Corriere dello Sport

«Il mio Capodanno tra le onde dell’oceano»

Miceli, navigatore solitario: «Si balla, fa freddo ma ripartirei subito»

- Di Paolo de Laurentiis

«Sì, lo so che prima di partire avevo detto che preferivo il vento forte ma ora che ci sono 60 nodi forse è un po’ troppo, me la sto facendo addosso… Si corre all’impazzata, se rallento le onde mi travolgono. I pericoli? Il ghiaccio: non si riesce a vedere».

Matteo Miceli è un puntino che naviga tra il Sudafrica e l’Australia. I rilevament­i di ieri davano temperatur­a dell’acqua 6 gradi, 9 metri di onda, raffiche di vento fino a 65 nodi. La tecnologia oggi permette di raggiunger­lo anche lì, parlare con lui, chiedergli come se la passa.

«Il 28 ho fatto anche la doccia, dopo un bel bagno a 6 gradi: sono stato costretto a immergermi per liberare la chiglia da un po’ di detriti e controllar­e il timone» Pentito? «Tornassi indietro partirei di nuovo» Festeggiat­o Capodanno? «Per più di 12 ore il vento non è mai sceso sotto i 60 nodi. Di sicuro ho ballato. E’ stato complicato capire il momento per brindare: mi sposto di 200 miglia al giorno, il fuso orario cambia. Il mio 2015 è cominciato alle vostre 18.42 del 31 dicembre» Due mesi da solo come sono? «Fisicament­e sto bene, ho perso una decina di chili…Mi manca un po’ di ginnastica ma ora è difficile anche stare in piedi» Il progetto prevedeva l’autosuffic­ienza energetica e alimentare. «Dal punto di vista energetico nessun problema. Per l’alimentazi­one in quasi ottanta giorni di navigazion­e ho usato solo 16 bustine di liofilizza­to. Se nell’atlantico avessi pescato di più avrei il freezer pieno» L’orto e le galline? «Una gallina è morta. Un momento bruttissim­o. Vivevano con me da mesi, mi ero molto affezionat­o. L’orto ho rischiato di perderlo per una mareggiata violentiss­ima nel Golfo del Leone ma ho ripristina­to tutto. Ora mangio soprattutt­o germogli: crescono più rapidament­e e hanno bisogno di meno luce» La barca come va? «Direi bene, la coccolo molto. Nelle avventure come questa si è sempre al limite e non puoi portarti dietro un’officina. Non credo, comunque, che avrei potuto prepararla meglio di come ho fatto» I momenti più brutti? «Appena partito! Stavo per andare a sbattere sulla Corsica… Mi ero addormenta­to e ho rischiato di finire tra gli scogli. Il secondo è un problema al timone che sto ancora cercando di risolvere completame­nte» C’è stato il rischio di dover mollare tutto? «Sì, il 15 dicembre, subito dopo il Capo di Buona Qui sopra Matteo Miceli prima e dopo: in alto un... selfie di pochi giorni fa, sotto una foto del giorno della partenza avvenuta il 19 ottobre scorso. Qui a destra Miceli a bordo di Eco40 e nel riquadro la rotta percorsa in questi 74 giorni di navigazion­e Speranza, quando ho visto il timone che ciondolava. Poi sono riuscito a risolvere» Ma ci sono stati anche momenti belli… «La partenza. Se ci penso ancora mi emoziono. Tutte quelle barche e quella gente. Un altro momento bello spero che sia all’arrivo, sempre se ce la faccio…» Non c’è la tentazione di non tornare? « No no, voglio finire questo giro e poi pensare a nuove avventure» Ma un po’ di vita normale? «Qualcosa mi manca: gli amici, una passeggiat­a a cavallo. Ma del traffico di Roma non ho nostalgia!» Il Matteo Miceli che è arriva sarà diverso da quello che è partito? «Non lo so, forse sì, vedremo. Ma il dopo io l’ho già immaginato» E come sarà? «Normalissi­mo. Buon vento a tutti» Miceli è partito il 19 ottobre del 2014. Ha percorso 12.500 miglia e ora si trova a circa 800 miglia a Ovest di Capo Leeuwin, in Australia, a 45 gradi di latitudine sud nel pieno di una burrasca

«Il pericolo ora è il ghiaccio. Appena partito stavo per finire sugli scogli in Corsica...»

Eco40 viaggia a 7,2 nodi di media ma nell’ultima settimana la velocità è aumentata a 8 nodi. Il record sulle 24 ore è di 236 miglia, pari a 9,9 nodi di media

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