«RINUNCIO A TANTO MI TENGO IL PALERMO»
Accardi: La mia priorità va a questa squadra Voglio vincere tutte le partite
Tra i quattrini e il cuore, Andrea Accardi l'unico del vecchio Palermo a restare fedele ai colori, ha scelto il sentimento. Cioè di scendere di categoria, di tornare dilettante, di abbassarsi lo stipendio, più della metà, pur di continuare ad indossare una maglia che per lui ha il significato della fede. «Sono nato e cresciuto nel Palermo, ho esordito in B, voglio riportare la squadra nel grande giro e, se possibile, restare rosanero a vita».
Un amore senza confini. Decisione nata dopo un colloquio con il procuratore e la famiglia. «Mi hanno aiutato. Il Palermo è stato un chiodo fisso fin da bambino, ne sono innamorato e questo mi ha spinto a rimettermi in gioco. Le offerte non mancavano, ma non avevo voglia di scappare. Ho dato priorità e mi sono fidato delle mie certezza. I soldi passano in secondo piano».
CASA PALERMO. Ieri, seconda, o addirittura terza, scelta dell'allenatore di turno (soltanto otto presenze negli ultimi due anni), oggi protagonista e simbolo, assieme ad uno staff tecnico costruito in casa, di un Palermo di palermitani. Andrea, un segno di continuità, non con il passato, ma per rappresentare il nuovo modello rosanero. Non sono stati mesi facili però, dal sogno promozione in Serie A alla Serie D. «Nessuno si aspettava un epilogo del genere. Capivamo che qualcosa non andava. E abbiamo pianto: tifosi, giocatori e soprattutto i dipendenti, che hanno perso gli stipendi. Il mio primo pensiero va a loro. Noi in fondo siamo privilegiati e alla fine una soluzione la troviamo».
PEDALARE IN SILENZIO. Non è stato semplice rivedere vita e ambizioni, cambio di procuratore e decisione di non muoversi da Palermo, malgrado le sollecitazioni dei compagni. Quando il suo “gemello” Fiordilino è andato a Venezia, Andrea ha avuto un attimo di esitazione, poi ha tirato dritto: «Ognuno fa le proprie scelte. Chi sono io per giudicare? Faccio gli auguri a Luca, ci sentiamo per telefono, ma la mia strada è un'altra».
Da aspirante titolare in Serie B a leader del nuovo corso. Ed ora anche possibile capitano. A 24 anni si sente come un veterano, avendo vissuto tante emozioni concentrate in pochi mesi. «Sarà il nostro allenatore a prendere la decisione, io continuerò a comportarmi come sempre: pedalare e stare zitto. Da piccolo provavo a rubare qualcosa ai più grandi, oggi anche se non sono anziano, voglio essere da esempio per i più giovani. La fascia, da sola, non serve, qui siamo tutti capitani».
LA PROMOZIONE. Le motivazioni sono scontate: «Portare questa piazza più in alto possibile e dare priorità ai sentimenti. C'è attorno al Palermo un entusiasmo che mi riempie d'orgoglio, significa che la gente è felice, anche se in D, e che crede molto in Mirri e Di Piazza e alla loro rivoluzione».
Il Palermo si allena da pochi giorni ma ha già un volto chiaro: squadra di qualità, giovani di valore, elementi come Santana, Martinelli, Mauri, Lancini, Martin, Pelagotti di categoria superiore: «Siamo solo all'inizio. I “grandi” non li scopro io, tra gli under vedo ragazzi con voglia di imparare e non è facile averla a 18 o 19 anni. Gli avversari ci snobbano? Sono contento per loro, se non ci temono. Sarà il campo a dire se qualcuno ha avuto ragione a non considerarci la squadra da battere. Noi pensiamo soltanto a riconquistare la città. I giudizi arriveranno con il campionato». Saggezza a ventiquattro anni, niente promesse dovrà essere il campo a parlare.
COLPITO DA PERGOLIZZI. Il difensore lo dice apertamente: «Abbiamo uno staff preparato che ci cura dal primo all'ultimo momento della giornata. Partiamo fiduciosi, dobbiamo esserlo dopo due anni particolari. Voglio giocare ogni partita. E vincerle tutte, questo il vero obiettivo comune».
Centrale? Esterno? «Chiedete a Pergolizzi. A me non interessa, mi metto a disposizione e basta. Dovesse decidere di mandarmi in ... porta, non esiterei. Il tecnico mi ha fatto un'ottima impressione e qui ha vinto uno scudetto Primavera. È veramente un grande allenatore».
«Nessuno pensava potesse andare così Ora bisogna riportare questa città in alto»
«Pergolizzi? Mi ha colpito la bravura del tecnico. Lo staff è di prim’ordine»