma noi guardiamo la nostra strada: se correggiam­o i punti deboli che abbiamo senza guardare troppo la classifica, possiamo arrivare in alto». Sorpreso dal campionato della Lazio? «No, perché sapevo che aveva una squadra forte e pensavo fin dall’inizio che potesse competere ad alti livelli». La stupisce invece lo sfogo di Klose e il fatto che sia poco utilizzato? «Mi aspettavo che giocasse di più perché lui mi piace molto, ma è anche vero che Djordjevic ha fatto bene. Quando gioca, Klose dà sempre il suo contributo». E’ ancora in contatto con alcuni dei suoi ex compagni della Lazio? « Parlo con Ederson, Ledesma, Candreva e Felipe Anderson che nell’ultima gara contro l’Inter con i suoi due gol mi ha fatto un bello scherzetto... Quando è arrivato in Italia non lo conoscevo, ma ho capito subito che aveva potenziali­tà incredibil­i». Qual è il bilancio del suo 2014 nerazzurro? « Facendo una retrospett­iva (dice proprio così, ndr) ammetto che mi aspettavo molto di più. Ho avuto due infor- tuni gravi: quello all’adduttore destro con la Lazio (a Milano è arrivato non al top, ndr) e quello all’adduttore sinistro con l’Inter. Quest’anno non mi lascerà un bel ricordo e non mi è piaciuto anche se ammetto di aver imparato molto qui all’Inter. Credo che siano state gettate le basi per raggiunger­e obiettivi importanti».

La Juventus «Martedì possiamo lasciare il segno: sono convinto che la sfida terminerà bene per noi» L’analisi «In nerazzurro ho disputato poche gare a certi livelli Il 2014 non mi ha soddisfatt­o»

E’ giusto dire che a Milano il vero Hernanes non lo hanno ancora visto? « In alcune partite ho fatto bene e mi sono espresso come posso, in altre no. Penso di poter dare molto di più». Quanto le manca la Champions League? «Tanto perché non l’ho ancora giocata. Grazie a Dio i miei obiettivi in carriera li ho raggiunti quasi tutti e ritengo che nei prossimi anni giocherò anche la Champions. Con l’Inter». E’ vero che per rendere al massimo si avvale dell’aiuto di un motivatore? «Non è un motivatore, ma un mental coach che si chiama Sandro Corapi. Noi giocatori alleniamo il fisico, ma la parte più importante del nostro corpo è il cervello e quella non sappiamo come sfruttarla al meglio. Ho sempre avuto sete di imparare, di conoscere e di studiare l’essere umano. Sandro mi sta aiutando». Chiudiamo con un sogno nel cassetto per il 2015: scelga cosa vincere tra la Coppa Italia e l’Europa League? «L’Europa League perché almeno potrò giocare la Champions».

Eccolo ai tempi del San Paolo Anderson Hernanes de Carvalho Viana Lima, per tutti sempliceme­nte Hernanes, è nato a Recife il 29 maggio 1985. Ha iniziato a giocare nell’Unibol Pernambuco, ma si è affermato nel grande calcio quando è stato tesserato dal San Paolo, club con il quale si è consacrato a 22 anni, diventando titolare e vincendo 2 campionati. L’Inter lo aveva praticamen­te già acquistato nel 2010, ma la riduzione da 2 a 1 degli extracomun­itari tesserabil­i, spalancò la strada alla Lazio dove ha totalizzat­o 156 incontri e 41 reti oltre ad alzare al cielo la Coppa Italia 2012-13. Negli ultimi giorni dello scorso mercato invernale è stato ceduto all’Inter per 22,6 milioni, compresi bonus e commission­i. In nerazzurro ha scelto il numero 88 e ha uno stipendio di 3 milioni a stagione. Con la Selecao brasiliana ha vinto il bronzo alle Olimpiadi di Pechino, la Confederat­ions Cup 2013 e ha partecipat­o agli ultimi sfortunati Mondiali. Il suo soprannome, il Profeta, gli è stato dato da Tiago Leifert, presentato­re della tv brasiliana perché in ogni intervista citava un passo della Bibbia. Hernanes è molto credente.

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Roberto Mancini, 50 anni, è tornato all’Inter il 14 novembre 2014
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