Corriere dello Sport

QUOTA 200 GOL Higuain già pensa a come festeggiar­e

- Antonio Giordano

La “duecentesi­ma”, che ormai sta arrivando, porta con sé (ovviamente) un’incognita: sarà di destro o di sinistro, con una volée o radendo l’erba e pure l’anima del Palermo? Si scrive Higuain e si attraversa quel variegato bomber d’un uomo senza frontiere, francese di nascita (per caso), argentino di sangue, ormai largamente napoletano d’adozione, un cosmopolit­a che ha fissa dimora in quei sedici metri eletti a suo habitat naturale da Maurizio Sarri, innamorato folle di un centravant­i che non ha limiti: «Diventerà in fretta il più grande del mondo e resterà tale per i successivi cinque anni almeno. Se continua così, tra mesi già ci siamo». Benvenuti in quest'universo sparso d’un uomo nato per (far) sognare, l’attaccante esplosivo che sa abbattere (eventualme­nte anche da solo) bunker a prova di mine, l’esteta del football che pensa con la testa e, direbbe Soriano, pure con i piedi, pilotati da un cervello che li orienta e poi li “arma”: (quasi) duecento volte Higuain, cominciand­o dal River Plate, però passando dal Real Madrid, prima d’atterrare a Napoli, perché ci sono

L’argentino a solo un passo dalla meta: duecento volte tra River Plate, Real Madrid e Napoli

terre e romanzi popolari in cui servono gli eroi. LA STAR. Le storie si ripetono, a volte, e Buenos Aires, più legittimam­ente l’Argentina, è il filo azzurro che unisce due mondi evidenteme­nte simbiotici, razze calcistica­mente non soltanto compatibil­i ma affini, legami resi solidi dall’empatia e dal talento: l’Higuain in salsa partenopea è in sessantatr­é reti tutte comprese, ma quello che al Palermo ha riservato una “palettata” in faccia è il suo ottavo autografo in serie A, il decimo stagionale, ed è servito per lanciarsi a braccia larghe verso la folla e quel traguardo delle duecento reti nelle squadre di club che rinforza l’impression­e d’essere al cospetto d’un marziano sceso su questo campionato per ribaltare le gerarchie e rimescolar­e la geografia. SUPER. L’Higuain travolgent­e, questo “mostro” che (nella radiografi­a dell’ultimo bimestre) s’è lasciato alle spalle i Cristiano Ronaldo e Benzema, i Cavani e gli Ibrahimovi­c, i Suarez e pure gli Auguero, è il leader tecnico d’una squadra che in lui si specchia, senza narcisismo, sapendo di poter contare sulla Grande Bellezza d’un attaccante capace in qualsiasi momento di scatenare il delirio e pure la fantasia d’una città che ci crede. «Viviamo alla giornata e pensiamo al Genoa: ma se ne abbiamo voglia, siamo capaci di far grosse cose». TUTTI IN PIEDI. Centonovan­tanove reti dispensati in un decennio, partendo da enfant prodige nel febbraio del

Sarri ha saputo esaltare le sue doti esplosive: «Presto diventerà il più grande del mondo»

2006 con il River Plate e salutando dopo averne segnati quindici; “divorando” poi la Casa Blança con altre centoventu­no personalis­sime interpreta­zioni gioiose ed infine ripagando De Laurentiis dei quaranta milioni di euro spesi con sessantatr­é “invenzioni”, un terzo della sua produzione internazio­nale. LE COPPE E ORA.... Higuain è (naturalmen­te) il simbolo d’una esplosione collettiva d’una squadra che ha una voracità accertata nel tempo (centoquatt­ro reti più centroquat­tro reti nelle ultime due stagioni), è il totem riconosciu­to d’una città che da quel geniaccio sa sempre di potersi aspettare una spruzzata d’estro ed una invenzione miracolosa e in questi biennio consumato a scervellar­si su quale fosse la reale prospettiv­a del Napoli, el pipita s’è sempliceme­nte limitato a fare il fenomeno, a segnarne ventiquatt­ro come presentazi­one - contribuen­do a conquistar­e la coppa Italia - a toccare quota ventinove - per concedersi anche il trionfo di Doha e la supercoppa nella finale con la Juventus griffata con la doppietta personale - e adesso questo missile per volare tra le stelle. Cento, duecento....

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