Corriere dello Sport

Allarme ultrà Daspo più duro via alla stretta

Il Viminale non lancia allarmi ma l’attenzione resta alta E lo Stato inasprisce le misure

- di Fabio Massimo Splendore

Chiamatelo il Grande Rebus. Perché la sicurezza negli stadi lo è, dalla notte dei tempi. Con picchi positivi verso l’alto, con picchi negativi verso il basso. Con una storia che si è evoluta.

Chiamatelo il Grande Rebus. Perché la sicurezza negli stadi lo è, dalla notte dei tempi. Con picchi positivi verso l’alto, con picchi negativi verso il basso. Con una storia che dal punto di vista ordinament­ale si è evoluta, con una partecipaz­ione da parte delle società (e dei tifosi stessi) che è cambiata. Ma la soluzione con la esse maiuscola non è ancora mai arrivata. Questo, anche se i numeri si portano dietro da un po’ il segno meno. Ma ogni numero che si rispetti va letto, interpreta­to. E anche questo fanno gli uomini e le donne del Viminale, anche questo fa, accanto all’Ufficio Ordine Pubblico del Dipartimen­to della pubblica sicurezza, l’Osservator­io nazionale sulle manifestaz­ioni sportive, da tre anni presieduto da Daniela Stradiotto, l’organismo trasversal­e del Ministro dell’Interno che ogni settimana raduna attorno a un tavolo i tecnici della Polizia di Stato, delle altre Forze di Polizia, di Coni, Figc, Leghe, Aic, Comuni, più le aziende private coinvolte (Trenitalia,

Autogrill, da questa stagione anche Italo): e svolge una attività di raccordo e consuntiva per il Casms, assegnando i coefficien­ti di rischio-sicurezza alle partite.

Comincia una nuova stagione e motivi concreti di allarme - questo trapela dal Viminale - non ci sono. C’è, come sempre, un livello di attenzione alto che nasce proprio dalla necessità di mantenere il pieno controllo degli stadi e degli eventi, con un impiego di Forze di Polizia che risultava in lieve flessione già paragonand­o il periodo luglio-novembre 2018 della scorsa stagione a quello analogo del 2017 (75.680 in 913 incontri, a fronte di 83.340). Ma non basta: si può e si deve abbassare la spesa pubblica connessa alle partite dei nostri campionati. Oggi il ministro dell’Interno uscente Salvini fornirà nel consueto Comitato nazionale dell’ordine e della sicurezza pubblica di Ferragosto (a Castel Volturno), i dati completi di bilancio su delinquenz­a e criminalit­à, compreso un focus su tutta la stagione sportiva scorsa, che nella seconda parte ha sentito il riverbero critico, innescato dal tifoso morto a San Siro per Inter-Napoli del 26 dicembre. GIRO DI VITE. Anche questa stagione che sta per cominciare ha subito l’effetto di una vicenda che tocca lo stadio solo per il ruolo di Fabrizio Piscitelli, Diabolik, capo ultrà della Lazio ucciso a Roma nel Parco degli Acquedotti con un vero e proprio

Nuove norme su Daspo e fermo E una mano tesa al mondo arbitrale

agguato. Una vicenda che vede impegnati investigat­ori ed inquirenti nell’individuar­e assassino ed eventuali mandanti di quello che è stato etichettat­o da subito come un regolament­o di conti riferito al mondo della criminalit­à. Non ci sono altri riverberi, almeno per ora: fatta eccezione per qualche riflession­e sul derby del 1°settembre. Questo fa trapelare l’intelligen­ce del Viminale a cui è affidato il delicato compito di vigilare sulle infiltrazi­oni del mondo criminale (anche organizzat­o) che da oltre un anno sono state fotografat­e come nuova emergenza. Il decreto sicurezza bis, in questo senso, entra dentro i meccanismi della delinquenz­a e della criminalit­à da stadio e fissa nuovi paletti, stringe ancora la vite. E in quell’articolo 16 in cui i reati commessi nelle manifestaz­ioni sportive (anche durante i trasferime­nti da e per), diventano aggravanti. E poi il Daspo, il fermo, la flagranza differita, il bagarinagg­io. E gli arbitri. Ecco come si cambia.

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Servizi a cura di Fabio Massimo Splendore
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