Allarme ultrà Daspo più duro via alla stretta
Il Viminale non lancia allarmi ma l’attenzione resta alta E lo Stato inasprisce le misure
Chiamatelo il Grande Rebus. Perché la sicurezza negli stadi lo è, dalla notte dei tempi. Con picchi positivi verso l’alto, con picchi negativi verso il basso. Con una storia che si è evoluta.
Chiamatelo il Grande Rebus. Perché la sicurezza negli stadi lo è, dalla notte dei tempi. Con picchi positivi verso l’alto, con picchi negativi verso il basso. Con una storia che dal punto di vista ordinamentale si è evoluta, con una partecipazione da parte delle società (e dei tifosi stessi) che è cambiata. Ma la soluzione con la esse maiuscola non è ancora mai arrivata. Questo, anche se i numeri si portano dietro da un po’ il segno meno. Ma ogni numero che si rispetti va letto, interpretato. E anche questo fanno gli uomini e le donne del Viminale, anche questo fa, accanto all’Ufficio Ordine Pubblico del Dipartimento della pubblica sicurezza, l’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, da tre anni presieduto da Daniela Stradiotto, l’organismo trasversale del Ministro dell’Interno che ogni settimana raduna attorno a un tavolo i tecnici della Polizia di Stato, delle altre Forze di Polizia, di Coni, Figc, Leghe, Aic, Comuni, più le aziende private coinvolte (Trenitalia,
Autogrill, da questa stagione anche Italo): e svolge una attività di raccordo e consuntiva per il Casms, assegnando i coefficienti di rischio-sicurezza alle partite.
Comincia una nuova stagione e motivi concreti di allarme - questo trapela dal Viminale - non ci sono. C’è, come sempre, un livello di attenzione alto che nasce proprio dalla necessità di mantenere il pieno controllo degli stadi e degli eventi, con un impiego di Forze di Polizia che risultava in lieve flessione già paragonando il periodo luglio-novembre 2018 della scorsa stagione a quello analogo del 2017 (75.680 in 913 incontri, a fronte di 83.340). Ma non basta: si può e si deve abbassare la spesa pubblica connessa alle partite dei nostri campionati. Oggi il ministro dell’Interno uscente Salvini fornirà nel consueto Comitato nazionale dell’ordine e della sicurezza pubblica di Ferragosto (a Castel Volturno), i dati completi di bilancio su delinquenza e criminalità, compreso un focus su tutta la stagione sportiva scorsa, che nella seconda parte ha sentito il riverbero critico, innescato dal tifoso morto a San Siro per Inter-Napoli del 26 dicembre. GIRO DI VITE. Anche questa stagione che sta per cominciare ha subito l’effetto di una vicenda che tocca lo stadio solo per il ruolo di Fabrizio Piscitelli, Diabolik, capo ultrà della Lazio ucciso a Roma nel Parco degli Acquedotti con un vero e proprio
Nuove norme su Daspo e fermo E una mano tesa al mondo arbitrale
agguato. Una vicenda che vede impegnati investigatori ed inquirenti nell’individuare assassino ed eventuali mandanti di quello che è stato etichettato da subito come un regolamento di conti riferito al mondo della criminalità. Non ci sono altri riverberi, almeno per ora: fatta eccezione per qualche riflessione sul derby del 1°settembre. Questo fa trapelare l’intelligence del Viminale a cui è affidato il delicato compito di vigilare sulle infiltrazioni del mondo criminale (anche organizzato) che da oltre un anno sono state fotografate come nuova emergenza. Il decreto sicurezza bis, in questo senso, entra dentro i meccanismi della delinquenza e della criminalità da stadio e fissa nuovi paletti, stringe ancora la vite. E in quell’articolo 16 in cui i reati commessi nelle manifestazioni sportive (anche durante i trasferimenti da e per), diventano aggravanti. E poi il Daspo, il fermo, la flagranza differita, il bagarinaggio. E gli arbitri. Ecco come si cambia.