L’Inter a tutta forza verso Biraghi
MILANO - Avanti tutta per Biraghi. L’Inter ha ormai deciso, che, al di là di un attacco da completare obbligatoriamente, ci sarà almeno un altro innesto e sarà sulla corsia sinistra. I discorsi con la Fiorentina, ma anche con il giocatore, sono avviatissimi. Prima, però, occorre capire cosa ne sarà di Dalbert. L'ipotesi di uno scambio con il club toscano è tramontata, ma la possibilità di tornare al Nizza alletta il brasiliano. Sul suo tavolo c'è una ricca offerta d'ingaggio, mentre per l'Inter “solo” un prestito. Serve l'incastro giusto dei numeri, ma anche con Dalbert in Francia si può trovare la formula per riportare Biraghi alla Pinetina, ma solo in prestito. Ieri sera, a secondo allenamento concluso, Marotta - presente alla Pinetina insieme ad Antonello ed Ausilio, mentre Baccin è rimasto solo al mattino - ha fornito a Conte gli ultimi aggiornamenti su questo file. Resta aperto anche quello di un’aggiunta pure a centrocampo, come da desiderio del tecnico, che ha messo in cima alle sue preferenze Vidal. Dalla Spagna fanno sapere che ci vogliono 20 milioni, ma per l’Inter c’è spazio solo per un’operazione low-cost. A meno che una cessione solo per denaro di Icardi non cambi le prospettive, ma si tratta di un discorso ancora prematuro.
TRIBUNALE DEL LAVORO. Intanto, tra Conte e il Chelsea non è ancora finita. Il “Daily Mail”, infatti, ha rivelato che il club londinese si è appellato al Tribunale del Lavoro, dopo che nello scorso maggio un arbitrato della Premier League aveva imposto il pagamento dell’intero ingaggio del tecnico, ovvero 9 milioni di sterline (circa 11 milioni di euro), negando la giusta causa per il suo licenziamento. Una prima udienza si è tenuta già ieri, con l’allenatore nerazzurro che, non potendo essere presente, è stato rappresentato dall’avvocato Phil Bonner, dello studio legale Centrefield con sede a Manchester. Il Chelsea, invece, si è affidato allo studio Northridge Law.
POSIZIONI. La seduta, durata un paio d’ore, si è svolta privatamente, quindi non sono stati forniti dettagli: soprattutto non si conoscono i tempi per un verdetto. Facile, però, che i termini del contenzioso non siano cambiati. Vale a dire che il Chelsea avrà probabilmente continuato a sostenere come Conte non abbia fatto gli interessi del club, nel momento in cui aveva comunicato, via messaggio, a Diego Costa di non ritenerlo più parte del progetto, aggiungendo inoltre che, con il suo comportamento nei confronti dei giocatori e dello staff, avesse rotto il suo contratto. I legali del tecnico pugliese, invece, oltre a contestare le tesi dei Blues, allora avevano argomentato come i tempi del suo allontanamento (12 luglio 2018) gli avessero impedito di trovare una nuova sistemazione.
Sondaggio per Vidal ma costa troppo Tra Chelsea e Conte la causa va avanti