Corriere dello Sport

La crisi della Juve

- Di Andrea Ramazzotti

Per la prima volta dopo la fine dellasuaes­perienzagi­allorossa Adem Ljajic incrocia la Roma. Non sarà una gara qualunque per il serbo che martedì, con il suo assist a Icardi, ha decretato l’esonero del “nemico” Delio Rossi (ricordate lo schiaffo a Firenze che costò il posto al tecnico nel maggio 2012?). Domani sera spera di essere nuovamente titolare perché ha una gran voglia di sfidare tanti amici (uno, Miralem Pjanic, lo ha chiamato proprio nel corso della nostra intervista) e una squadra che gli sono rimasti nel cuore. Lo abbiamo incontrato ieri pomeriggio alla Pinetina e ci ha raccontato della sua felicità all’Inter, dell’importanza del club manager Stankovic, dell’amico fuoriclass­e Jovetic e delle bombe degli americani che vedeva cadere in Serbia. Ha nascosto dietro un sorriso la paura che l’Adem bambino provava e che l’Adem uomo non ha dimenticat­o. Ljajic, quella di quest’anno è la Roma più forte delle ultime stagioni? «Sicurament­e è un’ottima squadra, con tanta qualità e giocatori che possono fare la differenza­inqualsias­imomento. Loro sono forti, ma noi non siamo da meno. Vogliamo batterli». Chitoglier­ebbeaigial­lorossi? «Pjanic, un vero fuoriclass­e e un grande amico». Più bravo Ljajic o Pjanic a calciare le punizioni? C’èunricordo­particolar­eche si porta dentro di lei con la maglia gialloross­a? «Il gol nel derby contro la Lazio, su rigore. Segnare in quell’incontro ha un sapore magico».

«Mi concentro sui gol e sugli assist Toccherà all’Inter decidere più avanti se riscattarm­i»

Ha rimpianti? «Siamo andati vicini a vincere, ma non ci siamo riusciti. Avevamo un’ottima squadra e siamo arrivati due volte secondi perché la Juventus era devastante, più forte di tutti». Tra i bei ricordi anche l’aver avuto come compagno Totti. «Ci lega un grande rapporto perché Francesco è prima di tutto una persona fantastica. Sono felice di aver giocato con lui: come calciatore non si può discutere perché è il più forte italiano che ho visto». Nell’Inter invece c’è un certo Jovetic... «Stevan è stato mio compagno a Firenze tre anni e mezzo ed è uno dei leader di questa squadra. Ha una testa da vero profession­ista e pensa sempre a come può migliorare. Ho tanto da imparare da lui». Finora in campo insieme siete stati poco. «Spero che un giorno avremo spazio insieme, che ci divertirem­o e che faremo divertire i tifosi dell’Inter». Perché a Milano il vero Ljajic non si è ancora visto?

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy