CERTEZZA KOULIBALY IL NAPOLI È AL SICURO
Tutti in campo alle 18 a Castelvolturno. Lui c’è ed è la sua sesta stagione Miglior difensore nello scorso campionato, corteggiato dall’Europa: Kalidou pronto a rimettersi al servizio della squadra azzurra
Se questo è un uomo: in realtà, a guardarlo da vicino, è una montagna di muscoli e di umanità, non c’è mai rudezza nei suoi gesti tecnici, perché pure quando va ad avvinghiare un pallone, articolandosi manco fosse una piovra e attorcigliandosi per strapparlo all’avversario, ne cogli il senso tenero d’un fanciullo che insegue un aquilone. E poi, e non si direbbe, è anche altro: una specie di tesoro, anche d’arte calcistica, ma soprattutto di danaro che paiono ondeggiare alla sagoma. Sono tante banconote (virtuali e però reali), centocinquanta milioni di euro, quelli che vengono racchiusi in quella clausola rescissoria che, volendo, una società straniera potrebbe esercitare, presentandosi al Napoli con la ricevuta del bonifico bancario e la causale: acquisto di Kalidou Koulibaly.
INTOCCABILE. Ma potrebbero non bastare, perché a quel punto subentrerebbe la volontà del calciatore, e chi vi ha detto che lui lascerebbe, ora che è arrivato a 212 presenze (e dieci gol) ma soprattutto ha avuto piena percezione di cosa rappresenti per Napoli? C’è da metabolizzare, ancora, la delusione per la sconfitta nella finale di coppa d’Africa, osservata dalla tribuna, mordendosi le mani per quel giallo che lo costrinse a limitarsi al ruolo di spettatore: è passato un mesetto circa, però certe ferite (calcistiche) si possono rimarginare soltanto buttandosi in campo e anche rapidamente.
RIECCOLO. Si ricomincia da qui, è la sua sesta stagione, ed è una storia che riparte da altri piccoli capitoletti di un romanzo che a maggio ha aggiunto l’ennesima sfumatura d’azzurro: «Ricevere il premio come miglior difensore del campionato italiano è una soddisfazione enorme che condivido con i miei compagni di squadra e con questi tifosi». Disse proprio così, mica perché è un ruffiano, mentre intorno s’alzava il venticello calunnioso del mercato del bar sport, in cui l’unica previsione prevedeva la partenza di Koulibaly: qualcuno si è avvicinato al Napoli, per esempio il Manchester United, che è arrivato alla soglia dei novanta euro e poi, una volta ricevuto il «no, grazie» da De Laurentiis, ha virato su Maguire del Leicester e spingendo Adl alla provocazione a modo suo. «E allora Kalidou ne vale duecentocinquanta?».
TUTTO D’UN PEZZO. Si ricomincia, ore 18 tutti in campo, a Castel Volturno, destinazione Firenze verrebbe da dire: in altri tempi, quelli di un calcio codificato a certe dinamiche ormai arcaiche, non ci sarebbe stato posto per nessuno, Koulibaly compreso, costretto eventualmente ad un periodo di allenamenti che lo riconducesse in condizione. Ma queste sono vicende che appartengono al passato remoto e semmai riguardano gli umani mentre Ancelotti ha già catalogato come extraterrestre Koulibaly. «A lui basteranno nove giorni di preparazione, a Firenze gioca. E poi semmai lo facciamo riposare nella partita successiva». Si fa per dire, ovviamente, perché il 31 c’è in calendario Juventus-Napoli, è la «sua» partita, lo è diventata quella sera in cui, arrivando con uno stacco - che è diventato il poster del sogno e dell’illusione - quasi in prossimità delle stelle. E la scalata del K2 continua...