I 60 ANNI DI MAGIC SORRISI DA CROCIERA
La Maddalena, Portofino, Saint Tropez e Capri. E come ospite d’onore la Campbell
Nella sua prima vita giocò, vinse, esagerò in campo, molto di più fuori, quindi perse. Nella sua seconda vita tirò fuori tutto il coraggio di cui disponeva, si mostrò - lui superuomo - così fragile e indifeso, annunciò al mondo la malattia, si preparò a combattere perdendo molto di quello che aveva, quindi vinse.
Nella sua terza vita si ritrova a sessant’anni - compiuti ieri - appesantito ma sempre a cavallo di un sorriso, sopravvissuto a se stesso e alla sua malattia, totem vivente, mentre posa in questa calda estate tra tavolate di amici in uno yacht da fantascienza, postando sul proprio profilo twitter classifiche top 60 - come i suoi anni - dove mette in fila la sua vita, di qua c’è una baia che lo aspetta, di là altro mare da solcare.
Earvin Johnson, noto al mondo come «Magic». Uno dei più grandi giocatori nella storia del basket. Fantasia, esplosività, muscoli d’acciaio e idee come stelle comete nella notte di San Lorenzo. Il giocatore più straordinario degli anni ’80. 5 anelli NBA con i Lakers, 3 titoli di MVP, la medaglia d'oro olimpica con il Dream Team a Barcellona '92. Attorno a lui ruota la giostra della NBA delle meraviglie. Il suo compagno nei Lakers: Kareem Abdul-Jabbar, «gancio cielo», se avete presente. Il suo rivale poi amico: Larry Bird. Il nero, il bianco. Los Angeles Lakers, Celtics. L’Ovest, l’Est. L’America, dove è sempre showtime.
DA FILM. Tutto comincia alla Everett Hogh School di Lansing, nel Michigan, tardi anni ’70, quanun cronista locale lo vede giocare e lo battezza in un attimo e per sempre come «Magic». In mezzo, i fuochi d’artificio della prima vita. Tutto finisce il il 7 novembre del 1991 quando convoca una conferenza stampa, si fa serio per la prima volta da quando è venuto al mondo e annuncia di essere sieropositivo. Magic Johnson ha 32 anni e un grosso problema da risolvere: ha contratto il virus dell’HIV. Da quel momento in poi niente sarà più come prima. Magic è il primo sportivo di acclarata fama a dichiararsi sieropositivo. Fino a quel momento si pensava che la malattia colpisse solo tossicodipendenti e eterosessuali. Magic è sposato da pochi mesi, sua moglie aspetta un figlio. E’ sieropositivo a causa delle centinaia di relazioni extraconiugali. Sesso senza protezione. Il mondo è sotto choc. Al Madison Square Garden i tifosi dei Lakers recitano il Padre Nostro. Ora possiamo dirlo: il suo annuncio cambia la percezione della malattia. Una cosa si capisce subito: la malattia colpisce tutti. Un’altra arriva nel tempo: non è più una condanna a morte. Magic si ritira, anzi no. Va ai Giochi Olimpici di Barcellona, mette il suo faccione nel «Dream Team».
Non è tutto facile: sono i tempi in cui svariati compagni e avgnando versari temono che lui li infetti. Magic supera tutto: calunnie, veleni, pregiudizi.
LA TERZA VITA. Ora - una volta tolti anche i panni del presidente dei Los Angeles Lakers ce lo troviamo tra Capri e Portofino, Porto Cervo, La Maddalena e Saint Tropez, mentre con godereccia soddisfazione indica un branzino XXL che gli viene servito a tavola, firma una canotta n.32 a un turista, accoglie Naomi Campbell nel suo yacht e posta le sue classifiche, accompado il tutto con un «It’s amazing», «E’ fantastico».
Ecco quindi la lista dei 60 campioni che si sono trasformati in imprenditori (ci sono Muhammad Alì, David Beckham e le sorelle Williams), la lista dei 60 migliori tv-shows di sempre (da Bonanza a Starsky & Hutch fino a Happy Days), la lista dei 60 posti da vedere oltre America (in Italia Magic segnala Genova, Milano, Napoli, Portofino, Roma, la Sardegna, Sorrento e Venezia), la lista dei 60 film (capolavori come Il Padrino, opere dimenticabili come The Equalizer) e via così. E’ tutto così «amazing», caro vecchio Magic; fantastico come le tue vite: la prima da eroe, la seconda da sopravvissuto e la terza, con il secchiello dello champagne a portata di mano e molto mare negli occhi.
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