QUOTA 200 GOL Higuain già pensa a come festeggiare
La “duecentesima”, che ormai sta arrivando, porta con sé (ovviamente) un’incognita: sarà di destro o di sinistro, con una volée o radendo l’erba e pure l’anima del Palermo? Si scrive Higuain e si attraversa quel variegato bomber d’un uomo senza frontiere, francese di nascita (per caso), argentino di sangue, ormai largamente napoletano d’adozione, un cosmopolita che ha fissa dimora in quei sedici metri eletti a suo habitat naturale da Maurizio Sarri, innamorato folle di un centravanti che non ha limiti: «Diventerà in fretta il più grande del mondo e resterà tale per i successivi cinque anni almeno. Se continua così, tra mesi già ci siamo». Benvenuti in quest'universo sparso d’un uomo nato per (far) sognare, l’attaccante esplosivo che sa abbattere (eventualmente anche da solo) bunker a prova di mine, l’esteta del football che pensa con la testa e, direbbe Soriano, pure con i piedi, pilotati da un cervello che li orienta e poi li “arma”: (quasi) duecento volte Higuain, cominciando dal River Plate, però passando dal Real Madrid, prima d’atterrare a Napoli, perché ci sono
L’argentino a solo un passo dalla meta: duecento volte tra River Plate, Real Madrid e Napoli
terre e romanzi popolari in cui servono gli eroi. LA STAR. Le storie si ripetono, a volte, e Buenos Aires, più legittimamente l’Argentina, è il filo azzurro che unisce due mondi evidentemente simbiotici, razze calcisticamente non soltanto compatibili ma affini, legami resi solidi dall’empatia e dal talento: l’Higuain in salsa partenopea è in sessantatré reti tutte comprese, ma quello che al Palermo ha riservato una “palettata” in faccia è il suo ottavo autografo in serie A, il decimo stagionale, ed è servito per lanciarsi a braccia larghe verso la folla e quel traguardo delle duecento reti nelle squadre di club che rinforza l’impressione d’essere al cospetto d’un marziano sceso su questo campionato per ribaltare le gerarchie e rimescolare la geografia. SUPER. L’Higuain travolgente, questo “mostro” che (nella radiografia dell’ultimo bimestre) s’è lasciato alle spalle i Cristiano Ronaldo e Benzema, i Cavani e gli Ibrahimovic, i Suarez e pure gli Auguero, è il leader tecnico d’una squadra che in lui si specchia, senza narcisismo, sapendo di poter contare sulla Grande Bellezza d’un attaccante capace in qualsiasi momento di scatenare il delirio e pure la fantasia d’una città che ci crede. «Viviamo alla giornata e pensiamo al Genoa: ma se ne abbiamo voglia, siamo capaci di far grosse cose». TUTTI IN PIEDI. Centonovantanove reti dispensati in un decennio, partendo da enfant prodige nel febbraio del
Sarri ha saputo esaltare le sue doti esplosive: «Presto diventerà il più grande del mondo»
2006 con il River Plate e salutando dopo averne segnati quindici; “divorando” poi la Casa Blança con altre centoventuno personalissime interpretazioni gioiose ed infine ripagando De Laurentiis dei quaranta milioni di euro spesi con sessantatré “invenzioni”, un terzo della sua produzione internazionale. LE COPPE E ORA.... Higuain è (naturalmente) il simbolo d’una esplosione collettiva d’una squadra che ha una voracità accertata nel tempo (centoquattro reti più centroquattro reti nelle ultime due stagioni), è il totem riconosciuto d’una città che da quel geniaccio sa sempre di potersi aspettare una spruzzata d’estro ed una invenzione miracolosa e in questi biennio consumato a scervellarsi su quale fosse la reale prospettiva del Napoli, el pipita s’è semplicemente limitato a fare il fenomeno, a segnarne ventiquattro come presentazione - contribuendo a conquistare la coppa Italia - a toccare quota ventinove - per concedersi anche il trionfo di Doha e la supercoppa nella finale con la Juventus griffata con la doppietta personale - e adesso questo missile per volare tra le stelle. Cento, duecento....