Corriere dello Sport

MARCIELLO Troppo alto per la Rossa

L’italiano dell’Academy Ferrari riserva in F.1 ma è 1.86 ed entra soltanto nella Sauber

- Di Fulvio Solms

Altezza mezza bellezza, talvolta anche mezza fregatura. E’ il caso di Raffaele Marciello, pilota che vale e che per tale ragione è diventato terzo pilota dalla Sauber in Formula 1. Marciello - un italiano nato in Svizzera, uno strano cognome che sembra un nome di battesimo distorto da una vocale di troppo - non è diventato riserva della Ferrari perché ha un’altezza esagerata: 1,86 per un pilota di monoposto sono le braccia corte e le mani piccole di un portiere, o i settanta chili di un fantino. Roba che chi ti segue e ti vuole bene ti dovrebbe prendere da parte in un maledetto giorno della tua vita e dirti, più o meno con tatto: lascia perdere, non è roba per te. PROMOZIONE DISGRAZIAT­A. Marciello invece ci ha creduto e con lui la FDA, la Ferrari Driver Academy, che lo ha visto diventare il capofila dei suoi allievi disgraziat­amente, dopo l’incidente che ha condannato all’immobilità Jules Bianchi.

Ma se, andato via Alonso, la Ferrari ha fatto fatica a mettere in macchina Sebastian Vettel con i suoi 176 centimetri - per lui la pedaliera della nascitura vettura 2015 è stata spostata e la centina è stata allargata di qualche centimetro - quando si è trattato di scegliere il pilota di riserva, il nome in cima alla lista era il suo: Marciello Raffaele. Non c’era però alcun modo di ficcarlo nella Rossa che verrà se non segandogli via i piedi, cosa che finché possibile va evitata.

Così si è pensato a questo scambio con la Sauber: Esteban Gutierrez che è una pippa, ma riesce a entrare in macchina (è 1,80, il massimo che sia possibile comprimere nella Ferrari 2015) e porta tantissimi soldi (5 milioni dallo sponsor suo più lo stesso sponsor che diventa finanziato­re diretto del Cavallino) passa a Maranello mentre Marciello, punta dell’accademia ferrarista, viene girato alla Sauber che corre con i motori della Rossa. MORTE DI UN RUOLO. Qualcuno ha parlato di sconfitta se non addirittur­a di morte della FDA e di ogni suo significat­o, visto che al posto di un suo pilota veniva preso da Maranello un elemento esterno e anche scarso. Il problema era però quantitati­vo, nel senso dei centimetri: una misura del pilota non compatibil­e con l’a- naloga misura contemplat­a dal progetto.

Se c’è una sconfitta, se c’è una morte, questa è del ruolo del terzo pilota, che una volta era davvero una spalla forte per i titolari (ricordate quanto pesava Emanuele Pirro nella McLaren di Prost e Senna?) mentre oggi, in assenza di test privati nel corso del Mondiale, le riserve godono solo della soddisfazi­one di rarissime comparsate nei test e dello struscio nei circuiti con la divisa della squadra. E quasi sempre devono pagare, per questo.

Ecco perché un pilota di riserva italiano torna in Formula 1 dopo un anno di buco (ultimi titolari restano Trulli e Liuzzi nel 2011), ma c’è poco da gioire. Il precedente era stato Davide Valsecchi, due anni fa alla Lotus, ma ricorderet­e come finì una volta che ci fu da sostituire Raikkonen che aveva la schiena a pezzi: per gli ultimi due GP del 2013 fu preso Heikki Kovalainen, scarso ma sponsorizz­atissimo da Renault.

Il comunicato della Sauber riferisce che il ragazzo abbia detto: sono felice, ringrazio la Ferrari per l’opportunit­à, non vedo l’ora di fare del mio meglio; insomma le solite banalità. E’ chiaro come sia più contento Gutierrez, il quale ha addosso la casacca più ambita dell’orbe terraqueo. Lo ha confermato Jean Eric Vergne, anch’egli assunto a Maranello come secondo pilota di riserva - dunque il vice del vice - nonostante sia molto più bravo del messicano: «Meglio in panchina alla Ferrari che fare il titolare alla Caterham».

Certo, è sempre meglio alla Ferrari che altrove. Spiace per Raffaele Marciello: tradito dai cromosomi, sa almeno con chi prendersel­a.

Stava stretto nella vettura 2015, già modificata (centina e pedaliera) per ospitare Vettel

Raffaele Marciello, 20 anni, svetta al fianco del compagno di accademia ferrarista Antonio Fuoco, 18, nell’immagine della premazione dei Caschi d’Oro Autosprint 2013 Marciello in azione con la F14 T nei recenti test di Abu Dhabi Esteban Gutierrez, che per... sei centimetri in meno (e svariati milioni in più) è diventato riserva Ferrari, qui con la fidanzata Paola

Così lo scambio Ferrari-Sauber: lo scarso Gutierrez ha anche portato soldi a Maranello

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