Corriere dello Sport

GABRIEL «Il Carpi in A e mi riprendo anche il Milan»

«Stiamo vivendo un’avventura pazzesca che può durare. Ma resto rossonero dentro»

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accontenta mai». Qual è stata finora la parata più bella di Gabriel? «Un doppio intervento contro il Bologna nel match al Dall’Ara finito 0-0. Giocavamo contro una grande squadra e non aver perso è stato importante». Che idea si è fatto del torneo cadetto di quest’anno? «E’ molto equilibrat­o e ci sono tante formazioni di alto livello. Finora abbiamo avuto un ottimo rendimento, ma alla ripresa del campionato sarà vietato distrarsi». Sembra ossessiona­to dal rischio di... distrarsi. «Il nostro allenatore ha ragione quando ci dice che dobbiamo evitare di staccare i piedi da terra. L’umiltà, l’impegno e il lavoro che sono stati alla base dei risultati ottenuti finora devono essere una costante anche nel 2015». Che tipo di tecnico è Castori? «Un motivatore impression­ante. Con lui si lavora davvero tanto e con notevole intensità. Da fuori può sembrare un po’ burbero e invece è una persona meraviglio­sa. Per me è una grande opportunit­à averlo». Cosa ha pensato quando a fine agosto è arrivata la proposta del Carpi? «Il Milan aveva appena preso un super portiere come Diego Lopez e c’era già Abbiati. Ho capito che era arrivato il momento giusto per andare. La nuova realtà non la conoscevo e non mi sarei mai aspettato un simile trasferime­nto. Ho accettato perché mi hanno detto che si trattava di una società seria e a posteriori ritengo di aver preso la decisione giusta. Ho trovato tanti giovani con voglia di fare, uno spo- gliatoio che è come una famiglia, una società organizzat­a e che vuole crescere». Ammetterà però che il salto dal Milan a una formazione neopromoss­a in B è stato grande. «Milanello è uno dei miglio- ri centri tecnici al mondo e niente è paragonabi­le con quello che c’è lì. Detto questo, abitavo a Gallarate che è grande più o meno come Carpi». Il suo cartellino è ancora di proprietà del Milan. Sogna di indossare di nuovo la ma- glia rossonera? «Al Milan sarò sempre grato per quello che mi ha dato da quando mi ha portato in Italia. Sono giovane e so di avere davanti a me una strada assai lunga: quando e se dovrò tornare, lo deciderà Galliani. Io nel frattempo mi alleno e penso a dare il massimo per il Carpi. Di certo però l’affetto del Milan lo sento sempre: i dirigenti si informano e quando ho avuto un infortunio, mi hanno aiutato». Lo scorso anno a un certo punto è diventato titolare, ma ha giocato solo 7 partite. A mente fredda crede di non aver sfruttato la sua occasione? «A mente fredda dico grazie al Milan e ad Allegri che mi hanno dato l’opportunit­à di esordire in Serie A. Ho disputato alcune partite, ma purtroppo la squadra non era al top e non è andata come tutti

Gabriel Vasconcelo­s Ferreira, 22 anni, portiere brasiliano in prestito dal Milan speravano. Con me c’era anche un portiere come Abbiati e lui è davvero uno bravo, da cui imparare tanto. Non ho rammarichi per quello che è successo». Lei ha avuto Inzaghi come allenatore in Primavera. Che tecnico è Superpippo? «Uno bravo a trasmetter­e carattere alla squadra. Ha tanta voglia e cura tutti i particolar­i». Cosa augura a Inzaghi? « Il meglio possibile. Io tifo sempre per il Milan».

Quando la vedremo giocare di nuovo in rossonero, magari in Champions? « Il futuro lo sa solo Dio e io mi rimetto alla sua volontà. Ora penso solo a migliorare e a far bene al Carpi, ma tornare al Milan, uno dei club più importanti del mondo, non può che essere il mio sogno».

«Castori? Grande motivatore. Inzaghi sa trasmetter­e la sua voglia di vincere e curare i dettagli»

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